“Mummie dei dinosauri” del Wyoming, nuove scoperte paleontologiche

Ottobre 25, 2025 - 17:00
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“Mummie dei dinosauri” del Wyoming, nuove scoperte paleontologiche

Le “mummie” di dinosauro dal becco d’anatra conservano la pelle carnosa e gli zoccoli in sottili strati di argilla.

 

 

 

Nuove scoperte paleontologiche offrono approfondimenti sulle “mummie dei dinosauri” del Wyoming, rivelando che la pelle, le punte e gli zoccoli straordinariamente conservati dei dinosauri a becco d’anatra non sono affatto carne fossilizzata, ma delicati stampi di argilla formati da microbi mentre le creature si decomponevano, riferiscono i ricercatori.

La conservazione dei tessuti molli nei fossili di solito avviene in ambienti a grana fine e poveri di ossigeno come lagune o fondali marini, che consentono la fossilizzazione di strutture delicate come piume e pelle.

Tuttavia, le cosiddette “mummie di dinosauro” dei dinosauri a becco d’anatra (Edmontosaurus annectens), che sono state scoperte all’inizio del 1900 nel Wyoming orientale con quella che sembrava essere una struttura della pelle fossilizzata e parti del corpo carnose, sono state trovate in depositi fluviali grossolani e ossigenati, rendendo la natura della loro notevole conservazione un mistero di lunga data.

Utilizzando documenti storici, Paul Sereno e colleghi hanno approssimato il luogo in cui questi esemplari originali sono stati scoperti più di un secolo fa e riportano le nuove scoperte dal sito, tra cui le mummie giovani e adulte di Edmontosaurus scoperte di recente.

In particolare, il tardo giovane rappresenta la prima mummia di dinosauro subadulto e il primo dinosauro di grandi dimensioni con un contorno carnoso completamente conservato, tra cui una cresta del collo e del tronco.

L’adulto è il primo adrosauride a conservare l’intera fila di punte della coda e i primi zoccoli conosciuti in qualsiasi tetrapode, segnando il primo rettile con le zampe ungulate.

Secondo gli autori, la cresta della linea mediana e le punte della coda di E. annectens rivelano una pelle molto più complessa di quanto suggerito dai restauri storici.

I confronti con i rettili viventi suggeriscono somiglianze funzionali e morfologiche con alcuni squamati moderni.

Mostrano anche che queste caratteristiche sono conservate come sottili strati di argilla (<1 millimetro) delimitati da arenaria, piuttosto che come veri tessuti molli fossilizzati. Analisi dettagliate con microscopia ottica, TC ed elettronica e spettroscopia a raggi X non hanno rivelato alcuna prova di sostanze organiche originali all’interno dell’argilla o della matrice circostante.

Lo strato uniforme di argilla probabilmente si è formato come un modello superficiale sopra la carcassa in decomposizione, aiutato da biofilm, piuttosto che replicare il tessuto originale.

Questo meccanismo di modellazione dell’argilla preserva le forme tegumentali esterne in tre dimensioni, anche in depositi fluviali grossolani e ossigenati, ampliando la gamma di impostazioni deposizionali in cui le caratteristiche dei tessuti molli possono fossilizzarsi.

 

 

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Redazione Redazione Eventi e News