Quando la pasta diventa trama

Novembre 21, 2025 - 01:07
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Quando la pasta diventa trama

Mantero Variazione nasce nello storico archivio della casa tessile comasca, ma prende vita fuori. Il progetto parte dal patrimonio tessile custodito per generazioni e lo rimette in circolo, chiedendo ogni anno a un artista di rileggerlo con un linguaggio diverso. Nel mondo dei tessuti, una “variazione” è questo: lo stesso motivo che cambia forma, colore, intenzione, pur restando riconoscibile. Un modo per dire che la tradizione non è un recinto, ma un punto di partenza.

La prima edizione, Variazione 00 – Prototypes di Giorgio Di Salvo, aveva trasformato motivi storici in aquiloni in seta e carbonio: un gesto netto, quasi un manifesto. Con Variazione 01, il confronto si sposta su una materia nuova: la pasta. Affida a David Rivillo il compito di tradurre l’archivio in un linguaggio ancora più essenziale e immediato. In una serata ospitata nel ristorante milanese Sandì amplifica questa trasformazione. L’atmosfera prepara lo sguardo prima ancora del primo piatto: luci bassissime, una candela per tavolo a disegnare contorni minimi, ombre che si allungavano sulle pareti come se fossero parte dell’allestimento. L’ambiente è raccolto, misurato, ma molto vivo. Un brusio costante, voci che si intrecciano senza coprirsi, e sempre quel contrasto netto: la luce al minimo, i piatti che risaltano come fossero lì per illuminare la stanza.

Variazione01 è un progetto che non resta in disparte, non si limita a evocare l’archivio: lo prende di petto, lo sposta dal tessuto alla pasta, gli cambia pelle. E nella nuova materia conserva comunque la sua origine. Questa “variazione” prende forma concreta in due piatti che raccontano, meglio di qualsiasi spiegazione, che cosa significhi lavorare tra memoria e invenzione.

Il primo, Fresh Listrinhas Raviolo, è un raviolo di zucca immerso in un consommé di vegetali autunnali, rifinito con un olio affumicato che si muove sulla superficie come un tratto di inchiostro. Sotto quella luce minima, la pasta sembra quasi retroilluminata: un colore pieno, caldo, che richiamava certi velluti custoditi in archivio.

Il secondo, Chiné Fita Ribbon, è una pasta all’uovo burro e Parmigiano che, da vicino, rivela il suo doppio registro. Da un lato è un piatto essenziale, pulito. Dall’altro, grazie ai pigmenti naturali e alla geometria del taglio, diventa una superficie rigata, sfumata, quasi un tessuto disteso. Un riferimento diretto alla collezione Staron & Fils, una delle più preziose dell’Archivio Mantero: jacquard, moiré, velluti cesellati, pattern che hanno attraversato decenni senza perdere tensione.

Rivillo li ha osservati come si osservano le trame antiche: con rispetto, ma senza timore di tradirle. Le sue paste non li imitano; li interpretano. Catturano un ritmo, un gesto, una logica cromatica. E la restituiscono in forma commestibile, effimera ma non superficiale.

La serata è diventata così un piccolo esercizio di trasposizione: tessuti che diventano pasta, pasta che diventa immagine, immagine che diventa esperienza. Una catena continua che non cerca l’effetto, ma la relazione tra le cose.

Variazione01 conferma il senso del progetto: l’archivio non è un luogo fermo, ma un motore. Un organismo che continua a produrre narrazioni anche quando cambia materiale, gesto, contesto.

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Redazione Redazione Eventi e News