Storia di Anok Yai, ambassador di Mugler: ecco perché l’aliena ha vinto

Ottobre 23, 2025 - 07:01
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Storia di Anok Yai, ambassador di Mugler: ecco perché l’aliena ha vinto

APPARE IN VIDEO con la sua pelle luminosa color ebano e uno sguardo penetrante, da cui traspare tutto, forza, energia e calore. Anok Yai, 27 anni, una delle modelle star del momento, ambassador della nuova fragranza Alien Mugler (la versione Extraintense), ripercorre la sua storia di moderna Cenerentola lentamente, con voce profonda. Nata in Egitto da genitori sudsudanesi, costretti poi a emigrare negli Usa, nel New Hampshire, quando lei ha tre anni, studia biochimica alla Plymouth State University, sognando di diventare medico.

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Ma un giorno, per un disegno del destino, la sua vita cambia. Una sua foto a 19 anni, chioma afro, shorts e T-shirt nera attillata, scattata durante un concerto e pubblicata su Instagram, diventa virale.

Storia di Anok Yai, volto di Alien Mugler (Extraintense)

In un attimo, Anok Yai diventa la ragazza più ricercata da agenzie di modelle, riviste e brand internazionali. Ed è proprio quella sua bellezza fuori dal comune ad averla candidata ad ambasciatrice di Alien Extraintense, declinazione olfattiva amplificata da fiori bianchi e vaniglia della famosa fragranza Alien, con cui Mugler invita a domare l’indomabile e a liberare il proprio potere “alieno”.

anok yai

Courtesy Press Office

«È un profumo che mi fa sentire provocante, dark, sensuale, ultraterrena», sottolinea lei stessa.

A proposito: ha dichiarato che nell’infanzia le davano dell’aliena. È una cosa che l’ha fatta sentire “diversa”?
I miei compagni mi prendevano in giro e mi bullizzavano, perché ero una ragazzina nerd dalla pelle nera, che si vestiva in modo eccentrico. Guardandomi indietro, so che la me stessa di allora sarebbe orgogliosa della donna che sono diventata. E mi impegnerò a essere sempre la migliore versione di me, perché è questo che mi ha fatto vincere.

Avrebbe mai immaginato di diventare una top model famosa e un esempio per tante giovani?
Da teenager avrei voluto essere un modello per le altre. Anche perché non mi ritrovavo nelle riviste, che non mostravano donne dalla pelle scura. Non avevo nessuno a cui ispirarmi. Tuttavia, più che influenzare, vorrei spronare le ragazze, di ogni colore, ad amarsi di più, a non preoccuparsi di correre qualche rischio, a cogliere le occasioni, a non temere di essere anticonvenzionali e a pretendere di essere rispettate.

Sul flacone di Alien Extraintense spicca un artiglio nero. Ricorda l’ultima volta che ha sfoggiato i suoi artigli?
Per sedurre.

Quell’armadio pieno di profumi…

Le piacciono i profumi, che uso ne fa?
A casa ne ho un armadio pieno. Talvolta metto le fragranze in frigorifero, perché ho scoperto che sono più persistenti. Ogni attimo, per me, è giusto per indossarne una, ma il momento che preferisco è quando vado a letto. Dopo la doccia, mi avvolgo in una nube di profumo, poi lo spruzzo sulle lenzuola e sul pigiama.

È fedele o cambia spesso jus? Quali sono gli accordi che preferisce?
Ne uso uno per un mese intero e poi lo cambio. Faccio anche dei layering. Amo l’essenza di rosa, il gelsomino, le note floreali e legnose, ma tutto dipende dallo scopo, dalla situazione, dal momento.

Alien Extraintense racchiude un’overdose di vaniglia, una nota che, ha detto, le ricorda sua madre…
La vorrebbe sentire ovunque. Ama accendere candele con quell’aroma in casa. E mangiare gelato alla vaniglia.

alien mugler extraintense profumo

Courtesy Press Office

E che rapporto ha con il trucco?
Da bambina ero più interessata ai capelli. Mia madre mi permetteva di farmi le treccine rosa e viola. Quando ho compiuto 13 anni, mamma e zia, prima di andare ai party, hanno iniziato a chiedermi di truccarle, perché erano stanche dopo il lavoro. Così, per imparare, ho seguito tutorial su YouTube. All’inizio i risultati sono stati pessimi, ma nel tempo sono diventata così esperta da trasformarmi in make up artist della comunità. Però non potevo truccare me stessa, perché, secondo mamma, ero troppo giovane. Ricordo che mi mettevo l’ombretto, il mascara e il rossetto sul bus andando a scuola, poi, poco prima di tornare a casa, correvo in bagno a lavare via tutto.

È vero che sua madre ancora oggi si arrabbia quando cambia il taglio dei capelli?
Quando ne ho “troppi” e mi danno fastidio, mi faccio rasare dall’hairstylist del mio team. L’ho già fatto cinque-sei volte. Mia madre, che non apprezza i miei gusti estremi, all’inizio mi diceva che era un “disastro”. Ora si è abituata, ma, nel frattempo, con lei ho trovato un sistema efficace: quando sono a casa sua, metto delle parrucche.

Anok Yai e i disegni sui cuscini degli hotel

È una cittadina del mondo. Come si sente oggi negli Stati Uniti, il Paese che ha accolto lei e la sua famiglia?
Nei miei viaggi ho incontrato tante culture e ho sempre trovato affetto e calore. Ho anche imparato che le connessioni umane trascendono i confini. Ma amo gli Stati Uniti, dove sono cresciuta, e, lo confesso, durante le Olimpiadi tifo per gli Usa.

È mai stata in Africa?
Sono stata in Sud Sudan, Senegal e Marocco, ma mi propongo di visitarla di più. Due anni fa ho seguito a Dakar un programma con Kehinde Wiley, ritrattista di origine nigeriana. Per me, pittrice autodidatta, è stata un’esperienza fantastica.

È famosa per disegnare sulle federe dei cuscini degli hotel…
Tutto è cominciato il giorno in cui, svegliandomi dopo un sogno, per non perdere l’ispirazione, ho ritratto il volto di un mio amico sul cuscino. All’inizio gli alberghi mi mandavano mail di protesta. Adesso lo sanno e mi lasciano delle federe in più.

Courtesy Press Office

Ha mai pensato di esporre le sue opere?
È un obiettivo che mi sono prefissata per la fine di quest’anno. Mi piacerebbe organizzare un’esposizione itinerante in città come New York, Londra, Parigi, Milano, dove ci sono eventi di moda e ho molti fan. Però non ho ancora mostrato niente a nessuno, perché sono vulnerabile e voglio essere sicura di venir presa sul serio. Poi c’è il tema del mio autoritratto: l’ho iniziato due anni fa e continuerò a modificarlo per tutta la vita, in base ai miei cambiamenti.

Quando si concede delle vacanze, che cosa fa?
Mi piace perdermi nelle città e comprare souvenir. Ma, siccome la mia vita è frenetica, ho anche bisogno di rilassarmi. Adoro il silenzio e leggere tutto il giorno un libro sulla spiaggia. Per questo, spesso gli amici non amano venire con me: si annoiano.

Ama davvero molto la lettura?
Sì, e leggo di tutto, dai romanzi ai memoir. Un tempo portavo con me libri di carta, ora li scarico sul cellulare. Adesso sto leggendo I miei martedì col professore. La lezione più grande: la vita, la morte, l’amore di Mitch Albom. Una raccolta di conversazioni dell’autore con un suo ex docente, malato di Sla, che mettono in discussione le nostre priorità. Lo raccomando.

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