Airbus, Leonardo e Thales uniscono le attività spaziali: nasce un colosso da 6,5 miliardi
SPACE ECONOMY
Airbus, Leonardo e Thales uniscono le attività spaziali: nasce un colosso da 6,5 miliardi
Airbus, Leonardo e Thales siglano un accordo per unificare le loro attività spaziali in una nuova società. Nasce un colosso europeo da 6,5 miliardi di euro di fatturato e 25.000 dipendenti. Il 35% va a Airbus, il 32,5% a Leonardo e lo stesso a Thales. L’obiettivo è consolidare l’autonomia strategica dell’Europa e la competitività globale.

Airbus, Leonardo e Thales intendono unificare le rispettive attività nel settore spaziale in un’unica nuova società. L’accordo è di grandissima rilevanza per l’industria spaziale europea: l’unione dei tre big dell’aerospazio e difesa europea andrà a consolidare l’autonomia strategica dell’Europa e a creare un attore con la massa critica necessaria per competere sulla scena globale.
La nuova entità, il cui nome non è ancora stato reso noto, si presenta sul tavolo delle negoziazioni con numeri imponenti: un fatturato annuo pro-forma, basato sui dati del 2024, di circa 6,5 miliardi di euro e un organico complessivo di circa 25.000 dipendenti distribuiti in Europa.
La proprietà sarà divisa in questo modo: Airbus deterrà il 35% del nuovo soggetto, mentre Leonardo e Thales seguiranno con il 32,5% ciascuna.
La governance, come sottolinea la nota distribuita dalle tre aziende, sarà “bilanciata” e la società opererà sotto “controllo congiunto”. L’obiettivo temporale fissa l’operatività della nuova azienda al 2027, un orizzonte che tiene conto dei complessi passaggi necessari, in primis l’ottenimento delle autorizzazioni regolamentari da parte delle autorità antitrust.
Il valore strategico dell’operazione
In un dominio come lo spazio, strategico per telecomunicazioni sicure, difesa, navigazione, osservazione della Terra e ricerca scientifica, l’Europa cerca di rispondere con pragmatismo alla competizione sempre più serrata degli Stati Uniti, dominata da nuovi giganti privati e dalla ristrutturazione dei player storici, e dalla crescente assertività tecnologica della Cina.
La frammentazione del mercato europeo, con diversi campioni nazionali spesso in competizione tra loro sulle commesse istituzionali, è stata a lungo identificata come una debolezza strutturale.
La dichiarazione congiunta degli amministratori delegati – Guillaume Faury (Airbus), Roberto Cingolani (Leonardo) e Patrice Caine (Thales)- è esplicita: “Costruiamo una presenza europea più solida e competitiva all’interno di un mercato spaziale sempre più dinamico a livello globale”. L’iniziativa, specificano, è “in linea con le ambizioni dei Governi europei nel voler rafforzare le proprie risorse industriali e tecnologiche”.
L’architettura della fusione
L’aspetto più complesso dell’operazione è l’architettura dell’aggregazione, che mira a creare un portafoglio di soluzioni integrate end-to-end. L’accordo esclude esplicitamente il segmento dei lanciatori, che in Europa resta primariamente in capo ad ArianeGroup (joint venture tra Airbus e Safran).
Secondo i termini dell’accordo Airbus conferirà le sue divisioni Space Systems e Space Digital, provenienti da Airbus Defence and Space. Leonardo contribuirà con la sua Divisione Spazio, che include le sue preziose quote nelle joint venture Telespazio (di cui detiene il 67%) e Thales Alenia Space (33%). Thales, a sua volta, conferirà principalmente le proprie quote in Thales Alenia Space (67%) e Telespazio (33%), oltre alla controllata Thales SESO, specializzata in componentistica ottica ad alte prestazioni.
In sostanza, l’operazione unisce la potenza manifatturiera e sistemistica di Airbus (forte sui satelliti, piattaforme e strumenti) con l’architettura consolidata delle joint venture franco-italiane: Thales Alenia Space (TAS), leader europeo nei sistemi satellitari, e Telespazio, uno dei principali attori mondiali nei servizi downstream, cioè la gestione delle operazioni satellitari e lo sviluppo di servizi applicativi.
Le implicazioni tecnologiche e le sinergie
La nota delle aziende stima la generazione di sinergie per “diverse centinaia di milioni di euro all’anno sul risultato operativo” a regime, a partire dal quinto anno successivo al closing. Ma il vero valore industriale e tecnologico risiede nell’integrazione della catena del valore. La nuova società potrà unificare e potenziare gli investimenti in Ricerca e Sviluppo in un mercato che richiede capitali enormi.
La capacità di unire la R&S di Airbus (forte nell’ingegneria di sistema e nelle piattaforme digitali) con quella di Thales (cybersecurity, intelligenza artificiale, tecnologie quantistiche) e Leonardo (sensoristica avanzata, elettronica) in un unico flusso di sviluppo è forse l’asset più intangibile dell’operazione. Sarà fondamentale per lo sviluppo di sistemi militari Milsatcom di nuova generazione, dove la resilienza e la cifratura sono requisiti non negoziabili. Lo stesso vale per l’Osservazione della Terra, dove la fusione dei dati da sensori diversi (ottici, radar) e la loro elaborazione a bordo tramite AI rappresentano la nuova frontiera competitiva.
Questa integrazione dovrebbe permettere all’entità di guidare programmi faro come la futura costellazione europea per la connettività sicura IRIS² o la prossima generazione di satelliti per il programma Copernicus. Avere un unico interlocutore industriale integrato, capace di gestire sia l’infrastruttura (il satellite) sia il servizio a terra (il dato), dovrebbe, in teoria, accelerare lo sviluppo e ottimizzare i costi.
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