Anche Perplexity vuole consigliarci cosa comprare online, ma siamo sicuri che tutta questa IA sia un bene?
Dopo aver saccheggiato internet alla ricerca di conoscenza, le IA si preparano a stravolgere anche le nostre abitudini di acquisto. Dopo il lancio della funzione shopping in ChatGPT, è ora il turno di Perplexity, che cerca di fare esattamente la stessa cosa: guidarci all'acquisto con un processo basato su gusti e abitudini dell'utente.
Tutto bene quindi? Da una parte sì, dall'altra, come spesso è successo con l'IA, stiamo mettendo il carro davanti ai buoi.
Perplexity introduce una forma di ricerca che collega tra loro le interazioni passate dell'utente e tiene conto delle sue preferenze. I suggerimenti diventano così coerenti e personali, invece di elenchi uniformi.
Il sistema memorizza le ricerche precedenti e identifica pattern che riflettono uno stile già espresso. Questo approccio dovrebbe limitare l'influenza delle priorità commerciali degli inserzionisti e restituisce risultati più pertinenti. È comunque un'altra forma di pubblicità mirata, in un certo senso, decisa non dagli algoritmi di Amazon, AdSense o chi per loro, ma dai "ragionamenti" dell'IA.
Perplexity promette anche di organizzare schede prodotto più mirate, evitando le lunghe griglie da scorrere e concentrando le informazioni utili per una scelta consapevole.
La collaborazione con PayPal consente di concludere l'acquisto nella stessa finestra di ricerca. Il negozio coinvolto mantiene la responsabilità della transazione, delle eventuali restituzioni e dell'assistenza, ma l'IA fa da "man in the middle", semplificando il lavoro per l'utente.
Secondo Perplexity, questa soluzione riduce il rischio di abbandono del carrello perché elimina passaggi superflui tra selezione e pagamento. Ma in caso di problemi, a chi darà la colpa il consumatore? A Perplexity o ad Amazon (tanto per fare un esempio)?
È un terreno ancora inesplorato, sia per gli utenti che per chi eroga questi servizi, ma per una volta c'è chi mette subito il freno a mano. Parliamo proprio di Amazon, che non vede queste "intromissioni" di buon occhio, proprio perché rischiano di minare il rapporto dei consumatori con il colosso dell'e-commerce.
La motivazione non sarà delle più nobili, ma il risultato potrebbe comunque essere a beneficio di tutti, se aiuterà a riflettere un po' sul ruolo e i "poteri" che vogliamo dare all'IA nella vita di tutti i giorni.
Il servizio è disponibile gratuitamente, per ora solo per gli utenti statunitensi tramite la versione web e desktop di Perplexity, mentre le app per iOS e Android arriveranno più avanti.
Resta da verificare come evolverà quando raggiungerà un pubblico più ampio, e quale sarà la reazione dei vari e-commerce, oltre che dei consumatori.
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