Clima, servono 310 miliardi di dollari all’anno entro il 2035 per l’adattamento dei Paesi in via di sviluppo

Ottobre 30, 2025 - 19:30
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Clima, servono 310 miliardi di dollari all’anno entro il 2035 per l’adattamento dei Paesi in via di sviluppo

Le misure messe in campo dai governi nazionali e quelle decise su scala globale ai vertici internazionali si stanno dimostrando sempre più insufficienti, di fronte alla crisi climatica in atto. Le misure di adattamento, in particolare, non sono all’altezza della sfida, sono insufficienti e lente di fronte ai sempre più frequenti eventi meteo estremi causati dal riscaldamento globale. I finanziamenti pubblici a disposizione sono troppo pochi. E questo sta seriamente minacciando vite umane ed economie nazionali, in particolare nei Paesi in via di sviluppo.

A lanciare l’allarme è il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Un environment programme, Unep) attraverso l’Adaptation Gap Report 2025, il rapporto annuale che valuta i progressi globali nella pianificazione, nel finanziamento e nell’attuazione delle misure di adattamento ai cambiamenti climatici. Nel report viene sottolineato che il fabbisogno finanziario dei Paesi in via di sviluppo per l’adattamento è stimato in oltre 310 miliardi di dollari all’anno entro il 2035, che l’obiettivo del Patto di Glasgow sul clima di raddoppiare i finanziamenti pubblici internazionali per l’adattamento a circa 40 miliardi di dollari entro il 2025 non sarà raggiunto se si mantengono le tendenze attuali. Sono stati sì compiuti dei progressi nella pianificazione e nell’attuazione dell'adattamento, scrivono gli autori del documento, ma permangono molte sfide. Basti pensare che i citati 310 miliardi necessari rappresentano una cifra che è 12 volte superiore agli attuali flussi di finanziamenti pubblici internazionali per l'adattamento.

Pubblicato con un timing tutt’altro che causale, ovvero alla vigilia della Cop30 a Belém, in Brasile, il rapporto sottolinea la necessità di un maggior impegno da parte dei decisori politici sul fronte finanziario. «Gli impatti climatici stanno accelerando – scrive il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres nel suo messaggio pubblicato sul rapporto – tuttavia, i finanziamenti per l’adattamento non stanno tenendo il passo, lasciando le popolazioni più vulnerabili del mondo esposte all'innalzamento del livello dei mari, a tempeste mortali e a un caldo torrido». Scrive inoltre Guterres nel documento che «l’adattamento non è un costo, è un’ancora di salvezza. Colmare il divario di adattamento è il modo in cui proteggiamo le vite, garantiamo la giustizia climatica e costruiamo un mondo più sicuro e sostenibile.  Non perdiamo altro tempo».

«Ogni persona su questo pianeta vive con gli impatti dei cambiamenti climatici: incendi, ondate di calore, desertificazione, inondazioni, aumento dei costi e altro ancora», sottolinea Inger Andersen, direttore esecutivo dell’Unep. «Poiché le azioni per ridurre le emissioni di gas serra continuano a essere insufficienti, questi impatti non potranno che peggiorare, danneggiando un numero sempre maggiore di persone e causando danni economici significativi».

La cifra di 310 miliardi di dollari necessaria per finanziare l’adattamento nei Paesi in via di sviluppo entro il 2035 si basa su costi modellizzati. Se si basano le stime sui bisogni estrapolati espressi nei contributi determinati a livello nazionale e nei piani nazionali di adattamento, questa cifra sale a 365 miliardi di dollari. E tra l’altro questi numeri si basano sui valori del 2023 e non sono adeguati all’inflazione.

Non solo. Nel report viene sottolineato che i flussi internazionali di finanziamenti pubblici per l’adattamento destinati ai éaesi in via di sviluppo sono stati pari a 26 miliardi di dollari nel 2023, in calo rispetto ai 28 miliardi dell’anno precedente. Ciò comporta un deficit di finanziamento per l’adattamento compreso tra 284 e 339 miliardi di dollari all’anno, ovvero da 12 a 14 volte superiore agli attuali flussi. La precedente stima dell’Adaptation Gap Report era compresa tra 194 e 366 miliardi di dollari per l’anno al 2030. Se le attuali tendenze in materia di finanziamenti non cambieranno rapidamente, scrivono i ricercatori che hanno redatto il rapporto, l’obiettivo del Patto di Glasgow sul clima di raddoppiare i finanziamenti pubblici internazionali per l’adattamento rispetto ai livelli del 2019, portandoli a circa 40 miliardi di dollari entro il 2025, non sarà raggiunto.

Circa 172 paesi hanno adottato almeno una politica, una strategia o un piano nazionale di adattamento; solo quattro paesi non hanno ancora avviato lo sviluppo di un piano. Tuttavia, 36 dei 172 paesi dispongono di strumenti obsoleti o che non sono stati aggiornati da almeno un decennio. Questo aspetto dovrebbe essere affrontato per ridurre al minimo la possibilità di un adattamento inadeguato.

Tra le note positive, si legge che il sostegno a nuovi progetti nell’ambito del Fondo di adattamento, del Fondo mondiale per l’ambiente e del Fondo verde per il clima è cresciuto fino a raggiungere quasi 920 milioni di dollari nel 2024. Si tratta di un aumento dell’86% rispetto alla media mobile quinquennale di 494 milioni di dollari tra il 2019 e il 2023. Tuttavia, si legge sempre nel report, questo potrebbe essere solo un picco, con le emergenti restrizioni finanziarie che rendono incerto il futuro.

Un’altra nota che potrebbe sembrare positiva è il fatto che nelle relazioni biennali sulla trasparenza - presentate nell’ambito dell'accordo di Parigi per illustrare i progressi compiuti nel rispetto degli impegni climatici - i Paesi hanno riferito di oltre 1.600 azioni di adattamento attuate, principalmente in materia di biodiversità, agricoltura, acqua e infrastrutture. Tuttavia, viene aggiunto, pochi Paesi riferiscono sui risultati e sugli impatti effettivi, necessari per valutarne l’efficacia e l’adeguatezza.

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