Copa Cogeca: salvaguardia su riso ignora necessità settore
Roma, 2 dic. (askanews) – Un compromesso finale “ben lungi dal garantire condizioni di parità per gli agricoltori e i trasformatori dell’UE”. Si sono conclusi così, con un accordo politico deludente, secondo il Copa Cogeca, i negoziati a tre sulla riforma del Sistema di Preferenze Generalizzate (SPG). Un risultato che “chiude finalmente un fascicolo rimasto in sospeso per diversi anni” ma delude il settore risicolo europeo che, durante tutto il processo negoziale, ha sempre chiesto l’inclusione di un meccanismo di salvaguardia automatico in grado di rispondere all’eccezionale aumento delle importazioni di riso a basso costo dai Paesi Meno Sviluppati. Il risultato del trilogo “riflette un compromesso politico che privilegia l’opportunità rispetto alla sostanza. Di conseguenza, una misura che avrebbe potuto fornire una protezione significativa ai produttori europei è stata indebolita fino al punto di perdere il suo valore simbolico, mettendo a repentaglio l’intero settore”.
Queste importazioni hanno raggiunto quest’anno livelli record di 547.000 tonnellate, superando di gran lunga i quantitativi che avevano precedentemente attivato le misure di salvaguardia nel 2019. Il compromesso raggiunto nel trilogo finale introduce un meccanismo basato su una media decennale delle importazioni (387.000 tonnellate), con un margine di aumento del 45%, che porta a una soglia di attivazione di 562.000 tonnellate. La salvaguardia sarà soggetta a revisione annuale dopo la sua entrata in vigore nel 2027.
Tuttavia, i quantitativi soglia sono stati concepiti per attivarsi solo in quella che viene definita una “situazione realmente eccezionale” per il mercato del riso, utilizzando come base di riferimento gli attuali livelli di importazione storicamente elevati. “Dopo quattro anni di negoziati, durante i quali la situazione del settore risicolo europeo è costantemente peggiorata – scrive il Copa Cogeca – è profondamente ingiusto che la definizione di cosa costituisca una situazione eccezionale si basi ora su queste cifre gonfiate. Il risultato è una salvaguardia che di fatto ignora le richieste di lunga data del settore per una protezione significativa”.
Negli ultimi anni la struttura del mercato europeo del riso è cambiata radicalmente. Mentre la domanda totale dell’UE, pari a circa 2,8 milioni di tonnellate, potrebbe essere soddisfatta da una combinazione equilibrata di produzione interna e importazioni moderate, la proporzione tra le due è passata da circa il 60/40 di meno di un decennio fa a quasi il 50/50 di oggi. Anche nel 2025, anno di ripresa e buona produzione in tutta la Ue, le importazioni hanno continuato a livelli record”.
Sebbene il meccanismo di salvaguardia sia presentato come automatico, la soglia stabilita “lo rende di fatto inoperante nelle attuali condizioni di mercato”. Il settore del riso ritiene che questa sia un’occasione persa per fornire una protezione effettiva e tempestiva contro le perturbazioni del mercato. A titolo di confronto, l’ultima misura di salvaguardia applicata a 380.000 tonnellate era già stata giustificata dalla Commissione come necessaria per affrontare il danno al settore. “Il nuovo meccanismo si attiverebbe quindi solo in caso di volumi di importazione ancora più estremi, quando il danno sarebbe già irreversibile”, conclude il Copa Cogeca.
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