Posizioni economiche ATA, è polemica: assegnazioni sedi senza criterio geografico

Novembre 26, 2025 - 23:30
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Posizioni economiche ATA, è polemica: assegnazioni sedi senza criterio geografico

lentepubblica.it

La pubblicazione degli abbinamenti fra candidati e sedi d’esame per le posizioni economiche del personale ATA ha scatenato, nelle ultime ore, un’ondata di malumori e segnalazioni provenienti da ogni parte d’Italia perché le assegnazioni sarebbero senza criterio geografico: a farsi portavoce della denuncia è la FLC CGIL.


Gli Uffici Scolastici Regionali, responsabili della predisposizione delle liste, hanno infatti diffuso gli elenchi senza applicare alcun criterio legato alla distanza dal domicilio o dalla sede di servizio dei partecipanti, generando situazioni considerate da molti lavoratori come penalizzanti e persino paradossali.

I nominativi, stando a quanto emerge da diverse testimonianze e da verifiche effettuate dalle organizzazioni sindacali, sarebbero stati disposti secondo un semplice ordine alfabetico, senza alcun tentativo di ottimizzazione logistica. Questo approccio estremamente rigido contrasta con le indicazioni fornite in precedenza dallo stesso Ministero dell’Istruzione e del Merito, che aveva anticipato la necessità di distribuire i candidati, per quanto possibile, nella propria provincia o comunque in aree facilmente raggiungibili, compatibilmente con la capienza delle strutture e la disponibilità di postazioni informatiche.

Polemica sulle posizioni economiche ATA: assegnazioni sedi senza criterio geografico

La realtà si è però rivelata ben diversa. Numerosi lavoratori si sono ritrovati assegnati a sedi collocate a centinaia di chilometri dalla propria città, in alcuni casi persino oltre i 400 o 500 chilometri. Ciò comporta non soltanto lunghi viaggi con costi significativi di trasporto, ma anche la necessità – per molti – di un pernottamento fuori sede, con ulteriore aggravio economico. Una condizione che pesa soprattutto su chi percepisce stipendi modesti e non può contare su rimborsi o indennità specifiche.

Ad aumentare l’insoddisfazione contribuisce la consapevolezza che una diversa programmazione avrebbe potuto prevenire gran parte dei disagi. Le prove, infatti, si svolgono in un’unica giornata, ma le aule disponibili sono numerose e distribuite su tutto il territorio nazionale. Una più attenta gestione delle risorse e una suddivisione basata sulla prossimità geografica avrebbero permesso a migliaia di candidati di sostenere l’esame in condizioni più eque, evitando sacrifici sproporzionati per raggiungere località distanti dal proprio luogo di residenza.

La denuncia della FLC CGIL

La situazione ha immediatamente attirato l’attenzione della FLC CGIL, che ha raccolto le segnalazioni e le proteste arrivate dai lavoratori coinvolti. Il sindacato ha definito la gestione degli abbinamenti “insoddisfacente e dannosa”, evidenziando come la scelta di utilizzare il mero ordine alfabetico rappresenti non solo una semplificazione ingiustificata, ma anche un disinteresse verso le esigenze reali del personale scolastico. In un settore già segnato da carichi di lavoro importanti e retribuzioni limitate, imporre spostamenti così onerosi viene percepito come un ulteriore segnale di scarsa attenzione nei confronti del personale ATA, spesso considerato marginale nonostante il ruolo essenziale svolto quotidianamente nel funzionamento delle scuole.

La sigla sindacale ha già formalizzato la propria protesta presso il Ministero, chiedendo un intervento immediato che porti gli Uffici Scolastici Regionali a rivedere i criteri di assegnazione. L’obiettivo è ottenere una nuova distribuzione delle sedi per consentire ai candidati di affrontare la prova in luoghi quanto più possibile vicini alla propria area di riferimento. Secondo la FLC CGIL, non solo è possibile procedere a una riorganizzazione, ma è anche doveroso farlo per ristabilire condizioni di equità e rispetto nei confronti dei lavoratori.

Le richieste del sindacato

Le richieste avanzate dal sindacato si basano su due principi fondamentali: la tutela del personale e il buon senso organizzativo. L’idea che migliaia di persone debbano affrontare trasferte considerevoli per partecipare a un esame interno al sistema scolastico appare, infatti, difficilmente giustificabile in un contesto in cui la tecnologia, la disponibilità delle infrastrutture e la capacità di pianificazione permetterebbero soluzioni più razionali. Inoltre, la scelta di ignorare la variabile geografica rischia di scoraggiare alcuni candidati, compromettendo la loro partecipazione o costringendoli a sostenere sacrifici eccessivi per poter essere presenti.

La questione assume anche una valenza simbolica: le posizioni economiche rappresentano un’opportunità di crescita professionale e un riconoscimento delle competenze acquisite dal personale ATA, che sostiene da sempre l’operatività delle scuole. Impedire a molti lavoratori di vivere questo momento con serenità e nelle migliori condizioni possibili significa, secondo la FLC CGIL, non valorizzare adeguatamente il ruolo del personale amministrativo, tecnico e ausiliario.

Di fronte alla diffusione delle criticità, il sindacato ha annunciato che continuerà a monitorare attentamente l’evoluzione della situazione, mantenendo alta l’attenzione sulle misure che il Ministero deciderà di adottare nelle prossime ore o nei prossimi giorni.

L’auspicio è che si arrivi rapidamente a una soluzione capace di garantire un trattamento equo a tutti i candidati, riducendo i disagi e ristabilendo un livello minimo di razionalità nella gestione delle prove.

Serve maggiore organizzazione

La vicenda mette ancora una volta in luce la necessità di processi organizzativi più attenti e rispettosi del personale scolastico, che rappresenta la spina dorsale di ogni istituto.

La speranza è che l’errore commesso con questi abbinamenti possa trasformarsi in un’occasione di miglioramento, spingendo l’amministrazione verso scelte più ponderate e in linea con le esigenze reali di chi lavora quotidianamente per garantire il funzionamento della scuola pubblica.

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