Ecco come la debolezza dell’Onu danneggia l’Africa

Ottobre 19, 2025 - 22:00
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Ecco come la debolezza dell’Onu danneggia l’Africa

L’Africa non ha un membro permanente nel Consiglio di Sicurezza. E’ sempre più evidente il nesso tra debolezza dell’Onu e difficoltà dell’Africa. In 80 anni di vita l’Organizzazione delle Nazioni Unite non ha mai attraversato una fase di debolezza simile a quella attuale- rileva l’agenzia missionaria vaticana Fides-. È lontano il periodo in cui era uno dei teatri dello scontro tra il blocco occidentale e quello comunista, i quali utilizzavano una feroce dialettica fatta di fotografie e scarpe sbattute sul podio. Nella situazione attuale internazionale, in cui si minacciano conflitti che possono diventare mondiali, alcuni analisti temono che le Nazioni Unite possano fare la fine della Società delle Nazioni, scomparsa dopo un lungo ed agonico processo di delegittimazione“. Il rilancio dell’Onu, secondo Fides, passa per una sua rivoluzione interna, che prevede un ripensamento degli organi e dell’importanza di nuovi attori emergenti. Il tema più pressante è quello della riforma del Consiglio di Sicurezza.

Africa
Foto di Salya T su Unsplash

Africa-Onu

“Già dopo la fine della Guerra Fredda il presidente Usa Bill Clinton propose una riforma per includere Germania e Giappone come membri permanenti, un riconoscimento del peso economico che i due Paesi sconfitti nella Seconda Guerra Mondiale avevano raggiunto fino ad allora – rileva Fides-. Oggi una cooptazione di questo genere è assolutamente impensabile, perché considerata troppo in favore dell’Occidente. Si deve pensare quindi ad un’altra membership del Consiglio di Sicurezza. In questo senso ci sono molte opzioni: India, America Latina e, soprattutto, Africa“. Inoltre “il Continente africano sarà al centro delle dinamiche politiche e sociali del futuro. Lo ha capito la Cina, non l’ha capito l’Occidente. Però nonostante la sua futura importanza – si guardi la membership nei Brics – e l’attuale peso all’interno dell’organizzazione – dove conta oltre un quarto della rappresentanza all’interno dell’Assemblea Generale (54 Paesi su 193) -, l’Africa non ha un membro permanente nel Consiglio di Sicurezza”. Eppure, aggiunge l’agenzia missionaria vaticana, “gli argomenti per una simile inserzione non mancano: ha un tasso di crescita previsto per il 2025 di quattro punti percentuali, è estremamente vulnerabile a tematiche come il cambiamento climatico, temi su cui le Nazioni Unite agiscono da anni, ed è teatro di crisi politiche e conflitti devastanti“. Tutti motivi per i quali la sua voce dovrebbe essere ascoltata di più. Non a caso lo scorso agosto il segretario generale, Antonio Guterres, ha avallato nella sostanza le richieste dei Paesi africani.

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