Imperial War Museum: la memoria della guerra nel cuore di Londra

Ottobre 19, 2025 - 00:30
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Imperial War Museum: la memoria della guerra nel cuore di Londra

Nel cuore di Londra, tra il verde di Lambeth Road e l’eco lontana del Tamigi, si trova un luogo che non è soltanto un museo, ma una testimonianza viva del XX e XXI secolo. L’Imperial War Museum London, conosciuto da tutti come IWM London, racconta oltre cento anni di conflitti che hanno segnato la storia dell’umanità. Le sue sale, che ospitano armi, uniformi, opere d’arte, fotografie e diari, non celebrano la guerra, ma ne mostrano l’impatto umano, sociale e culturale. Entrarvi significa attraversare il tempo: dalle trincee della Prima guerra mondiale alle missioni moderne, dal coraggio individuale ai drammi collettivi.

Le origini di un museo nato in guerra

Ritratto in bianco e nero di Sir Alfred Mond, politico e fondatore dell’Imperial War Museum nel 1917 durante la Prima guerra mondiale.
Sir Alfred Mond, Commissario delle Opere Pubbliche, che nel 1917 propose la creazione dell’Imperial War Museum di Londra.

L’Imperial War Museum nacque nel 1917, nel pieno della Prima guerra mondiale, quando il governo britannico decise di documentare in modo sistematico lo sforzo del Paese nel conflitto. A proporlo fu Sir Alfred Mond, allora Commissario delle Opere Pubbliche, che intuì l’importanza di conservare non solo le armi e i documenti militari, ma anche le testimonianze civili. Il museo aprì per la prima volta al pubblico nel 1920 al Crystal Palace, per poi spostarsi nel 1924 a South Kensington e, infine, nel 1936 nella sede attuale di Lambeth Road, in un edificio che un tempo era l’ospedale psichiatrico Bethlem Royal Hospital, noto anche come Bedlam. Questa scelta non fu casuale: trasformare un luogo dedicato alla sofferenza mentale in uno spazio di memoria collettiva rappresentava una potente metafora di rinascita e consapevolezza.
Con il passare degli anni, la missione del museo si ampliò: da istituzione dedicata alla Grande Guerra a spazio che documenta tutti i conflitti che hanno coinvolto il Regno Unito e il Commonwealth dal 1914 ad oggi. Durante la Seconda guerra mondiale il museo chiuse temporaneamente per motivi di sicurezza e per proteggere le collezioni dai bombardamenti, ma la sua importanza come archivio nazionale di memoria rimase intatta.

Un museo che racconta le persone, non solo la guerra

Fin dalle origini, l’IWM si è distinto per un approccio profondamente umano: non è un museo di trofei militari, ma un luogo che racconta storie di vita, di perdita e di resilienza. Come ricordò il suo primo direttore, Sir Martin Conway, “non deve essere un monumento alla gloria militare, ma un museo per tutti”.
Oggi, il museo raccoglie milioni di reperti: lettere, fotografie, filmati, diari, interviste, opere d’arte, abiti e oggetti quotidiani. Tutto è esposto con l’obiettivo di spiegare cosa significhi davvero vivere una guerra. Le esposizioni mostrano come i conflitti abbiano trasformato le famiglie, le industrie, la cultura e perfino il linguaggio.
Visitando le gallerie si percepisce subito la volontà di stimolare la riflessione più che la celebrazione. Le installazioni audiovisive, spesso immersive, mettono al centro il visitatore, che non è spettatore distante ma partecipe emotivo. La guerra viene mostrata non come un evento glorioso, ma come un trauma collettivo da comprendere per non ripetere.

Panoramica dell’atrio dell’Imperial War Museum con aerei sospesi, carri armati e visitatori tra le gallerie di guerra.
L’atrio principale dell’Imperial War Museum London, con velivoli storici sospesi e mezzi militari esposti su più livelli.

Le grandi collezioni: dal fronte alle città

Le collezioni del museo sono tra le più vaste al mondo nel campo della storia militare moderna. Le Gallerie della Prima guerra mondiale, inaugurate nel 2014 in occasione del centenario del conflitto, rappresentano uno dei nuclei più suggestivi. Più di 1.300 oggetti raccontano la vita nelle trincee, la propaganda, la mobilitazione femminile e le trasformazioni sociali dell’epoca. Tra questi si trovano uniformi logore, armi d’epoca, lettere inviate dal fronte e fotografie inedite che restituiscono un’idea concreta di ciò che fu la “Grande Guerra”.
Altrettanto coinvolgenti sono le Gallerie della Seconda guerra mondiale e dell’Olocausto, completate nel 2021 dopo un lungo lavoro curatoriale. Queste sezioni mettono in luce non solo le battaglie, ma anche il vissuto delle vittime civili, la persecuzione degli ebrei e la resistenza delle comunità europee. L’allestimento, curato con criteri contemporanei, alterna oggetti storici, filmati d’archivio e ricostruzioni immersive. È un percorso che costringe a confrontarsi con il lato più oscuro della storia, senza mai cedere al sensazionalismo.
Tra i reperti più iconici spiccano il Supermarine Spitfire Mk Ia, simbolo della Battaglia d’Inghilterra, e la Macchina Enigma, utilizzata dai tedeschi per cifrare i messaggi militari durante la Seconda guerra mondiale. Entrambi raccontano la tensione tra tecnologia e umanità, tra ingegno e distruzione, che caratterizza i conflitti moderni.

Architettura e simbolismo della sede

L’edificio che ospita il museo contribuisce in modo significativo alla sua forza evocativa. L’ex Bethlem Royal Hospitalconserva ancora la maestosità neoclassica del XVIII secolo, con la grande cupola centrale che domina il paesaggio urbano di Lambeth. All’esterno, due enormi cannoni navali da 15 pollici — provenienti dalle corazzate HMS Ramillies e HMS Resolution — introducono il visitatore in modo diretto all’esperienza del museo.
L’interno è stato più volte ristrutturato, l’ultima nel 2014, con un progetto firmato dallo studio Foster + Partners, che ha ridefinito gli spazi in chiave contemporanea, mantenendo però un equilibrio tra impatto visivo e sobrietà. L’atrio principale, noto come Atrium, è una sorta di “cattedrale della memoria”: vi si trovano sospesi aerei, missili e veicoli bellici, in una composizione che richiama la sospensione della guerra tra cielo e terra, tra progresso e tragedia.
L’uso della luce naturale, filtrata da ampie vetrate, crea un’atmosfera che alterna introspezione e solennità. Ogni piano offre una prospettiva diversa: dalla vita dei soldati al fronte, alle storie dei civili, fino ai conflitti contemporanei, come Iraq e Afghanistan.

Veduta dall’alto dell’Imperial War Museum di Londra, con il caccia Spitfire e altri aerei sospesi nell’atrio centrale.
Vista dall’alto delle gallerie di Lambeth Road, dove l’Imperial War Museum espone i suoi aerei simbolo come lo Spitfire e l’Harrier.

L’arte come testimonianza di guerra

Uno degli aspetti più peculiari dell’Imperial War Museum è l’attenzione all’arte come forma di memoria. Fin dalla sua fondazione, il museo ha commissionato e raccolto opere d’arte che raccontano i conflitti da prospettive intime e soggettive. Artisti come Paul Nash, Henry Moore, Stanley Spencer e più recentemente Steve McQueen hanno contribuito con lavori che interpretano la guerra non solo come evento storico, ma come trauma esistenziale.
La Blavatnik Art, Film and Photography Galleries ospita una collezione permanente che unisce pittura, fotografia e cinema, esplorando il modo in cui la rappresentazione visiva ha modellato la percezione pubblica della guerra. In queste sale è evidente il potere dell’arte di elaborare la memoria collettiva, trasformando il dolore in racconto.
Molti visitatori restano colpiti dai poster di propaganda originale, come il celebre “Your Country Needs You” con il volto di Lord Kitchener, che incarnano la potenza dei messaggi visivi e la loro capacità di influenzare le masse. Altri si soffermano davanti alle opere più contemporanee, che riflettono sul terrorismo, i conflitti mediorientali e il ruolo dei media nel plasmare la coscienza collettiva.

Il valore educativo e civile del museo

Oltre a essere una delle istituzioni museali più visitate di Londra, l’IWM svolge una funzione educativa di enorme importanza. Le sue attività didattiche coinvolgono scuole, università e famiglie, promuovendo una cultura della memoria attiva. Le guide e i laboratori per bambini, ad esempio, non si limitano a descrivere fatti storici, ma incoraggiano la comprensione dei valori di pace, solidarietà e diritti umani.
Durante le festività nazionali, come il Remembrance Day, il museo diventa punto di riferimento per cerimonie e iniziative commemorative. L’obiettivo non è solo ricordare le vittime dei conflitti, ma anche riflettere su come le guerre influenzino ancora oggi la società contemporanea.
L’IWM collabora con diverse istituzioni internazionali, tra cui la UNESCO e il Commonwealth War Graves Commission, per diffondere la conoscenza della storia dei conflitti e promuovere la conservazione dei luoghi di memoria. L’esperienza della visita, gratuita per tutti, è pensata come un viaggio emotivo ed educativo che unisce passato e presente.

La bomba volante tedesca V-1 sospesa all’interno dell’Imperial War Museum di Londra, simbolo della Seconda guerra mondiale.
La temibile bomba volante V-1, parte della collezione dell’Imperial War Museum, rappresenta l’innovazione e la distruzione del conflitto mondiale.

Le altre sedi del network Imperial War Museums

L’IWM London fa parte di un network di cinque sedi che comprendono anche il Churchill War Rooms a Westminster, il Royal Air Force Duxford, l’IWM North a Manchester e l’IWM HMS Belfast ancorata sul Tamigi. Ciascuna di queste strutture contribuisce a completare il mosaico della memoria bellica britannica.
Le Churchill War Rooms, in particolare, rappresentano un viaggio affascinante nei sotterranei da cui Winston Churchill diresse la guerra. Duxford ospita una delle più imponenti collezioni di aeroplani d’epoca, mentre il museo di Manchester, progettato dall’architetto Daniel Libeskind, interpreta in chiave architettonica la frammentazione del mondo dopo il conflitto.
Questo sistema museale consente al visitatore di esplorare la storia militare britannica da molteplici prospettive: tecnologica, politica, culturale e umana.

Curiosità e simboli della memoria

Pochi sanno che la cupola del museo è stata spesso usata come punto di riferimento durante la Seconda guerra mondiale, visibile anche dai piloti della RAF. All’interno, l’esposizione di lettere personali e diari consente di ascoltare le voci autentiche di soldati e civili. Tra gli oggetti più commoventi vi sono le medaglie Victoria Cross e George Cross, custodite nella Lord Ashcroft Gallery, accompagnate da storie individuali di eroismo e sacrificio.
Un’altra curiosità riguarda l’uso delle nuove tecnologie: il museo ha digitalizzato gran parte delle sue collezioni, rendendole accessibili online sul sito ufficiale iwm.org.uk, dove è possibile esplorare archivi, fotografie e registrazioni audio. Questa apertura al digitale ha reso l’IWM una delle istituzioni più avanzate in Europa nella conservazione e diffusione del patrimonio storico.
Anche la mappa interattiva del museo, disponibile in PDF e versione mobile, aiuta a orientarsi tra le gallerie e a pianificare la visita secondo gli interessi personali.

Una memoria che parla al presente

Oggi l’Imperial War Museum è molto più di un luogo di conservazione: è uno spazio di confronto sul ruolo della guerra nel mondo contemporaneo. Le mostre temporanee esplorano temi attuali come i conflitti in Medio Oriente, la cyberwarfare e l’impatto delle guerre sui migranti e sulle popolazioni civili.
Il messaggio che emerge è chiaro: conoscere la guerra è il primo passo per costruire la pace. L’IWM si pone come coscienza critica della società moderna, ricordando che dietro ogni uniforme e ogni bandiera ci sono vite, scelte e sofferenze.
In un’epoca in cui la memoria rischia di dissolversi nell’istantaneità del presente, il museo continua a essere un punto di riferimento imprescindibile per chi vuole capire non solo la storia del Regno Unito, ma la natura stessa dell’umanità di fronte al conflitto.

Le immagini utilizzate sono su Common free license o tutelate da copyright. È vietata la ripubblicazione, duplicazione e download senza il consenso dell’autore.

Immagini interne e di copertina: By Peter Trimming, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=77959251, By Ashley Pomeroy – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=34088579, By IxK85 – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=8449234

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Redazione Redazione Eventi e News