Il gatto stava distruggendo la mia casa, mobili e divani pieni di graffi: ecco come sono riuscita a risolvere

Da quando ho accolto un gatto in casa, la convivenza non è stata sempre semplice.
I suoi comportamenti naturali, come il bisogno di graffiare e marcare il territorio, si sono spesso trasformati in piccoli grandi problemi per l’arredamento e per la gestione degli spazi domestici. All’inizio ho provato diversi rimedi, alcuni improvvisati e altri più mirati, ma non sempre con i risultati sperati.
Ammetto che ci sono stati momenti di frustrazione, in cui temevo di non riuscire a trovare un equilibrio tra le sue esigenze e la cura della casa. Poi ho capito che serviva un approccio diverso, meno istintivo e più ragionato, basato sulla comprensione del suo comportamento e su soluzioni pratiche da adattare alla quotidianità.
Comprendere il bisogno di graffiare
Capire perché un gatto graffia è stato il primo passo fondamentale. Non si tratta di un capriccio o di un comportamento da correggere con punizioni, ma di un istinto naturale che fa parte della sua vita quotidiana. I graffi servono a marcare il territorio, a mantenere le unghie in buona salute, a stirare i muscoli dopo il riposo e persino a sfogare energia in eccesso.
Vedere i graffi come un’esigenza fisiologica e non come un dispetto cambia radicalmente l’approccio al problema. Ho notato che il mio gatto tendeva a graffiare maggiormente al risveglio, oppure quando era agitato o desiderava richiamare l’attenzione: in quei momenti era chiaro che cercava un modo per esprimere se stesso.
Per questo ho deciso di offrirgli delle alternative, progettando piccoli angoli dedicati. Ho sperimentato diversi tiragraffi, sia verticali che orizzontali, in materiali come corda, cartone pressato e moquette, finché ho trovato quelli che attiravano davvero la sua curiosità.
Posizionare questi accessori vicino ai mobili più colpiti si è rivelata una scelta vincente: accanto al divano, vicino alle finestre e persino accanto al letto. In parallelo, ho provato spray deterrenti naturali sulle superfici da proteggere, così da renderle meno invitanti senza recare fastidio al suo olfatto delicato.
Rinforzi, routine e modifiche ambientali
Convivere con un gatto significa imparare che la costanza è la vera alleata. Ogni volta che il mio micio utilizzava il tiragraffi giusto, lo premiavo con carezze, parole dolci o piccoli snack. Questo semplice gesto, ripetuto con regolarità, ha reso più forte l’associazione positiva e lo ha invogliato a ripetere il comportamento.
Ho capito presto che le punizioni non funzionano: non solo non risolvono il problema, ma aumentano ansia e diffidenza. Premiare i comportamenti corretti, invece, rafforza il legame e crea fiducia reciproca. Un altro aspetto fondamentale è stato creare una routine: giochi al mattino per scaricare l’energia, momenti di coccole nei momenti di calma e spazi dedicati al movimento e all’arrampicata.
Così facendo, il gatto ha imparato a sfogarsi in modo sano, senza riversare frustrazione sui mobili. Ho anche modificato alcuni dettagli della casa: tessuti più resistenti sui divani, coperture per proteggere i punti più delicati e tiragraffi ben stabili, perché quelli instabili vengono ignorati.
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