La Cei: «Sia pace in Terra Santa»

Settembre 25, 2025 - 11:00
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La Cei: «Sia pace in Terra Santa»
La Veglia di preghiera con i giovani svoltasi a Gorizia (foto Ilaria Tassini)

“Da una terra di cicatrici, a cavallo e intorno ai due conflitti mondiali, vogliamo pensare a tutti le cicatrici del mondo, pensando che è possibile cambiare. Da questa linea di confine, abbiamo pensato a tutti i confini, da questa realtà di incontro abbiamo pensato a tutte le possibilità di incontro tra i popoli”. Così mons. Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei ha sintetizzato sia il senso della “tre giorni” di lavoro a Gorizia, sia quello della Nota diffusa oggi per invocare la pace in Terra Santa. “Attraversare, ieri sera, quella piazza nel punto esatto dove passava un confine tragico, che ha provocato 150 morti – il riferimento alla Veglia di ieri sera in piazza Transalpina – ha significato che un mondo diverso è possibile, perché la morte non può essere l’ultima parola”.

“Non possiamo restare in silenzio di fronte alla drammatica escalation di violenza, al moltiplicarsi di atti di disumanità, all’annientamento di città e di popoli”, l’appello lanciato dai vescovi italiani nella Nota “Sia pace in Terra Santa”, diffusa a conclusione dei lavori. In una terra di confine segnata da integrazione e dialogo, i presuli hanno ribadito l’urgenza di promuovere la pace insieme ai vescovi di Slovenia e Croazia, sottoscrivendo un documento congiunto che riafferma “la nonviolenza, il dialogo, l’ascolto e l’incontro come metodo e stile di fraternità”.

“Chiediamo con forza che a Gaza cessi ogni forma di violenza inaccettabile contro un intero popolo e che siano liberati gli ostaggi”, l’appello, insieme a quello affinché “si rispetti il diritto umanitario internazionale, ponendo fine all’esilio forzato della popolazione palestinese, aggredita dall’offensiva dell’esercito israeliano e pressata da Hamas”. Il documento ribadisce che “la prospettiva di ‘due popoli, due Stati’ resta la via per un futuro possibile” e invita il governo italiano e le Istituzioni europee a fare tutto il possibile per il cessate il fuoco.

La Cei si unisce agli appelli della società civile e accoglie l’invito di papa Leone a “pregare, ogni giorno del prossimo mese, il Rosario per la pace, personalmente, in famiglia e in comunità”. In particolare, i vescovi esortano a partecipare, l’11 ottobre alle 18, alla Veglia del Giubileo della spiritualità mariana in piazza San Pietro, occasione in cui si ricorderà anche l’anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II.

“Rispetto a un dramma di questo genere, nessuno può dire di aver fatto il possibile”, ha detto Baturi rispondendo alle domande dei giornalisti sull’appello al governo e all’Europa rivolto nella Nota a proposito della situazione in Terra Santa. L’intenzione della Cei è “chiedere che si faccia il possibile per ristabilire la legalità e dare una prospettiva di stabilità, giustizia e libertà tra i due popoli, secondo la soluzione auspicata dalla Santa Sede dei due popoli e due Stati. Che due popoli vivano in pace, in due Stati è possibile, ma dentro un coinvolgimento della comunità internazionale e all’interno del ripristino del diritto internazionale”. Quello della Chiesa italiana, in altre parole, “è un atteggiamento per la pace globale, non motivato da una situazione geopolitica: dove la gente soffre, deve essere garantita una situazione di libertà. A Gaza ci sono sofferenze ingiustificabili, intollerabili, inconcepibili: l’amore per l’uomo comporta la denuncia di tutte quelle situazioni incompatibili con la dignità umana”. “La mobilitazione della Chiesa italiana è già in atto”, ha aggiunto Baturi a proposito del suo viaggio a Gerusalemme annunciato per prossimi giorni: “vado  per portare fraternità alla comunità cristiana che soffre, perché l’aiuto possa essere per tutti, come fa la parrocchia di Gaza. Vado sapendo quanto grande sia l’attenzione del popolo italiano per questa sofferenza e perché questa sofferenza abbia termine”.

Il presule ha inoltre reso noto che i vescovi italiani stanno preparando un documento “che in modo organico parli di educazione alla pace”, con un’attenzione particolare ai giovani, e ha ricordato che il Cammino sinodale della Chiesa italiana prosegue: il testo scaturito dal percorso delle prime due assemblee “non è blindato e non c’è stata nessuna censura”, ha precisato rispondendo alle domande dei giornalisti. Frutto di sei mesi di lavoro condiviso tra la Presidenza della Cei, il Comitato del Cammino sinodale e gli Organismi della Conferenza episcopale, raccoglie gli emendamenti emersi nella seconda Assemblea sinodale e sarà consegnato nei prossimi giorni ai delegati diocesani. “Il Cammino sinodale verrà chiuso dall’81ª Assemblea generale (Assisi, 17-20 novembre 2025) con la ricezione del Documento di sintesi. I vescovi hanno fissato le tappe successive fino alla 82ª Assemblea (Roma, 25-28 maggio 2026), indicando la costituzione di un gruppo che elaborerà delibere, priorità e prospettive pastorali.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia