Muore suicida in carcere a Como dopo il coinvolgimento in una rivolta: era appena uscito dall’ospedale

È morto suicida uno dei detenuti coinvolti nella rivolta che si era verificata lo scorso 13 novembre nel carcere Bassone di Como.

Il giovane, di soli 24 anni, è stato trovato impiccato mercoledì sera nella sua cella, dove era tornato dopo essere stato dimesso dall’ospedale Sant’Anna per le conseguenze di un trauma da schiacciamento al torace.

Ferimento avvenuto proprio la scorsa settimane durante le tensioni esplose nel penitenziario lombardo che avevano coinvolto oltre 150 detenuti. Nella rivolta, secondo quanto ricostruito, aveva aggredito un agente della penitenziaria provocandogli con un pugno la frattura del setto nasale, salvo poi tentare di passare attraverso le sbarre di un cancello rimanendovi incastrato.

Gli altri rimasti feriti erano agenti di polizia penitenziaria portati per accertamenti, in codice verde, all’ospedale Sant’Anna di Como.

Le tensioni sarebbero esplose dopo un “tentativo d’evasione fallito“, ha spiegato Gennarino De Fazio, segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria. Una situazione degenerata, al punto da richiedere l’intervento di rinforzi in tenuta antisommossa da Milano e altri istituti lombardi.

A Como la situazione nel carcere è da tempo problematica. Il Bassone è infatti senza un Garante dei detenuti, figura chiave per la tutela di chi è recluso dietro le sbarre per monitorare le condizioni all’interno dell’istituto. La casa circondariale di Como è in cima alle classifiche relative al sovraffollamento delle carceri italiane. Gli ultimi dati disponibili, risalenti allo scorso mese di luglio, davano conto della presenza di 424 detenuti a fronte di una capienza ferma a quota 265.