Nella frenesia di Milano il silenzio delle Carmelitane, davanti a Dio per tutti


A Milano, a due passi da piazza Firenze, circondata da abitazioni e attività commerciali, spicca una storica costruzione in mattoni rossi, ben visibile dalla strada: è il Monastero delle Carmelitane Scalze, in via Marcantonio Colonna 30, che in questi giorni festeggia il suo centenario di fondazione. La prima solenne celebrazione, domenica 21 settembre alle 18, sarà presieduta dall’arcivescovo Mario Delpini, mentre il 25 settembre (data di fondazione) alle 18 la Messa sarà celebrata da padre Attilio Viganò con i padri Carmelitani. Seguirà, dal 28 al 30 settembre, un Triduo in onore di santa Teresa di Gesù Bambino, e il 1° ottobre alle 18, nella solennità della Santa, la celebrazione sarà presieduta da monsignor Walter Magni, Vicario episcopale per la vita consacrata.
La presenza della comunità di monache, oggi più che mai, sembra stridere nella Milano degli affari, del traffico e della frenesia. Nel silenzio del loro monastero le claustrali dedicano la loro vita alla contemplazione e alla preghiera («ancor più adesso, in questo momento travagliato di molti fuochi di guerre nelle diverse parti del mondo: in Medio Oriente, in Ucraina, in Libia, e l’elenco dei luoghi potrebbe proseguire», si legge nel sito web).
«Festeggiare i cento anni di fondazione del Monastero – dice la madre priora suor Margherita Signorotto – significa soprattutto ringraziare il Signore per la fedeltà con cui ha accompagnato e custodito la vocazione nostra e delle sorelle che ci hanno precedute, e rinnovare il nostro “sì” a Lui per continuare con gioia in questo cammino di preghiera e offerta per tutta la Chiesa e in particolare in questa città».
Nella frenetica Milano, sapere che c’è un’oasi di pace, con una comunità di monache sembra una contraddizione…
Nella frenetica Milano, c’è più di un’oasi di pace, ringraziando il Signore. Il Carmelo, come lo ha voluto santa Madre Teresa di Gesù, è una realtà principalmente cittadina, in cui, nel silenzio e nel nascondimento, si «sta davanti a Dio per tutti», come diceva santa Edith Stein. Inoltre, nel silenzio e nel nascondimento lavoriamo per mantenerci, condividendo così la realtà di tutti i nostri fratelli.
La clausura non vi isola dalla città e dai problemi della gente. Molti bussano alla vostra porta. Cosa vi chiedono?
Ci sono molte richieste di persone che affidano alla nostra preghiera le loro necessità: per chi è malato, per il ritorno alla fede, per i propri figli, per la pace nelle famiglie… A volte hanno bisogno semplicemente di essere ascoltate e consolate perché sole.
Quali sono i tratti di spiritualità di Santa Teresa di Gesù Bambino che ispirano il vostro agire quotidiano?
Direi che sono principalmente tre: l’abbandono fiducioso in Dio, che ci ama infinitamente e per sempre; l’amore fraterno, che scaturisce dalla relazione di amicizia con il Signore nella preghiera; lo slancio missionario che nasce dalla consapevolezza che la nostra preghiera e il nostro agire hanno un valore apostolico, come la stessa santa Teresa di Gesù Bambino aveva compreso molto bene.
Oggi molti istituti religiosi di vita attiva sono in crisi, c’è un calo di giovani che scelgono questa vocazione, mentre la radicalità claustrale sembra attirare di più…
Forse quello della scelta di radicalità era più forte qualche anno fa… Ora anche noi sperimentiamo un calo di vocazioni, anche se forse non come gli istituti di vita attiva. Ma sicuramente è un po’ generale in tutta la Chiesa, in quanto mi sembra che si stia vivendo la fatica nella vita di fede.
Qual è la tua reazione?






