Perché a quasi 12 anni dalla scomparsa ripartono le ricerche del relitto del volo MH370?
A quasi 12 anni dalla scomparsa del volo MH370 della Malaysia Airlines, le autorità malesi riavviano le operazioni di ricerca del relitto. Dal 30 dicembre verranno nuovamente esplorate le acque profonde dell’Oceano Indiano meridionale, dopo la sospensione avvenuta lo scorso aprile a causa delle condizioni meteorologiche avverse. Il ministero dei Trasporti malese ha confermato che la nuova missione mira a far luce su uno dei più grandi misteri dell’aviazione civile.
La nuova missione di 55 giorni
Le operazioni dureranno 55 giorni e si concentreranno su un’area definita come la più promettente per individuare l’aereo. Le ricerche saranno svolte dall’azienda statunitense Ocean Infinity, già coinvolta nelle precedenti campagne del 2018 e in quelle avviate a febbraio. L’accordo con il governo malese prevede che, in caso di ritrovamento di parti del relitto, la società riceverà un compenso di 70 milioni di dollari.
Un mistero ancora irrisolto dopo 11 anni
Il volo MH370, un Boeing 777 con 239 persone a bordo, scomparve l’8 marzo 2014 mentre da Kuala Lumpur era diretto a Pechino. Dopo l’ultima comunicazione, avvenuta 38 minuti dopo il decollo, l’aereo uscì dai radar civili ma continuò a essere tracciato da quelli militari mentre deviava nettamente dalla rotta prevista. Nonostante la più imponente operazione di ricerca nella storia dell’aviazione, il relitto non è mai stato ritrovato. Le cause dell’incidente restano ignote: esclusi i guasti meccanici, non si possono escludere interferenze esterne o un intervento umano.
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