Recensione DJI Osmo Nano: la action cam "lifestyle" che indossi (quasi) senza accorgertene

Settembre 23, 2025 - 19:30
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Recensione DJI Osmo Nano: la action cam "lifestyle" che indossi (quasi) senza accorgertene

DJI Osmo Nano è progettata per essere prima di tutto indossabile. Le dimensioni compatte (57 × 29 × 28 mm) e il peso di soli 52 grammi la rendono una delle action cam più leggere mai realizzate.

Al contrario di altri modelli pensati per essere fissati principalmente su mezzi di trasporto o altri oggetti, la Osmo Nano vuole essere come una spilla da portare sempre con sé, fermo restando che il suo aggancio magnetico e i tanti accessori disponibili consentono di ancorarla pressoché ovunque.

La camera integra infatti magneti su più lati, permettendo un aggancio immediato e sicuro sia agli accessori ufficiali (clip da cappello, cordino da collo, fascia da testa) sia alla dock multifunzione (che opera anche in modalità wireless, ma di questo parleremo poi).

Nella pratica, significa poter passare rapidamente da una ripresa in soggettiva a un'inquadratura frontale senza smontare supporti o complicarsi con adattatori. È un approccio che ricorda quello di Insta360 Go, ma l'integrazione tra camera e dock della DJI è ancora più raffinata. Del resto le due aziende sembrano particolarmente in rivalità ultimamente, visto anche l'ingresso di Insta360 nel mondo dei droni e di solito, quando due aziende si fanno concorrenza serrata, chi ci guadagna di più siamo noi consumatori.

Dal punto di vista dei materiali, Osmo Nano lascia qualche spunto di riflessione. La scocca è costruita in plastica leggera, necessaria per contenere peso e dimensioni, con un minimo di trasparenza che non dispiace dal punto di vista estetico. Al tatto non c'è però un feeling "premium", ma questa è una cosa che si perdona facilmente.

Il copriobiettivo è removibile, il che risulta comodo nell'uso più intenso, durante il quale il vetro potrebbe danneggiarsi, consentendo di sostituirlo in un attimo. Inoltre, DJI ha previsto una custodia protettiva inclusa nella confezione, utile non solo per il trasporto ma anche per le sessioni più lunghe, quando la camera tende a scaldarsi.

Un altro punto di forza è la resistenza all'acqua. La fotocamera, senza alcuna custodia, è impermeabile fino a 10 metri di profondità. Attenzione però: la dock multifunzione non è impermeabile, quindi va rimosso prima di entrare in acqua. Ma di questo fondamentale accessorio riparleremo nel paragrafo dedicato.

Il cuore di DJI Osmo Nano è un sensore da 1/1,3 pollici, un sensore non enorme, per ovvie ragioni, ma che comunque la colloca subito in una fascia alta nel mondo delle action cam compatte.

DJI dichiara fino a 13,5 stop, un valore che, pur teorico, si traduce effettivamente in una capacità superiore di recupero delle alte luci e dei dettagli nelle ombre rispetto, anche in condizioni di forte contrasto. La (relativamente) ampia superficie del sensore permette infatti di catturare più luce e di gestire meglio le situazioni critiche, come i controluce o le scene notturne. Questo si traduce in immagini più pulite, con meno rumore digitale e una gamma dinamica più estesa.  

Osmo Nano supporta registrazione a 10-bit e profilo D-Log M (sempre a 10 bit), due elementi che ammiccano a chi fa color grading o comunque a chi voglia post-elaborare le riprese con un buon grado di libertà.

Il 10-bit permette di catturare un miliardo di colori contro i 16,7 milioni dell'8-bit, riducendo i banding nelle sfumature di cielo o nelle tonalità uniformi. D-Log M, invece, preserva maggiori informazioni di colore e luminosità, offrendo più margine di manovra in post-produzione.

La registrazione arriva a 4K@60 fps, con la possibilità di spingersi fino a 4K@120 fps in slow motion. Impossibile chiedere di più, anche solo per i problemi termici che deriverebbero dalla registrazione a risoluzioni maggiori, per non parlare dell'autonomia.

Accanto alla qualità d'immagine, la stabilizzazione è un aspetto cruciale. Osmo Nano integra due tecnologie: RockSteady 3.0 (lunghezza focale equivalente a 15mm), la classica stabilizzazione elettronica che attenua i tremolii senza penalizzare troppo il senso di movimento, e HorizonBalancing, che mantiene l'orizzonte livellato entro ±30° (lunghezza focale equivalente 17mm).

Nella pratica, RockSteady è ideale per attività sportive e scene ad alto movimento, mentre HorizonBalancing diventa prezioso per riprese in soggettiva, quando la camera è fissata in testa o su accessori che inevitabilmente si inclinano. Il risultato è sorprendentemente stabile, al punto da avvicinarsi a quello di un gimbal, pur con le limitazioni tipiche della stabilizzazione digitale.

La stabilizzazione RockSteady può a sua volta essere regolata su tre livelli:

  • ogni giorno, adatto per scenari che non presentano troppi movimenti come camminata o vlog;
  • sport, adatto per le attività come ciclismo, corsa, ecc. La sfocatura dovuta al movimento verrà rimossa, mentre l'anti-sfarfallio potrebbe non essere disponibile;
  • riduzione sfocatura di movimento, se abilitato, la sfocatura di movimento sarà ridotta in ambienti di scarsa illuminazione, allo stesso tempo la luminosità dell'immagine potrebbe diminuire e l'anti-sfarfallio non sarà disponibile.

In condizioni di scarsa illuminazione possiamo usare la modalità SuperNight, che arriva al massimo in 4K@30fps. Di fatto si tratta di usare algoritmi di riduzione del rumore per sopperire ai limiti fisici del sensore: pur essendo più grande della media, resta comunque piccolo rispetto a uno smartphone premium. Le riprese notturne sono quindi buone per un'action cam di questo tipo, ma nulla di più. DJI ha comunque fatto un lavoro notevole nel mantenere dettagli leggibili e colori naturali, senza eccessivo impastamento.

Un ultimo aspetto riguarda il campo visivo. È possibile scegliere tra ultra ampio (FOV 143° senza stabilizzazione), grandangolo e dewarp. Questo permette di includere molto contesto, utile per riprese immersive, ma obbliga a valutare bene la composizione: senza un attento posizionamento, si rischia di avere distorsioni marcate o parti indesiderate nell'inquadratura, e qui la dock è un aiuto essenziale.

DJI non si è limitata al "compitino" però, perché ha farcito la Osmo Nano di altre funzioni utili e peculiari, che magari non torneranno utili in ogni occasione, ma che è bene sottolineare.

  • Controllo gestuale:
    • Tocca: quando è spenta, Osmo Nano inizierà la registrazione automatica dopo due colpetti, per la durata dell'intervallo pre-impostato. Funziona abbastanza bene, ma il rilevamento del tocco non è sempre infallibile. Comodo però il fatto di poter scegliere la durata e la modalità di ripresa, rendendolo una alternativa alla pressione del tasto.
    • Fai un cenno col capo: quando è installata sul un caso o messa in testa, e spenta, Osmo Nano avvierà la registrazione autoomatica dopo due cenni del capo. Queste due modalità possono essere personalizzate e combinate a piacere.
  • Controllo vocale: pronunciando alcuni comandi in inglese è possibile scattare foto o registrare video, o anche spegnere la fotocamera. Utili e funzionali, ma ci vuole un po' di pratica. Non confidiamo nell'arrivo a breve dell'italiano.

È possibile anche personalizzare i pulsanti fisici, sia quello presente sulla fotocamera che quello sulla dock, con azioni per clic singolo e doppio clic.

Altro elemento interessante è la Pre-Registrazione. Questa modalità mantiene un buffer video attivo (minimo 5 secondi, massimo 5 minuti): quando l'utente preme il pulsante di registrazione, il file salvato include anche i secondi precedenti. È una funzione apparentemente semplice, ma che nella pratica evita di perdere momenti imprevisti, tipici di attività outdoor o sport.

Accanto a questa c'è la Loop Recording, che sovrascrive automaticamente i filmati più vecchi, pensata per contesti come la guida o le riprese in cui non si può prevedere l'esatto momento saliente (minimo 5 minuti, massimo un'ora).

E ovviamente, in un mondo dominato da TikTok, Instagram e YouTube Shorts, è possibile passare alla registrazione verticale in qualsiasi momento semplicemente ruotando la Osmo Nano

Da segnalare che è possibile collegare direttamente fino a due microfoni wireless DJI, senza bisogno di un ricevitore esterno. In questo modo non solo la qualità audio è superiore, ma il microfono stesso può avviare la registrazione a distanza, diventando una sorta di telecomando. Peccato che manchi la compatibilità con i DJI Mic di prima generazione, per ragioni che ci sfuggono. In compenso c'è il backup audio dal microfono integrato in WAV (solo per i video in modalità "normale"), una funzione sempre molto apprezzata e presente anche in altri dispositivi DJI.

A questo proposito, Osmo Nano integra due microfoni stereo che garantiscono un suono nitido e una buona spazialità. Vanno abbastanza bene per vlog (meglio usare il mono per evitare differenze a volte troppo marcate tra i due canali), registrazioni ambientali e sport all'aperto, anche se non raggiungono certo la definizione di soluzioni dedicate e soffrono un po' il forte vento.

Il punto debole, prevedibile, di ogni dispositivo così piccolo e compatto è l'autonomia. Osmo Nano non fa del tutto eccezione, ma c'è un "ma": la dock multifunzione, che è un vero e proprio hub operativo.

Touchscreen OLED da 1,32", funzione di ricarica rapida (80% in 20 minuti), slot microSD per il trasferimento veloce dei file e porta USB-C per la ricarica e il trasferimento dati.

Sulla Osmo Nano non c'è infatti alcun tipo di porta e la dock diventa quindi l'unico modo per interfacciarvisi e per ricaricarla. Semplicemente agganciando magneticamente i due possiamo vedere lo stato preciso di carica di entrambi, e per utilizzare tutte le modalità di ripresa della Osmo Nano la dock è indispensabile.

A livello di design, la connessione è semplice e immediata: si può agganciare la camera in entrambe le direzioni, passando in un attimo da modalità selfie a ripresa frontale.

Ma la cosa più importante da sapere è che Osmo Nano e dock comunicano via wireless. Non occorre infatti agganciare la dock alla cam per poterla utilizzare: basta che siano vicine ed è possibile usare la dock per controllare in tutto e per tutto la Osmo Action, come un telecomando remoto e il ritardo di trasmissione del segnale video è quasi impercettibile. Inutile sottolineare come tutto ciò apra nuove possibilità di ripresa, non disponibili con una classica action cam.

La Osmo Nano ha una batteria da 530 mAh mentre la dock da 1.300 mAh, quindi in grado di ricaricarla completamente un paio di volte. 

L'autonomia della sola camera è di circa 90 minuti in 1080p e di 50 minuti in 4K@30fps. Non aspettatevi però di triplicare questi valori con la dock, a causa anche del consumo di quest'ultima. Più o meno siamo sui 200 minuti di registrazione in 1080p@24 fps oppure circa 110 minuti in 4K@30 fps, quando i due elementi sono collegati. Chiaramente questi tempi dipendono anche dalle condizioni e dalle modalità di ripresa, e c'è anche la modalità risparmio energetico che qualcosa in più dovrebbe garantire.

Ecco, semmai il punto debole è un altro: nessuna delle due batterie è removibile, il che significa che, col passare del tempo, l'autonomia massima non potrà che diminuire.

Il dock offre anche uno slot microSD e la possibilità di trasferire file alla massima velocità (fino a 600 MB/s con la versione da 128 GB, 400 MB/s con la 64 GB). È importante notare però che Osmo Nano registra solo sulla memoria integrata e non direttamente sulla microSD: una scelta che può sembrare limitante, ma che in realtà garantisce maggiore affidabilità e velocità di scrittura. Una volta collegata la dock è possibile trasferire tutto sulla eventuale microSD con un paio di tocchi.

Attenzione poi all'uso in acqua: solo la camera è impermeabile, la dock non lo è, e forse questa differenza potrebbe creare un po' di confusione, anche perché spezza un po' la continuità d'uso. Del resto è un limite intrinseco al design modulare, ma per la maggior parte degli scenari quotidiani il bilanciamento tra autonomia e versatilità rimane più che convincente.

DJI Osmo Nano arriva sul mercato in due configurazioni ufficiali, una con 64 e l'altra con 128 GB di memoria integrata, al prezzo rispettivamente di 279 e 309 euro.

Entrambi i pacchetti includono non solo la camera ma anche la dock multifunzione, clip magnetica per cappello, cordino magnetico, custodia protettiva, cavo USB-C PD e adattatore magnetico con testa sferica.

Si tratta di un buon prezzo, che riesce a superare al ribasso quello di una Insta360 Go 3 o anche di una GoPro HERO 13 (che è comunque un'altra cosa), e lo fa con un nutrito pacchetto di accessori incluso. Chi cerchi un dispositivo a metà tra una action cam e una "camera lifestyle" ha da oggi una valida alternativa in più.

Il sample per questa recensione è stato fornito da DJI, che non ha avuto un'anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario. Qui trovate maggiori informazioni su come testiamo e recensiamo dispositivi su SmartWorld.

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