Voti in cambio di appalti ai clan, terremoto politico-giudiziario nel Casertano: arrestata candidata alle Regionali con FI
Un mini terremoto politico-giudiziario ad un mese dal ritorno alle urne degli elettori campani, con le elezioni regionali previste il 23 e 24 novembre prossimi. Una indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli e condotta dalla Guardia di Finanza di Marcianise ha condotto all’arresto di sei persone, di cui due in carcere e 4 ai domiciliari.
Tra questi ci sono il sindaco di Santa Maria a Vico (Caserta) Andrea Pirozzi, la vicesindaca e candidata alle Regionali con Forza Italia Veronica Biondo, l’ex assessore Marcantonio Ferrara e il consigliere comunale Giuseppe Nuzzo. In carcere sono finiti invece due esponenti del locale clan Massaro, Raffaele Piscitelli e Domenico Nuzzo, alias Mimmariello. I sei rispondono a vario titolo dei reati di scambio elettorale politico mafioso, induzione indebita a dare o promettere utilità, rilevazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e favoreggiamento personale.
Quelli di Pirozzi e Biondo sono i due nomi più altisonanti dell’indagine. Solamente pochi giorni fa, il 19 ottobre, la vicesindaca di Santa Maria a Vico Biondo aveva presentato la sua candidatura al Consiglio regionale alla presenza del gotha di Forza Italia campano: presenti l’eurodeputato e coordinatore regionale Fulvio Martusciello, il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri, il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Tullio Ferrante.
L’indagine che ha portato agli arresti odierni nasce nel 2020, poco prima delle elezioni comunali che aveva portato alla fascia tricolore l’attuale sindaco Pirozzi. Tornata elettorale che, secondo la DDA di Napoli, era stata compromessa dagli interessi del clan Massaro, in particolare sui lavori di ampliamento del cimitero comunale.
Un quadro che si è allargato col proseguimento delle indagini: il sostegno del clan avrebbe interessato non solo Pirozzi, ma anche un candidato di una lista avversaria, che però era necessario far eleggere al Consiglio comunale per fargli mantenere il ruolo di consigliere provinciale. Nelle intercettazioni, spiegano dalla Procura, i due esponenti del clan finiti in carcere sarebbero stati addirittura a conoscenza in anticipo dell’esito del voto, tanto da preannunciare ai vari candidati anche quale sarebbe stato il loro ruolo nell’amministrazione una volta eletti.
Al centro degli interessi del clan Massaro non solo i lavori del cimitero, in particolare per la costruzione di un impianto di cremazione attiguo con l’affidamento del servizio ad una società di cui uno degli affiliati al clan era socio occulto. Il clan avrebbe infatti ottenuto dal Comune anche la concessione comunale per la gestione di un chiosco-bar nella frazione San Marco, senza versare alcun canone all’ente locale: bar tra l’altro interessato da gravi abusi edilizi e che per questo doveva essere abbattuto. Altra fonte di proventi illegali avrebbe dovuto riguardare la gestione di un’area fieristica la cui realizzazione prevedeva l’emanazione di un apposito regolamento comunale per il quale si sarebbero attivati alcuni esponenti del Consiglio comunale coinvolti nelle indagini.
Inchiesta che ha spinto Forza Italia a rimuovere dalla lista dei candidati per le prossime Regionali Veronica Biondo. Ad annunciarlo è stato il coordinatore regionale del partito, Fulvio Martusciello: “Siamo un partito garantista, non facciamo nessuna valutazione su quello che è accaduto. Prendiamo atto e ovviamente stasera Biondo non sarà in lista. Questo non significa che non esprimiamo fiducia nella magistratura e facciamo gli auguri a Veronica perché possa chiarire quanto prima la propria posizione”.
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