Attacco alla biodiversità: dobbiamo abolire la caccia, non deregolamentarla

Settembre 12, 2025 - 17:00
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Attacco alla biodiversità: dobbiamo abolire la caccia, non deregolamentarla
caccia

Edo Ronchi, presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile, denuncia un tentativo di deregolamentare la caccia attraverso il disegno di legge 1552 che vuole rendere più semplice praticare l’attività venatoria, senza preoccuparsi della tutela prioritaria della fauna selvatica in declino

Deregolamentare la caccia e rendere più facile praticarla? A favore di chi? Nel nostro Paese, secondo un sondaggio Swg condotto a maggio 2025, infatti, il 69% degli italiani si è detto favorevole a maggiori tutele ambientali e si è espresso contro la deregolamentazione dell’attività venatoria, mentre solo lo 0,9% è favorevole a un allentamento delle norme sulla caccia.

Perché, dunque, la maggioranza politica vuole stravolgere la Legge 157 che regola la protezione della fauna selvatica e l’attività venatoria, attraverso il disegno di legge 1552 attualmente all’esame del Senato?

A differenza della legge 157, questa controriforma – dichiara Edo Ronchi, presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile – punta a facilitare l’attività venatoria, senza occuparsi della priorità della tutela della fauna selvatica che è in condizioni critiche, sottoposta anche alle pressioni preoccupanti dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento e dei pesticidi usati in agricoltura, al punto che molte specie sono diventate scarse e diverse sono a rischio di estinzione“.

Quali sono i contenuti principali del Ddl 1552

Il disegno di legge (Ddl) 1552, presentato al Senato della Repubblica nella XIX Legislatura, è un provvedimento fortemente controverso che mira a modificare la legge 11 febbraio 1992, n. 157 – Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio.

La legge quadro del 1992 regola attualmente l’attività venatoria in Italia, stabilendo limiti temporali (dal 15 settembre al 31 gennaio, con deroghe regionali limitate), territoriali (divieti in aree protette e demaniali) e quantitativi (per esempio, limiti sui richiami vivi), in linea con le direttive europee sulla biodiversità e la Convenzione di Berna.

Il nuovo testo, sostenuto dal Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e firmato inizialmente da esponenti del centrodestra come i senatori Malan (Fratelli d’Italia), Romeo (Lega), Gasparri (Forza Italia) e Salvitti (Civici d’Italia), propone una serie di cambiamenti orientati verso una maggiore deregolamentazione dell’attività venatoria.

In particolare, i promotori vogliono introdurre una estensione dei periodi di caccia, un ampliamento delle aree accessibili (anche in aree demaniali e protette), la liberalizzazione dei richiami vivi, la riduzione dei giorni di silenzio venatori, semplificazioni sulle armi e maggiore enfasi su gestione e tradizione venatoria rispetto alla tutela ambientale, con potenziali sanzioni più severe per le proteste ambientaliste rispetto alle violazioni venatorie.

Per Ronchi, il nuovo disegno di legge, citando l’eccessiva diffusione dei cinghiali, contiene un elenco sostanzioso di misure di controriforma, non considerando il parere tecnico dell’Ispra che verrebbe eleminato completamente per la definizione dell’elenco delle specie cacciabili, affidata a un atto esclusivamente politico.

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