Acqua, l’Ue aggiorna l’elenco delle sostanze inquinanti. Ma le sigle green: «Tempi troppo lunghi per le nuove norme»

Settembre 25, 2025 - 00:30
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Acqua, l’Ue aggiorna l’elenco delle sostanze inquinanti. Ma le sigle green: «Tempi troppo lunghi per le nuove norme»

Ieri il via libera da Strasburgo e oggi la spinta da Bruxelles. I vertici europei aggiungono un altro tassello nella lotta alle sostanze inquinanti che possono impattare nella qualità delle acque superficiali e sotterranee all’interno dei confini comunitari. Un primo passo formale è arrivato ventiquattr’ore fa dalla presidenza del Consiglio europeo e dai rappresentanti del Parlamento europeo, che hanno raggiunto un accordo politico provvisorio su una proposta di direttiva volta a rivedere e aggiornare gli elenchi delle sostanze inquinanti che incidono sulle acque superficiali e sotterranee e le corrispondenti norme regolamentari. L'accordo, spiegano da Strasburgo, aggiorna gli standard di qualità ambientale per una serie di sostanze inquinanti e ne aggiunge di nuovi, allineando la politica dell'Ue in materia di acque alle più recenti evidenze scientifiche.

Il Consiglio europeo sottolinea che questa revisione rappresenta un passo importante per la salvaguardia della qualità dell'acqua in Europa: rafforza il quadro normativo per la lotta contro le sostanze chimiche nocive, migliora il monitoraggio e garantisce che le norme rimangano coerenti con i piani di gestione dei bacini idrografici che guidano l'attuazione della politica in materia di acque in tutta l'Ue.

Tra le nuove sostanze introdotte ci sono pesticidi, prodotti farmaceutici, bisfenoli e sostanze per- e polifluoroalchiliche (Pfas). L'acido trifluoroacetico (Tfa), un prodotto di degradazione di alcune Pfas, sarà aggiunto alla somma inizialmente proposta di 24 Pfas per le acque superficiali. Viene inoltre introdotto uno standard cumulativo per i pesticidi nelle acque superficiali, fissato a 0,2 µg/l, che copre le sostanze già elencate come sostanze prioritarie. Il bisfenolo A è designato come sostanza pericolosa prioritaria. Alcune sostanze non più rilevanti a livello dell'Ue, come l'atrazina, sono state deselezionate, mentre gli standard per altre sono stati inaspriti in linea con le più recenti raccomandazioni scientifiche.

L'accordo raggiunto ieri a Strasburgo, spiegano sempre dal Consiglio europeo, rafforza e semplifica gli obblighi di monitoraggio e rendicontazione degli Stati membri dell'Ue, al fine di migliorare il monitoraggio e la trasparenza della qualità dell'acqua in tutta l'Ue senza imporre oneri amministrativi eccessivi. Gli Stati membri saranno ora tenuti a comunicare ogni tre anni i dati relativi alla qualità biologica, ovvero allo stato di salute degli ecosistemi acquatici nelle acque superficiali e a comunicare ogni due anni i dati relativi alla qualità chimica delle acque superficiali e sotterranee, con la possibilità per gli Stati membri di comunicare i dati su base annuale su base volontaria. La relazione sullo stato complessivo dei corpi idrici rimane ogni sei anni, in linea con il ciclo di sei anni dei piani di gestione dei bacini idrografici.

Il monitoraggio basato sugli effetti (Effect-based monitoring, Emb) sarà introdotto per le acque superficiali, migliorando la capacità di rilevare miscele chimiche nocive. L'Emb è un approccio avanzato utilizzato per valutare la qualità dell'acqua, che si concentra non solo su sostanze chimiche specifiche, ma sull'impatto complessivo degli inquinanti sugli ecosistemi e sugli organismi presenti nell'acqua. Anziché limitarsi a misurare le singole sostanze chimiche, l'Emb valuta come una combinazione di sostanze chimiche influisca sull'ambiente. In particolare, per un periodo di due anni sarà obbligatorio un uso limitato e mirato dell'Emb per le sostanze estrogeniche.

Per assistere gli Stati membri nello sviluppo di nuovi metodi e nel monitoraggio del numero crescente di sostanze prioritarie, l'accordo prevede la possibilità di istituire un organismo comune di monitoraggio a livello dell'Ue. La Commissione europea valuterà le opzioni relative alla sua istituzione, al suo finanziamento e al suo funzionamento. L'utilizzo dell'organismo sarebbe volontario e accessibile a tutti gli Stati membri interessati.

E proprio dalla Commissione Ue è arrivato il plauso per l’accordo raggiunto da Consiglio e Parlamento europeo. Bruxelles, viene spiegato in una nota, «accoglie con favore» quanto deciso: «Questa revisione garantisce che gli elenchi degli inquinanti idrici siano allineati alle più recenti raccomandazioni scientifiche e che le nuove sostanze siano monitorate e controllate in modo più rigoroso nelle acque superficiali e sotterranee». Tre atti legislativi dell'Ue, spiegano sempre da Bruxelles, saranno adeguati di conseguenza: la direttiva quadro sulle acque, la direttiva sulla qualità ambientale e la direttiva sulle acque sotterranee.

«Le nuove misure renderanno l'Ue più resiliente dal punto di vista idrico e costituiranno un importante contributo al raggiungimento dell'obiettivo di inquinamento zero», sottolinea la Commissione europea. Jessika Roswall, commissaria per l'Ambiente, la resilienza idrica e un'economia circolare competitiva dell’Ue, spiega: «L'accordo odierno rappresenta un passo importante verso l'obiettivo di garantire acqua più pulita a tutti i cittadini europei. Stiamo compiendo un grande passo avanti per limitare l'inquinamento delle acque causato da Pfas, pesticidi e altre sostanze chimiche pericolose. Ciò è in linea con l'ambizioso obiettivo fissato nella strategia europea per la resilienza idrica di rendere l'Europa più resiliente dal punto di vista idrico. L'acqua pulita fa bene alle persone, all'ambiente e alla nostra economia: un investimento che ci ripagherà molte volte».

Non arrivano però commenti altrettanto entusiasti da parte della galassia ambientalista. L’European environmental bureau (Eeb), a parte sottolineare che sono passati ben tre anni da quando la Commissione europea ha proposto di aggiornare gli elenchi delle sostanze inquinanti, punta il dito contro un altro elemento che ha a che fare con il tema temporale: «Sebbene l'accordo imponga agli Stati membri di monitorare e limitare l'inquinamento causato da nuove sostanze, tra cui un maggior numero di pesticidi (compreso il glifosato), un gruppo di Pfas e, per la prima volta, i prodotti farmaceutici, gli Stati membri sono riusciti a ottenere tempi lunghi per agire. Gli Stati membri hanno tempo fino al 2039, con la possibilità di prorogare fino al 2045, per conformarsi alle nuove norme». 

Sebbene quasi 200.000 persone abbiano recentemente alzato la voce contro la deregolamentazione delle leggi ambientali, sottolinea la rete di organizzazioni green europee, «l'accordo ha incluso il desiderio degli Stati membri (e dell'industria) di indebolire il principio di non deterioramento della direttiva quadro sulle acque, introducendo due nuove deroghe che consentono impatti negativi a breve termine e il deterioramento dello stato a seguito del trasferimento di acque o sedimenti».  

 

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