CopConnection, analisi dei fattori che hanno reso tutto in salita il finale della Cop30

Ottava puntata di CopConnection, serie dedicata a commentare ciò che sta avvenendo alla Cop30 di Belém, in Brasile. A realizzarla è la cooperativa Econnection, con cui greenreport.it ha attiva una collaborazione editoriale.

L’analisi di questa puntata è dedicata alla bozza dell’accordo finale, che nelle ultime 24 ore ha generato grande preoccupazione. Sembra che il riferimento all'allontanamento dai combustibili fossili sia stato del tutto eliminato, configurando un deciso passo indietro rispetto alla bozza di martedì e persino alla COP di Dubai di due anni fa. Si registrano problemi anche riguardo la mitigazione e l'inserimento dell'obiettivo di 1.5 gradi Celsius. Le bozze, arrivate nella notte dell'ultima giornata, "non sono di buon auspicio" e la situazione sembra essersi indirizzata verso lo stallo.

Analizziamo il futuro del summit: se non dovesse esserci un chiaro riferimento all'uscita dai combustibili fossili, il summit sarà considerato un fallimento, specie dopo le speranze legate all'attuazione del Libro di Regole di Parigi (con la definizione dell'Articolo 6 sui mercati del carbonio avvenuta l'anno scorso). La speranza di uno sblocco si concentra sul ruolo superante della presidenza brasiliana.

Un elemento chiave di questa COP è l'assenza degli Stati Uniti a livello governativo, a fronte di una presenza forte e inedita della società civile americana (amministrazioni locali e NGO). Nadia evidenzia che le COP si possono fare anche senza il "big player mondiale" U.S.A., e che la società civile americana è presente per non perdere la connessione globale.

Infine, Nadia racconta il suo lavoro sul campo: sta girando un documentario per dare risonanza alle voci delle popolazioni indigene e dei giovani attivisti in Brasile, specialmente quelli che faticano a ottenere l'accredito per entrare nei negoziati ufficiali ("zona blu").