Riuso e riciclo dei rifiuti urbani: la Corte dei conti europea segnala che i progressi sono troppo lenti

Novembre 27, 2025 - 06:00
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Riuso e riciclo dei rifiuti urbani: la Corte dei conti europea segnala che i progressi sono troppo lenti

Secondo una relazione pubblicata oggi dalla Corte dei conti europea, molti Stati membri dell’Ue fanno fatica a raggiungere i valori-obiettivo di riutilizzo e di riciclaggio dei rifiuti urbani. A causa di vincoli finanziari e di debolezze nei rispettivi piani di gestione dei rifiuti, troppo spesso smaltiscono i rifiuti nelle discariche. In particolare, nel documento si legge che la Corte ha constatato che l’attuale mercato del riciclaggio è in difficoltà, la raccolta differenziata rimane in certi casi ad un livello molto basso e le tariffe addebitate ai cittadini non coprono necessariamente tutti i costi di gestione dei rifiuti.

«La circolarità è un fattore determinante per la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Ue. Per conseguire questi obiettivi, l’Ue dovrebbe creare le condizioni necessarie per rendere il settore del riciclaggio economicamente redditizio», ha affermato Stef Blok, il membro della Corte responsabile dell’audit. «I cittadini e le imprese svolgono un ruolo cruciale. Gli incentivi fiscali, come anche far pagare ai cittadini il volume o il peso dei rifiuti che generano, possono indurre a differenziare i rifiuti e a ridurne la quantità».

Il diritto dell’Ue ha dato la priorità, in modo chiaro, alla prevenzione, al riutilizzo e al riciclaggio dei rifiuti: ne sono scaturiti valori-obiettivo e obblighi giuridici per gli Stati membri. Ciò si riflette anche nelle norme disciplinanti i finanziamenti Ue, che hanno gradualmente favorito gli investimenti nell’economia circolare, escludendo le pratiche non sostenibili, come il conferimento in discarica. Tuttavia, i progressi degli Stati membri dell’UE nel conseguimento dei valori-obiettivo relativi ai rifiuti urbani sono molto diversi, e in alcuni di essi sono scarsi o nulli. La Commissione europea ha però avviato le procedure d’infrazione lentamente: per i valori-obiettivo relativi al 2008, dette procedure sono iniziate solo nel 2024.

Un altro grave problema, secondo la Corte, è la sostenibilità economica del settore del riciclaggio. Se non vi sono abbastanza impianti di riciclaggio, i valori-obiettivo non possono essere raggiunti. In alcuni Stati membri tali impianti sono però rari o, specie quelli per la plastica, rischiano di chiudere a causa dell’aumento dei costi, della scarsa domanda per i prodotti ottenuti e per l’importazione di plastica più economica da paesi non-Ue. La Corte sottolinea che è necessario rendere economicamente conveniente l’attività dei riciclatori, iniziando ad individuare le problematiche sul versante della domanda e dell’offerta che incidono sul mercato unico dei prodotti circolari e delle materie prime secondarie.

A livello nazionale, gli auditor della Corte hanno analizzato una serie di progetti di gestione dei rifiuti cofinanziati dall’Ue, rilevando ritardi nell’attuazione e sforamento dei costi. La Corte ha inoltre constatato che negli Stati membri sottoposti ad audit (Grecia, Polonia, Portogallo e Romania) i passi avanti compiuti verso una gestione efficace dei rifiuti urbani sono lenti, a causa di finanziamenti pubblici insufficienti e dell’incapacità di utilizzare appieno strumenti economici quali i sistemi di cauzione-rimborso, l’aumento dell’imposta sul conferimento in discarica e l’applicazione di una tariffa sui rifiuti basata sul volume o sul peso dei rifiuti prodotti (il principio «paghi quanto butti»). Le imposte sul conferimento in discarica variano in modo così significativo tra gli Stati membri che i rifiuti possono persino essere spediti da un paese all’altro per ragioni economiche. Per risolvere tale questione, la Corte raccomanda di valutare la fattibilità di un’armonizzazione dei tributi sul conferimento in discarica e sull’incenerimento in tutta l’Ue.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia