Cospito resti al 41bis, la Cedu avalla le torture all’anarchico…

Tortura europea. Il ricorso presentato da Alfredo Cospito contro l’applicazione del 41bis è stato dichiarato “manifestamente infondato” dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. I giudici hanno ritenuto che le autorità italiane abbiano fornito prove sufficienti per giustificare la misura, anche in relazione al deterioramento delle condizioni di salute del detenuto, causato con lo sciopero della fame da lui stesso. La Cedu ha ritenuto legittima l’applicazione del regime speciale e compatibile con le condizioni di salute del detenuto. Il deterioramento fisico è stato attribuito allo sciopero della fame.
“Prendiamo amaramente atto della decisione, tutto sommato scontata, la giurisprudenza della Cedu è nota e non lasciava grandi speranze di successo – dice il difensore Flavio Rossi Albertini – tra pochi mesi scadrà il termine di quattro anni del provvedimento applicativo e vedremo quali saranno i pareri che giungeranno al Ministro Nordio sulla necessità o meno del rinnovo. Già nel 2022 la DNAA aveva rivisto il proprio parere sulla necessità del 41 bis per Cospito associandosi alla difesa nel richiedere una revoca anticipata del l’afflittivo regime detentivo. Nonostante l’attuale fase politica improntata al populismo penale e alla repressione del dissenso , speriamo che la direzione nazionale confermi il convincimento espresso”. La decisione della Cedu arriva dopo mesi di tensioni, dibattiti giuridici e mobilitazioni civili. Cospito, anarchico condannato per reati di matrice terroristica, due petardoni che non fecero morti e nemmeno feriti, è stato trasferito al 41-bis nell’aprile 2022 per decisione del ministro Marta Cartabia. La misura, pensata per isolare i boss mafiosi e impedire loro di mantenere contatti con l’esterno, era stata estesa al suo caso per il rischio di comunicazioni con gruppi anarchici ancora attivi.
Insomma Cospito continua a restare in regime di carcere duro per colpa sua. In effetti quel lunghissimo sciopero della fame venne considerato “a scopo di terrorismo”. L’anarchico pescarese paga per le simpatie che quel digiuno aveva suscitato creando imbarazzo nei palazzi del potere e della politica. Il dibattito sul 41bis ha riacceso la discussione sulla compatibilità del regime di massima sicurezza con i diritti dei detenuti. La Cassazione aveva confermato l’impossibilità di passare a una detenzione meno afflittiva come aveva invece suggerito la Dna. Ora è la Cedu a ribadire che non c’è alcuna violazione della convenzione europea dei diritti dell’uomo. Sia sul piano umano che su quello della salute. La decisione chiude la questione sul piano giuridico ma il discorso resta aperto a livello della proporzionalità delle misure penitenziarie.
La situazione resta incerta anche riguardo alla trasparenza delle proroghe della misura. E pure sul fatto che a decidere sul 41bis è solo il tribunale di sorveglianza di Roma con una evidente violazione del principio del giudice naturale. Opera una sorta di tribunale speciale.
Va anche ricordato che sono sempre più pesanti del solito le pene decise dai giudici, ultimamente a Milano, sulle manifestazioni e cortei in solidarietà per Cospito dove si registrano incidenti tra manifestanti e forze di polizia. In pratica Alfredo Cospito è una sorte di aggravante contestata in modo strisciante. Attualmente Cospito attende la decisione in merito alla possibilità di poter prendere libri in biblioteca o acquistarli. Il magistrato aveva accolto la sua richiesta ma la direzione del carcere di Sassari Bancali non aveva eseguito la disposizione. L’udienza è stata aggiornata in attesa che la direzione risponda al giudice che aveva chiesto spiegazioni. Insomma non poter leggere, una misura afflittiva in più.
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