Fuoco incrociato su von der Leyen: pronte due mozioni di sfiducia dagli estremi dell’Aula

Settembre 12, 2025 - 08:30
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Fuoco incrociato su von der Leyen: pronte due mozioni di sfiducia dagli estremi dell’Aula

Bruxelles – A due mesi dal voto sulla mozione di sfiducia per la gestione del Pfizergate, in cui Ursula von der Leyen si salvò leccandosi le ferite, la leader UE resta nel mirino dell’estrema destra e della sinistra radicale. Ieri, una nuova censura depositata dal gruppo sovranista dei Patrioti. Questa mattina – non c’è due senza tre – anche The Left ha annunciato di aver raccolto le 72 firme necessarie per mettere ai voti la cacciata di von der Leyen.

Uno scenario che rimane improbabile, a meno che non solletichi i mal di pancia dei gruppi della maggioranza. La stessa von der Leyen, ieri, ha affermato chiaramente all’Aula di Strasburgo di voler “lavorare per rafforzare la maggioranza pro-europeista, per me la sola possibile“. Per rimanere in sella, la tenuta della fragile piattaforma composta da popolari, socialisti, liberali e all’occasione conservatori da un lato e verdi dall’altro, è indispensabile.

Le mozioni di Patriots e The Left

Ieri mattina il gruppo sovranista guidato dal delfino di Marine Le Pen, Jordan Bardella, ha depositato la propria mozione di sfiducia ai servizi legali del Parlamento europeo. Compatti, hanno firmato tutti gli 85 ‘Patrioti per l’Europa’ (tra cui gli 8 della delegazione della Lega). Al centro della mozione di sfiducia c’è la politica commerciale della Commissione, in particolare il recente quadro commerciale Ue-Usa e l’accordo di libero scambio Ue-Mercosur firmato nel dicembre 2024, si legge in una nota del gruppo.

Sono due errori che nemmeno Manon Aubry e Martin Schirdewan, co-presidenti di The Left, perdonano alla presidente della Commissione europea. Anzi, rispettivamente il “vassallaggio” nei confronti degli Stati Uniti e “il peggior accordo mai firmato dall’Unione europea” – come li ha definiti Aubry – sono in cima alla lista, seguiti dalla “complicità dell’Ue nel genocidio a Gaza” e “l’arretramento in materia sociale ed ecologica”.

Ai 46 eurodeputati del gruppo della Sinistra (di cui fa parte il Movimento 5 Stelle), si sono aggiunti il socialista irlandese Aodhán Ó Ríordáin e 8 membri del gruppo dei Verdi: i 4 italiani della delegazione di AVS e 4 spagnoli. Per raggiungere le 72 firme necessarie, Aubry e Schirdewan hanno pescato nei non iscritti, ottenendo l’appoggio dei socialdemocratici slovacchi di Smer e della sinistra radicale tedesca non affiliata (Die Partei e Alleanza Sahra Wagenknecht – Ragione e Giustizia).

“Deploro che tutta la sinistra non si unisca alla mozione di censura”, ha affermato la co-presidente del gruppo, puntando il dito contro la mancanza di coraggio di Verdi e S&d. Come già successo nel caso della mozione promossa dall’europarlamentare dei conservatori (Ecr), Georghe Piperea, altri deputati potrebbero tuttavia unirsi alla causa in occasione del voto. Bardella ha assicurato ieri che per detronizzare von der Leyen i Patrioti non esiteranno a sostenere la mozione di The Left. Viceversa, Aubry escluso l’appoggio alla censura sovranista. “La nostra e la loro sono completamente agli antipodi”, ha affermato, “non la voteremo perché riprende le ossessioni migratorie e securitarie e attacca il Green Deal”.

Perché una mozione di sfiducia sia approvata, deve essere appoggiata dai due terzi dei voti espressi in Aula e a maggioranza dei deputati che compongono il Parlamento. Per la prima volta, due mozioni differenti potrebbero essere discusse e messe ai voti nella stessa sessione plenaria. Probabilmente, già nel mese di ottobre.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia