Gli italiani non vogliono ampliare i diritti dei cacciatori: i risultati di due sondaggi Ipsos e Piepoli

Ottobre 25, 2025 - 18:30
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Gli italiani non vogliono ampliare i diritti dei cacciatori: i risultati di due sondaggi Ipsos e Piepoli

Un motivo in più, l’ennesimo, per non approvare il disegno di legge 1552 ribattezzato «caccia selvaggia»: gli italiani non vogliono aumentare i diritti dei cacciatori e anzi chiedono più tutele per gli animali, l’ambiente, la biodiversità. Ad evidenziarlo sono due distinti sondaggi commissionati dalla Fondazione Capellino a due conosciuti istituti demoscopici: Ipsos e Piepoli. Si legge in apertura del sondaggio Ipsos, prima di tanti ulteriori dettagli: «Le opinioni dei cittadini italiani rispetto al tema della caccia fanno emergere un quadro dal gradiente molto netto e di segno negativo». Si legge nelle prima pagine del sondaggio realizzato dall’Istituto Piepoli che per il 32% degli intervistati la caccia «deve essere limitata a pochi casi di emergenza (specie invasive /contenimento numeri) e per il 25% deve essere abolita, mentre solo per il 6% deve essere incentivati.

Per quanto riguarda in particolare il disegno di legge in discussione in Parlamento, Ipsos rileva che 61% degli italiani si dichiara contrario e secondo Istituto Piepoli solo il 24% si dichiara favorevole. Il fatto che il nuovo ddl non rappresenti il sentimento degli italiani è confermato anche da un ulteriore dato Piepoli: il 77% del campione si dice propenso a firmare una petizione per abolire o limitare la caccia, non certo per ampliare i diritti dei cacciatori.

Per quanto riguarda il tema sicurezza in quest’ambito, Ipsos rileva l’85% degli italiani ritiene che la caccia comporti gravi rischi per la sicurezza; Istituto Piepoli conferma un dato simile: il 71% pensa che ci siano gravi rischi per le persone e gli animali domestici. Sempre secondo Ipsos, il 78% considera la caccia eticamente inaccettabile per la sofferenza inflitta agli animali. Istituto Piepoli rafforza il quadro: il 94% del campione ritiene che la caccia andrebbe abolita, fortemente limitata o, al limite, regolata come oggi. Biodiversità: tra il 68 e il 69% degli intervistati, in entrambi i sondaggi, considera la caccia una minaccia per la tutela della biodiversità. E infine capitolo specie protette e abbattimenti: secondo Istituto Piepoli, il 71% degli italiani ritiene che la caccia non dovrebbe mai essere consentita per le specie protette; oltre tre quarti del campione si dichiara inoltre contrario a estendere la possibilità di abbattimento degli animali ai privati, ritenendo che tale attività debba restare di competenza esclusiva di enti pubblici (guardie forestali, enti parco, ecc.).

La Fondazione Capellino, modello italiano di Reintegration economy impegnata nella salvaguardia della biodiversità, ha trasmesso a tutti i Parlamentari i risultati di questi due sondaggi sulle opinioni degli italiani nei confronti della caccia per sensibilizzare sul ddl 1552 e sulla necessità di non modificare la legge 157/92 sulla caccia. Il prossimo 27 ottobre la Fondazione organizza un dibattito pubblico sui temi pro e contro il ddl 1552 con il deputato della Lega Francesco Bruzzone e la deputata del Pd Eleonora Evi. «In una democrazia – sottolinea Pier Giovanni Capellino – è doveroso tutelare gli interessi di tutti, senza prevaricazioni, salvaguardando ciò che è patrimonio nazionale e promessa di sostenibilità per il futuro. Questa battaglia dobbiamo vincerla. Non c’è più tempo per le discussioni: serve fermezza per proteggere il pianeta a 360 gradi. Le mie posizioni sulla caccia sono radicali, sono contrario, ma rispetto i diritti già riconosciuti ai cacciatori. Chiedo solo che non si vada oltre. Raggiungiamo obiettivi sempre più ambiziosi nella nostra missione di cambiare il mondo con lavoro, impegno e determinazione – conclude Capellino – il ddl 1552 rappresenta un passo indietro che non possiamo permetterci, una battaglia che non possiamo perdere».

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia