I giovani europei vanno via di casa a 26 anni. Italia in ritardo, indipendenti a 30

Bruxelles – Un quarto di secolo a casa con i genitori, poi addio, verso una vita autonoma. Secondo i dati Eurostat i giovani europei si allontanano dal nido materno solo dopo aver compiuto 26 anni. Nell’Unione, però, non è per tutti la stessa cosa. Al sud del continente si salutano i genitori più tardi, intorno ai 30 anni, mentre in Scandinavia già a 22 si è “vecchi” per stare con loro. E le ragioni economiche hanno un peso determinante.
Nei due maggiori Paesi dell’Unione, Germania e Francia, i ragazzi vanno via di casa a 23 anni. Dati ben diversi per il terzo Paese più popoloso: l’Italia, che è invece quasi ultima in questa graduatoria. Gli italiani lasciano la casa di famiglia a 30,1 anni. Sorte simile per Portogallo (28,9), Spagna (30), Grecia (30,7), Slovacchia (30,9). I più mammoni sono però i croati con 31,3 anni.
La scelta non dipende certo solo dalla volontà dei giovani: di mezzo ci sono fattori economici e sociali che rallentano il percorso verso l’indipendenza.
A scappare il prima possibile dalla propria famiglia si posizionano al primo posto i ragazzi finlandesi, a 21,4 anni; seguono con medie simili tutti i Paesi scandinavi insieme alla Danimarca. Le ragioni sono molteplici, una è la principale è doversi trasferire per andare all’università. L’elevata ricchezza degli abitanti (i più alti Pil pro-capite dell’UE) e la gratuità degli atenei, rendono accessibile a quasi tutte le famiglie un posto letto in un dormitorio o in una casa in affitto.
Cost of public college tuition:
Sweden: $0
Norway: $0
Finland: $0
Denmark: $0
United States: $9,596When Republicans say it’s OK to give billions in tax breaks to the top 1%, don’t tell me we can’t afford to make public college available for free. pic.twitter.com/7wEh2MPSG6
— Sen. Bernie Sanders (@SenSanders) August 21, 2025
Con ogni probabilità vorrebbero fare lo stesso gli italiani e gli spagnoli ma le condizioni sono per loro diverse. L’Italia ha un tasso di disoccupazione giovanile intorno al 19 per cento, mentre agli spagnoli va ancora peggio con il 23,5 per cento. Entrambi più alti rispetto alla media dell’Unione al 14,4 per cento.
In una situazione di incertezza lavorativa, resta difficile permettersi un alloggio lontano dai propri cari, soprattutto con il costo dell’università da sostenere o in caso di contratti precari. In Italia, circa il 30 per cento degli impiegati nella fascia 15-34 ha un contratto temporaneo. Un dato che inchioda quella fetta di popolazione a casa, impossibilitata ad ottenere un mutuo.
L’ultimo problema è il costo degli affitti. Questa voce di costo ha un rilevante impatto nel portafoglio dei giovani. Secondo i dati di Idealista, il costo del canone di locazione sul territorio italiano è aumentato del 10,6 per cento rispetto all’anno precedente, a fronte di un aumento dei salari nominali di soli 3,5 per cento.
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