Il Giappone introdurrà una tassa di soggiorno al 3 per cento senza tetto massimo
Tokyo si prepara a rivedere la propria tassa di soggiorno: secondo il quotidiano “Nikkei”, il governo metropolitano punta a introdurre un’aliquota del 3 per cento sul costo della camera d’albergo, eliminando l’attuale sistema a tariffa fissa e senza imporre un limite massimo all’importo. L’obiettivo è aumentare le entrate soprattutto dai soggiorni più costosi, spesso in hotel di proprietà straniera. La riforma, che sarà sottoposta all’Assemblea metropolitana il prossimo febbraio dopo una fase di consultazione pubblica, potrebbe entrare in vigore nel 2027, previa approvazione del ministero degli Interni. Il nuovo modello raddoppierebbe le entrate, oggi stimate in 6,9 miliardi di yen (circa 44,2 milioni di dollari).
Il progetto prevede anche di alzare da 10.000 a 15.000 yen la soglia dei pernottamenti esenti, utile per chi viaggia per studio o lavoro. Al contrario, forme di alloggio finora escluse – come affitti brevi e ostelli – diventeranno soggette alla tassa, soprattutto per colpire le versioni di lusso come le vacation rentals ad alto costo. Introdotta per la prima volta nel 2002, la tassa di soggiorno di Tokyo oggi applica tariffe fisse: 100 yen a notte per camere tra 10.000 e 15.000 yen, e 200 yen oltre quella soglia. Con il passaggio al 3 per cento, chi soggiorna negli hotel più costosi pagherà cifre proporzionalmente maggiori.
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