Lavoratori sfruttati e costretti a vivere tra i topi: tre arresti a Catania

Novembre 19, 2025 - 04:40
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Lavoratori sfruttati e costretti a vivere tra i topi: tre arresti a Catania

Siamo ben oltre lo sfruttamento dei lavoratori immigrati. L’operazione anti caporalato della procura di Catania con tre persone arrestate perché li costringevano a vivere nel degrado, tra i topi, senza servizi igienici e con paghe da un euro e 26 centesimi l’ora, dice che si può parlare di riduzione in stato di schiavitù anche se l’accusa non viene formalmente contestata.

Le accuse sono tratta di esseri umani, intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro e atti di crudeltà su animali. Il giudice delle indagini preliminari ha disposto la custodia cautelare in carcere. Le indagini hanno consentito di individuare alcuni cittadini stranieri assistiti da associazioni anti-tratta. I rapporti di collaborazione tra queste associazioni, la polizia e la procura rappresentano la chiave di volta di una efficace strategia contro i moderni schiavisti, spiega il capo dei pm catanesi Francesco Curcio. Approfittando dello stato di necessità in cui versava un cittadino marocchino i tre poi arrestati lo inducevano a trasferirsi dalla Francia a Ramacca.

Nel catanese il migrante veniva costretto a lavorare come altri 14 ore al giorno nei campi per un compenso pari a 550 euro mensili progressivamente aumentato a 650 euro a infine a 800 euro. La vittima era alloggiato in uno stabile fatiscente attiguo al deposito del mangime per animali, illuminato con un cavo di fortuna volante, senza riscaldamento e servizi igienici. Per lavarsi doveva prendere l’acqua con un contenitore da un sito di raccolta esterno. Per i bisogni fisiologici c’era l’aria aperta. Le assurde e penosissime condizioni di igiene in cui versavano i lavoratori venivano aggravate dalla presenza di topi, circostanza che costringeva una delle vittime a predisporre nella “stanza” un po’ di esche per topi. In tali condizioni, al fine di non far emergere la presenza sul territorio degli sfruttati e per evitare che si recassero in ospedale, in un caso di ascesso al collo veniva praticato un foro usando un ago preventivamente riscaldato.

Tra i tre indagati finiti in carcere c’era chi aveva contribuito all’instaurazione del rapporto di lavoro, chi aveva svolto il ruolo di intermediario e chi svolgeva il ruolo di guardiano per impedire che gli sfruttati scappassero dal luogo di lavoro. Una delle vittime era costretta ad assistere all’abbattimento di alcuni cani solo perché non avevano obbedito: violenza e minaccia indiretta. Un cane era stato trascinato con una corda legato a un’auto sempre come “esempio”.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia