L’EDICOLA, Repubblica: “Legge contro lo stupro, dietrofront della destra”. La Stampa: “Trump: vicini alla pace. Ma Putin rifiuta il piano”. Il Fatto: “Kiev si arrende a Trump (ma non sulle cose serie)”
Sono diverse le notizie di oggi in apertura sui quotidiani: dalle trattative per far terminare la guerra fra Russia e Ucraina, con il nuovo piano in 19 punti elaborato negli incontri a Ginevra fra Stati Uniti, Unione Europea e Ucraina, al “dietrofront” del centrodestra alla legge contro lo stupro e la protesta delle opposizioni. “Trump: vicini alla pace. Ma Putin rifiuta il piano”, titola La Stampa. “Legge contro lo stupro, dietrofront della destra”, è l’apertura di Repubblica. “Kiev si arrende a Trump (ma non sulle cose serie)”, è invece la prima pagina del Fatto Quotidiano.
La rassegna stampa di oggi:
“Legge contro lo stupro, dietrofront della destra” (La Repubblica).
“Scintille tra i partiti dopo il voto” (Il Corriere della Sera).
“Il rifiuto delle urne”, di Sabino Cassese: “La fuga dalle urne, il non voto, una volta fenomeno marginale, è divenuto strutturale. Per circa trenta anni della storia repubblicana ha votato il 93 per cento degli aventi diritto al voto. Poi, per un quindicennio, l’87; più tardi il 73; alle elezioni politiche del 2022 quasi il 64; ora, nelle elezioni regionali dei giorni scorsi, una minoranza, tra il 42 e il 45 per cento. Questo vuol dire che 5-7 milioni circa di elettori sono rimasti a casa, senza adempiere quello che la Costituzione definisce dovere civico.
Si apre così un fossato tra società e politica, molto preoccupante perché democrazia indica una società che si autogoverna, attraverso il suffragio universale, una conquista che è costata tanto tempo e tanta energia. Il continuo calo, che dura da circa un quarantennio, costituisce un fenomeno grave per lo stato di salute della democrazia”.
“Trump: vicini alla pace. Ma Putin rifiuta il piano” (La Stampa).
“Fisco, arriva la super banca dati per dare risposte a cittadini e imprese” (Il Sole 24 Ore).
“Kiev, sì al piano Usa. Ma ora è Mosca che frena” (Il Messaggero).
“La cultura dello sballo dietro gli stupri”, di Luca Ricolfi: “All’indomani della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” forse non è inutile, anche grazie ai nuovi dati pubblicati dall’Istat, tentare di fare il punto sull’andamento della lotta contro la violenza di genere, specie nelle sue forme più visibili e dibattute: le uccisioni di donne (di cui i femminicidi sono un’ampia frazione) e le violenze sessuali. La distinzione è importante perché i due fenomeni, spesso accomunati nel dibattito pubblico, sono sociologicamente e quantitativamente assai diversi fra loro”.
“Ucraina, primo sì alla pace” (Il Giornale).
“All’ultimo piano” (Il Manifesto).
“Kiev si arrende a Trump (ma non sulle cose serie)” (Il Fatto Quotidiano).
“I diktat degli sconfitti”, di Marco Travaglio: “C’è un grosso equivoco nel dibattito pro o contro il piano Trump per chiudere dopo 12 anni (non quasi quattro, come si racconta) la guerra in Ucraina. L’equivoco dei vedovi inconsolabili e piagnucolanti perché la pace è ingiusta, anzi finta, anzi una resa per Kiev, perché Trump è putiniano e Putin non perde nulla…”.
“L’amore che vale” (Avvenire).
“Trump: ‘Ucraina, accordo vicino’. Mosca pronta a bocciare il piano” (Domani).
“L’Europa ci impone i matrimoni tra gay” (Libero).
“Il dilemma russo e lo Zar che sogna di tornare a Yalta”, di Mario Sechi: “Winston Churchill nel 1939 disse che «la Russia è un rebus avvolto in un mistero che sta dentro un enigma»; George Kennan nel 1947 scrisse per Foreign Affairs un articolo passato alla storia firmato da “X” che delineava la dottrina del “containment” sotto il titolo “Le fonti del comportamento sovietico”; Henry Kissinger nel 1957 pubblicò un libro fondamentale (il primo di una lunga serie) intitolato “Armi nucleari e politica estera”, un testo che in questi giorni appare profetico come quello di Kennan e la frase di Churchill”.
“Il nuovo astro della sinistra insegna sesso alla materna” (La Verità).
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