Linee pulite, silhouette essenziali e la forza dei colori primari: cosa abbiamo visto nel debutto di Simone Bellotti da Jil Sander

Secondo giorno di sfilate alla Milano Fashion Week. Mercoledì 24 settembre è stato il giorno del debutto di Simone Bellotti da Jil Sander: una pagina bianca, un nuovo capitolo. La sfilata, in una passerella immacolata con Palazzo Sforzesco sullo sfondo, ci riporta alle origini del brand, nel pieno del minimalismo anni Novanta.

Il nuovo corso di Simone Bellotti
Quello di Simone Bellotti è uno dei tanti debutti di questa Milano Fashion Week. L’annuncio del cambio al vertice era arrivato a marzo, quando l’azienda e il gruppo OTB avevano annunciato il nome del nuovo stilista.
Una scelta che aveva subito acceso la curiosità del settore: il designer, classe 1978, ha associato il suo nome all’idea di un lusso portabile e sofisticato al tempo stesso. In quasi 25 anni nella moda, ha accumulato un’esperienza trasversale lavorando per Gianfranco Ferré, Bottega Veneta e Dolce&Gabbana, prima di trascorrere 16 anni da Gucci. Infine, la direzione creativa di Bally, in cui ha riacceso fascino e desiderio, prima della ‘chiamata’ da Jil Sander.

La prima sfilata di Jil Sander disegnata da Simone Bellotti
La collezione Primavera/Estate 2026 di Jil Sander
Il nuovo capitolo creativo di Jil Sander si apre con una pagina bianca. Un ritorno alle origini, al minimalismo anni Novanta splendidamente interpretato dalla fondatrice del brand. La sfilata Primavera/Estate 2026 celebra l’eredità della stilista tedesca: linee pulite, tagli precisi, blocchi di colore e un rigoroso lavoro sulla qualità artigianale di ogni singolo capo.
Nella sfilata co-ed, Simone Bellotti lavora sull’essenzialità delle forme e delle linee: gonne longuette, pantaloni a vita bassa, camicie morbide, crop top, tubini drappeggiati sul corpo, pullover ridotti al minimo e scarpe stringate.
I dettagli inaspettati
Una base calcolata, geometrica, che si accende con la forza assoluta dei colori primari: bianco, nero, blu di Klein, rosso. Più, verso la fine della sfilata, qualche pennellata di giallo burro, rosa, turchese. Stampe, ricami e trasparenze sono ridotti al minimo.
La forza della collezione, infatti, è nei dettagli studiati ma discreti: i tagli sui fianchi, una scollatura sulla schiena, le trasparenze inaspettate dell’abito plexiglass, il taglio oblò che spezza un casto tubino grigio rivelando la bralette.

Un look di Simone Bellotti per Jil Sander
La forza estetica degli anni Novanta, insomma, continua ad affascinare la moda: sarà un caso che le modelle avevano i capelli raccolti in morbide code basse proprio come Caroline Bessette?
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