Livorno, rivoluzione su misura per la raccolta differenziata: oltre 14 mln di euro e servizi dedicati

La Società operativa locale (Sol) del gruppo Retiambiente che ha in carico la gestione dell’igiene urbana nella città di Livorno, la partecipata interamente pubblica Aamps, in accordo con l’Autorità d’ambito Ato Toscana ha candidato costa quattro progetti al bando della Regione Toscana dedicato all’economia circolare che – come da decreto 19 giugno 2025, n. 14463 – mette a disposizione 35 milioni di euro di risorse Fesr per investire sui centri comunali di raccolta rifiuti e per migliorare la differenziata dei rifiuti urbani.
I progetti di Aamps cubano 14,3 milioni di euro e, se verranno ammessi al bando – il relativo decreto verrà pubblicato sul Burt quando saranno concluse le procedure regionali –, potranno essere finanziati fino all’80%. Ma saranno realizzati in ogni caso, perché si tratta di quattro pilastri su cui poggia la strategia labronica per traguardare i requisiti di legge europei da rispettare: 65% di riciclo effettivo per i rifiuti urbani al 2035, mentre oggi con una raccolta differenziata toscana al 66,6% (e livornese al 61,56%, dato certificato al 2023) siamo a circa 50,8% di riciclo effettivo. C’è dunque da lavorare sulla quantità come sulla qualità del raccolto, bilanciando le esigenze socioeconomiche con quelle ambientali.
Il primo progetto da 2 mln di euro e orizzonte fine 2026 prevede la realizzazione di un nuovo centro comunale di raccolta rifiuti da 5mila mq in zona Picchianti (con doppio ingresso, da via dei Materassai e via delle Corallaie): dove ora c’è un parcheggio, cittadini e imprese potranno conferire rifiuti urbani in modo versatile – anche con autocarri e furgoni –, rapido grazie a una viabilità agevolata, soprattutto sicuro e con un’efficiente automazione; un secondo centro di raccolta, con 4mila mq a facile accesso, verrà realizzato con le medesime tempistiche a Salviano, in via Peppino Impastato, vicino a dove ora c’è il parcheggio bus. A completare il quadro ci sono l’attuale centro di raccolta in via Cattaneo e un’isola ecologica light temporanea realizzabile in via Bandi – per agevolare un’area popolosa come quella di Garibaldi nel conferimento di Raee e piccoli rifiuti ingombranti, con orari pensati per non intralciare il traffico legato alle scuole –, mentre le ipotesi progettuali futuribili sono per l’area Porta a Mare e quella di Antignano.
In questo modo la città potrà superare in modo strutturale la chiusura del centro raccolta in via degli Arrotini (oggi in zona Picchianti c’è quello temporaneo, in via dei Cordai), dove nascerà il biodigestore Aamps-Asa per gestire secondo logica di prossimità fanghi di depurazione, Forsu e sfalci, rifiuti oggi diretti a impianti distanti centinaia di km attraverso inquinanti – e costosi – viaggi su camion. Soprattutto, si passerà a una strategia di tipo sartoriale: realizzare centri di raccolta di prossimità, lì dove più servono a cittadini e imprese. E migliorando la quantità e qualità dei rifiuti differenziati intercettati, da potersi avviare a riciclo, si conterrà al massimo anche l’impatto degli investimenti sulla Tari.
«La mia idea di azienda per l’igiene urbana – spiega a greenreport Aldo Iacomelli, da pochi mesi amministratore unico di Aamps – è quella di diventare una sorta di “Amazon” dei rifiuti, ovvero ottimizzare il servizio per andare a raccogliere i rifiuti direttamente lì dove si generano ed efficientare il servizio attraverso fermate puntuali. Per quanto riguarda ad esempio le utenze non domestiche, d’accordo con l’Amministrazione comunale lavoreremo molto sulla personalizzazione del servizio di raccolta rifiuti: ci saranno ritiri notturni dedicati per bar e ristoranti che restano aperti fino a tardi, evitando così congestionamenti negli orari diurni e migliorando ulteriormente il decoro della città. Su questo fronte partiremo con una prima sperimentazione su un centinaio di utenze non domestiche».
Arriviamo così al cuore degli altri due progetti candidati da Aamps al bando regionale, che riguardano sia il potenziamento del porta a porta sia la rete dei cassonetti intelligenti. Si tratta di proseguire sulla rotta già impostata dal 2021, per estendere la tariffa puntuale (Tarip) a circa 138.000 abitanti (l’89% della popolazione livornese), arrivando a circa 70mila utenze domestiche e 1.500 non domestiche; come già accade nella zona sud della città, in molti altri quartieri ci saranno dunque premialità economiche in tariffa per quanti diminuiranno la quota d’indifferenziato a favore di una migliore differenziazione dei propri rifiuti. Un’evoluzione da 4,5 mln di euro da traguardarsi entro il 2027: sarà accompagnata da un robusto piano di comunicazione alla cittadinanza e dotazioni tecnologiche ad hoc, dato che il rifiuto indifferenziato potrà essere conferito solo all’interno di contenitori o sacchi consegnati da Aamps e opportunamente “taggati”.
Come anche in altri Comuni dell’area costiera si sta però consolidando l’idea che la raccolta porta a porta spinta non può rappresentare un’unica soluzione adatta per tutti i quartieri e territori. Tenere pulita casa propria costa, così come la propria città. E man mano che i servizi si fanno più complessi – come nel caso della raccolta porta a porta – il bilancio ambientale tendenzialmente migliora, in termini di qualità e quantità della raccolta differenziata, ma il costo economico cresce così come l’usura dei lavoratori dedicati al servizio. Dove si trova l’equilibrio tra i tre vertici – ambientale, sociale, economico – dello sviluppo sostenibile? Recenti analisi merceologiche condotte dalla Regione e dai gestori toscani mostrano che in alcune aree l’uso dei “cassonetti intelligenti”, ad accesso controllato e a riempimento monitorato, migliora la qualità della raccolta e contiene significativamente i costi di gestione. Un approccio learning by doing su cui Livorno investirà 5,4 mln di euro e potrà esser completato entro il 2026.
«Con questo progetto sperimentale, una parte del territorio comunale – argomenta Iacomelli – sarà coinvolta da modifiche alla raccolta porta a porta con l’introduzione di cassonetti intelligenti. Complessivamente, si stima che la raccolta dell’organico potrà migliorare passando dall’attuale 8% di frazioni estranee a circa il 5%: la sperimentazione, una volta avviata, sarà oggetto di analisi con Ato e Retiambiente per valutarne i risultati e gli eventuali correttivi».
Anche in questo caso il cambiamento sarà accompagnato da incontri ad hoc e comunicazioni alla cittadinanza, in modo da gestire al meglio la transizione e favorire il raggiungimento degli obiettivi ambientali contenendo i costi di gestione. Il concetto chiave resta quello della personalizzazione del servizio: un approccio sartoriale per adeguarlo alle esigenze del territorio, coinvolgendo i cittadini per renderli protagonisti attivi della transizione ecologica.
«L’ottimizzazione del servizio – conclude Iacomelli – passerà anche da un potenziamento dedicato a realtà cittadine come l’Accademia navale e le caserme, grandi poli dove si generano importanti flussi di rifiuti: col loro aiuto, cercheremo di spingerli a migliorare la raccolta differenziata con benefici per l’intera città».
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