Madre morta in mare, il figlio ucciso in casa: i macabri ritrovamenti di Najoua Minniti e di Elia, che aveva 8 anni
Tragedia familiare in Salento. Madre e figlio ritrovati morti. Najoua Minniti è stata ritrovata nelle acque al largo di Torre dell’Orso, il figlio Elia in casa a Calimera. Sul corpo del bambino di otto anni segni di violenza compatibili con un’arma da taglio e con strangolamento. Su entrambi i corpi, trasferiti presso l’ospedale Vito Fazzi, saranno effettuati gli esami autoptici. Sul posto, sono giunti anche i militari della Sezione investigazioni scientifiche del comando provinciale, assieme alla pubblica ministera di turno della Procura della Repubblica di Lecce, Erika Masetti.
A far scattare l’allarme era stato il padre del bambino, preoccupato dal fatto che il figlio non fosse andato a scuola la mattina. Per tutta la giornata l’uomo non era riuscito a mettersi in contatto con la donna. Najoua significa Gioia, aveva 40 anni ed era originaria della zona di Reggio Calabria. Era lavoratrice stagionale presso gli stabilimenti e i villaggi turistici che ogni anno accolgono migliaia di persone. Sui social di descriveva come single, postava spesso fotografie con il figlio e con il cagnolino.
I corpi sono stati ritrovati nel primo pomeriggio di ieri, a poca distanza l’uno dall’altro. Quello della donna da un sub, al largo della costa leccese in una delle località più rinomate e affollate dai turisti. Il corpo era stato recuperato da una motovedetta della Guardia Costiera. Minniti è stata riconosciuta grazie ai piercing e ai tatuaggi. Subito dopo i carabinieri hanno fatto irruzione nella casa nel centro storico di Calimera dove viveva la famiglia ed è stato ritrovato il corpo del bambino. Sul corpo i segni compatibili con uno strangolamento. Il medico legale Alberto Tortorella ha accertato sul posto la morte del bambino, procedendo con la prima ispezione cadaverica.
Secondo le prime ricostruzioni, la donna avrebbe avuto una dura discussione a telefono prima di uscire di casa e di allontanarsi a bordo della sua automobile. Al momento l’ipotesi che sembra più plausibile è quella stando alla quale la donna prima avrebbe ucciso il figlio e successivamente si sia tolta la vita tuffandosi in mare. Appena la settimana scorsa, a Muggia, un altro figlicidio: quello di un bambino di nove anni, sgozzato, di cui è accusata la madre 55enne Olena Stasiuk.
“Le ultime ore hanno profondamente sconvolto la nostra comunità”, ha scritto il sindaco Gianluca Tommasi su Facebook. “La tragedia che ci ha colpiti, il ritrovamento in mare del corpo di una nostra concittadina e, poco dopo, quello del figlio nella loro abitazione, rappresenta un dolore immenso e difficile da comprendere. In questo momento così duro, desidero esprimere, a nome mio e dell’intera Amministrazione, la più sincera vicinanza alla famiglia e a tutti coloro che conoscevano e volevano bene a queste due vite spezzate. Un pensiero particolare va ai bambini e ai ragazzi del nostro paese, che più di tutti rischiano di essere colpiti dalla paura e dalla confusione. Come comunità abbiamo il dovere di proteggerli, accompagnandoli con attenzione e con il giusto linguaggio, senza esporli a informazioni o commenti che possano generare ulteriore ansia”.
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