Italia in confusione mentale: vigilia di elezioni, match Meloni-Mattarella, dubbi su Sinner e Musetti

Novembre 19, 2025 - 21:31
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Italia in confusione mentale: vigilia di elezioni, match Meloni-Mattarella, dubbi su Sinner e Musetti

Che Paese è mai l’Italia se da uno scoop (o presunto tale) di un quotidiano si arriva a pensare che è in atto un complotto contro il Presidente del Consiglio?

In breve, si scatena la bagarre perché si vogliono far entrare nel presunto balletto  il Quirinale, cioè il Capo dello Stato, e Palazzo Chigi, vale a dire la premier che da tre anni guida il governo.. Per quale ragione scoppia questa bomba?
Nell’occhio del ciclone finiscono certe parole di un consigliere di Sergio Mattarella – l’ex deputato del Pd Francesco Saverio Garofani – il quale durante un incontro con funzionari sportivi e politici avrebbe rivelato (il condizionale è d’obbligo) che sarebbe in “gestione” una manovra (definita scossone) per evitare che la premier possa vincere le elezioni nel 2027 e mirare due anni dopo a succedere a Mattarella.

Fratelli d’Italia all’attacco

Italia in confusione mentale: vigilia di elezioni, match Meloni-Mattarella, dubbi su Sinner e Musetti, nella foto Galeazzo Bignami di Fratelli d'Italia
Italia in confusione mentale: vigilia di elezioni, match Meloni-Mattarella, dubbi su Sinner e Musetti – BlitzQuotidiano.it (GaleazzoBignami nella foto ANSA)

Dopo un paio di ore di riflessioni più o meno pacate, ecco scoppiare il bubbone. Il capo gruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami, prende carta e penna e chiede al fedele collaboratore del Capo dello Stato di smentire l’episodio raccontato con un titolo a tutta pagina dalla “Verità”, il giornale diretto da Maurizio Belpietro.

È a questo punto che si scatena il finimondo. Se è stato un parlamentare di rango a scrivere quelle poche righe chi, se non Giorgia Meloni, può aver dato il suo placet?

“Siamo al ridicolo”

La risposta del Colle non si fa attendere: “Si sconfina nel ridicolo”, si dice. Ma a chi sono rivolte simili espressioni? Al deputato o alla premier? “Sono ricostruzioni che non hanno il minimo fondamento”, aggiunge la nota del Quirinale.

Ma nonostante si voglia ridimensionare il fatto, è guerra aperta fra le forze politiche di destra e di sinistra. I pareri sono  logicamente diametralmente opposti. “È un vero e proprio attacco al Capo dello Stato”, ritiene la minoranza. “Perché mai si vuole far entrare nella violenta disputa il Presidente della Repubblica?”, replica la maggioranza. “Bignami si è solo limitato a chiedere al consigliere Garofani di smentire quanto era stato pubblicato dal quotidiano”.

Non sono queste le riserve che possono chiudere così tranquillamente il braccio di ferro. Nascono dunque i veri sotterfugi o, se volete, gli intrighi di Palazzo. Da una parte i meloniani che si preparano alla successione di Mattarella che avverrà nel 2029, cioè due anni dopo le elezioni politiche del 2027.

Nel caso in cui la destra dovesse ripetere il trionfo del 2022, forse (o senza forse) l’aria del Quirinale potrebbe cambiare. Probabilmente Garofani intendeva questo quando affermava che era  non lontano il pericolo a cui si doveva dare fin da subito uno scossone in grado di respingere l’attacco del partito di Giorgia.

Siamo, però, in presenza di supposizioni, magari di pronostici dettati dall’ottimismo, perchè altrimenti non si spiegherebbe una tale bagarre. Al termine della giornata il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari ha cercato di spegnere l’incendio usando diversi ettolitri di acqua. “Mai si è dubitato della lealtà di Mattarella”, sostiene per placare il subbuglio.

Non dimentichiamo però che siamo a pochissimi giorni dal voto ed ogni scusa è buona per strappare qualche consenso. Prima il condono edilizio (più favorevole al governo), ora le accuse alla Meloni e ai suoi fedelissimi, rei di prendersela con il Capo dello Stato. Controreplica: “Chi ha acceso la miccia se non un consigliere del presidente della Repubblica?”

Ecco, dunque, il Paese che si offre agli elettori di Veneto, Campania e Puglia che si recheranno alle urne domenica e lunedì. Scrive stamane il Foglio: “Il governo galleggia, l’opposizione farfuglia, le imprese latitano”. Che cosa si risponde? Invece di pensare a risolvere i gravi problemi che assillano l’Italia, si battibecca sulla “esclusiva” di un quotidiano, i cui giornalisti hanno fatto solo il loro dovere di cronisti.

Meglio, dunque, occuparsi di sport, preferibilmente di tennis. Oggi comincia la Coppa Davis vinta dai nostri azzurri per due anni di seguito. All’appello del capitano mancano due pezzi da novanta, Sinner e Musetti. Entrambi hanno detto “no grazie dobbiamo riposarci”.

Jannick è stato accusato di essere un italiano a metà, essendo nato in Alto Adige e parlando in famiglia il tedesco. Lorenzo, invece, è di Carrara, duro come il marmo della sua città. Domanda: non è che entrambi hanno rinunciato al torneo per una questione di soldi?  I tifosi dicono no, ma il dubbio rimane.

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