Tod’s sotto inchiesta per caporalato, società e tre manager indagati: Della Valle parlava di “mancanza di rispetto”
Un nuovo simbolo del ‘Made in Italy’ nel mirino per lo sfruttamento del lavoro. La Procura di Milano ha avviato un’indagine contro l’azienda di moda Tod’s con l’accusa di caporalato.
Ad essere indagata è la stessa società di cui è presidente e amministratore delegato il noto imprenditore Diego Della Valle, oltre a tre dirigenti, Simone Bernardini, Mirko Bartolini e Vittorio Mascioni.
Stando alle accuse della procura, Tod’s tramite i suoi tre dirigenti avrebbe usato manodopera cinese in condizioni di sfruttamento per realizzare i suoi (costosi) capi di abbigliamento: sono 53 gli operai cinesi “scovati” nel corso dell’indagine, sei invece le aziende in cui lavoravano, tutte nella filiera produttiva di Tod’s.
Secondo Paolo Storari, il pubblico ministero che ha coordinato l’indagine e che negli ultimi anni ha avviato una serie di inchieste su grandi marchi della moda e del lusso, ma anche logistica e grande distribuzione, accusandoli di non fare abbastanza per prevenire episodi di sfruttamento, caporalato o evasione fiscale presenti nelle loro filiere produttive, i tre dirigenti di Tod’s indagati erano consapevoli delle condizioni di sfruttamento degli operai cinesi. Quest’ultimi lavoravano con orari oltre i limiti di legge, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro, in alloggi fatiscenti e stipendi inadeguati.
Inoltre pur affidandosi a società esterne per gli audit negli stabilimenti della filiera per verificare le condizioni di lavoro e il rispetto delle leggi nella produzione dei prodotti, i dirigenti di Tod’s non avrebbero tenuto conto dei risultati emersi in cui erano presenti “numerosi indici di sfruttamento”.
Quest’ultima inchiesta di Storari è però diversa da quelle, clamorose, degli scorsi mesi. Nei precedenti casi il pm milanese aveva chiesto al tribunale di sottoporre le aziende a misure preventive, come l’amministrazione giudiziaria, che non hanno conseguenze penali e che servono a correggere i meccanismi illeciti della filiera produttiva.
Nel caso di Tod’s invece la procura ritiene di avere sufficienti elementi per dimostrare che i dirigenti indagati fossero a conoscenza dello sfruttamento dei lavoratori tramite le ispezioni che venivano ignorate: per questo si configura il “dolo”. La stessa Tod’s è indagata come azienda perché non si sarebbe dotata di un modello organizzativo tale da evitare che i propri dirigenti compissero reati nell’interesse della società.
L’inchiesta della Procura, e la richiesta lo scorso mese di sottoporre ad amministrazione giudiziaria il gruppo, aveva spinto il suo presidente Diego Della Vale a definire quelle accuse “pesanti e ingiuste”, di aver agito in maniera “superficiale”, di “mancanza di rispetto per la nostra reputazione” e di “mettere in discussione con leggerezza il made in Italy creando danni enormi”.
La Procura ha chiesto inoltre al Tribunale di vietare a Tod’s di pubblicizzare i propri prodotti per sei mesi: la prima udienza è prevista per il 3 dicembre.
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