“Trans a pranzo con il Papa”, reazionari all’assalto di Leone

Novembre 19, 2025 - 21:03
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“Trans a pranzo con il Papa”, reazionari all’assalto di Leone

È un coro: dai siti tradizionalisti cattolici statunitensi, passando poi a spagnoli, polacchi, francesi e agli epigoni italiani. Tutti contro Papa Leone XIV che ha osato non solo ricevere ma addirittura pranzare con alcune persone transgender domenica in Vaticano. È accaduto durante la Giornata Mondiale della Povertà: in Aula Paolo VI si sono radunati 1300 tra poveri, senzatetto, persone in difficoltà.

È una iniziativa voluta da papa Francesco, che papa Leone ha deciso di continuare. E il presunto scandalo per questa lista di invitati, in realtà si somma allo sconcerto di quanti desideravano ardentemente una sconfessione da parte di Leone XIV di tutto l’operato di Francesco, partendo dai pranzi per i poveri e finendo con la riammissione della messa in latino nella liturgia. Tuttavia man mano si comprende che il successore non ha alcun desiderio di cancellare il predecessore, anzi lo cita sempre più spesso. Ed anche domenica lo ha detto: “Con grande gioia ci raduniamo in questo pomeriggio per questo pranzo, in questa Giornata che tanto ha voluto il nostro tanto amato, il mio predecessore, papa Francesco. Un forte applauso per il papa Francesco”.

Le cinque persone transgender di cui si era parlato prima di domenica e che hanno tanto fatto infuriare i siti tradizionalisti, nella realtà sono diventati, in Vaticano, una cinquantina, provenienti da Torvajanica, cittadina del litorale laziale, accompagnate dal parroco don Andrea Conocchia e suor Geneviève Jeanningros. Una comunità che già Francesco aveva aiutato durante la pandemia. Come ha dichiarato il parroco “ricevono un aiuto alimentare e la domenica vengono a messa, sono tutte sudamericane e cresciute in famiglie cattoliche, per me sono come tutti gli altri parrocchiani”. Se la carità è praticata nelle parrocchie, senza stare a guardare documenti di identità o altro, non è così sui social media, dove il mondo tradizionalista più becero ne approfitta per gridare allo scandalo. E mescola un altro episodio altrettanto eclatante, a loro dire: il ritorno nella Chiesa di Gio Benitez, conduttore televisivo, omosessuale, che ha ricevuto la comunione qualche giorno fa a Manhattan e come testimone aveva suo marito. A celebrare il rito un’altra star invisa al mondo conservatore: il gesuita James Martin, che da decenni è impegnato tra le persone omosessuali per mostrare loro che la Chiesa non discrimina nessuno. Su X, tra i tanti, è arrivato un commento netto e senza appello: “vanno tutti scomunicati, compresa la signora che suonava l’organo”.

Ma siamo soltanto all’inizio. È un dato di fatto che nelle ultime settimane si stanno moltiplicando gli account conservatori cattolici. A farla da padrone sono lo scomunicato arcivescovo Viganò ma soprattutto “Catholics for Catholics”, che su X si definisce “partner cattolico ufficiale della Casa Bianca”. E riempie la sua pagina con post a favore del controverso attivista politico Charlie Kirk, ucciso il 10 settembre. Per proclamare che “Charlie ha sempre dimostrato grande rispetto e venerazione per il cattolicesimo, la stessa fede che ha abbracciato sempre più fino alla fine della sua vita. Lo ricordiamo ancora con amore e ammirazione. La sua eredità continua a vivere”. È un post di questi ultimi giorni, in cui ovviamente si omette di dire che si tratta di una persona contraria ad ogni idea di giustizia sociale che troviamo nell’insegnamento cattolico. All’inizio del pontificato, proprio nel saluto dell’8 maggio a due ore dall’elezione, papa Leone auspicava una “Chiesa unita cercando sempre la pace, la giustizia, cercando sempre di lavorare come uomini e donne fedeli a Gesù Cristo”. Sei mesi dopo, la disunione si amplifica, prendendo ogni pretesto utile.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia