Women in Digital Index 2025: dati, STEM, ICT e leadership femminile in Europa
Il Women in Digital Index 2025 analizza competenze STEM, percorsi ICT e leadership femminile in UE ed extra-UE. Ecco i risultati preliminari e il quadro italiano.
Women in Digital Index 2025: i nuovi dati sul percorso digitale delle donne in Europa
Il nuovo WiD Index analizza formazione STEM, carriere ICT e leadership femminile in UE e Paesi extra-europei
Come si muovono oggi le donne nel panorama digitale europeo? A rispondere è il nuovo Women in Digital (WiD) Index 2025, sviluppato dall’iniziativa Connecting Women in Digital.
L’indice ricostruisce, attraverso dati comparabili e aggiornati, l’intero percorso delle donne: dall’ingresso negli studi STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) fino ai ruoli apicali nei settori digitali e tecnologici.
L’analisi include tutti i Paesi dell’Unione Europea e un panel di nazioni extra-UE, tra cui Regno Unito, Stati Uniti, Brasile e India.
Presentato a Bruxelles durante il Women in Digital Summit, il WiD Index fotografa con precisione come le donne entrano, avanzano, restano o abbandonano le carriere digitali, mettendo in luce progressi e persistenti barriere strutturali.
Un indice trasparente per guidare policy e interventi strategici
L’obiettivo del WiD Index è offrire uno strumento solido e comparabile per decisori politici, istituzioni educative e stakeholder del settore, così da supportare la progettazione di politiche più efficaci a favore della parità di genere nel digitale.
L’indice si basa su una metodologia chiara e replicabile, che standardizza i dati su una scala 0–100 attraverso normalizzazione min-max.
La valutazione si articola in cinque pilastri fondamentali:
1️⃣ STEM – Istruzione iniziale e competenze di base
2️⃣ ICT – Formazione specializzata e competenze avanzate
3️⃣ Digitale – Partecipazione e permanenza nei lavori digitali
4️⃣ Leadership – Presenza femminile in posizioni dirigenziali
5️⃣ Ambiente favorevole – Condizioni sociali e strutturali
Il WiD Index utilizza fonti autorevoli come PISA, Eurostat, statistiche nazionali e il nuovo Women in Digital Survey, che ha raccolto oltre 4.400 risposte da professioniste ICT in tutta Europa.
Risultati preliminari: progressi visibili, ma ostacoli ancora forti
I primi dati mostrano una realtà complessa, con miglioramenti significativi ma anche sfide persistenti:
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66% delle donne segnala che gli stereotipi di genere continuano a influire sul proprio percorso nei settori ICT.
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47% afferma di dover lavorare più duramente degli uomini per dimostrare la stessa competenza.
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62% osserva che le donne occupano meno di un quarto dei ruoli dirigenziali nelle loro organizzazioni.
Nonostante la crescita della presenza femminile nella formazione STEM e ICT, la transizione verso lavori digitali e ruoli di leadership rimane limitata.
In molti Paesi, le donne rappresentano ancora meno del 25% delle posizioni digitali di alto livello, a causa di barriere di carriera, scarsa visibilità di role model e opportunità di leadership poco inclusive.
Il quadro dell’Italia: luci e ombre
Il WiD Index 2025 rileva per l’Italia:
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Gap persistenti nelle competenze STEM, soprattutto in matematica.
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Crescita significativa nella formazione ICT, ma ancora sotto la media europea.
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Occupazione ICT femminile limitata, con un netto divario retributivo.
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Leadership femminile bassa, frenata da ostacoli culturali e strutturali.
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Ambiente abilitante disomogeneo, con forti differenze territoriali che influenzano competenze e occupazione.
«Serve una rete più forte tra industria, politica e accademia»
Durante il Summit, Liubba El Hadi Hamed (Bluspecs), coordinatrice di Connecting Women in Digital, ha sottolineato l’urgenza di una collaborazione sistemica:
«Durante i panel abbiamo visto quanto sia essenziale costruire una forte rete che colleghi industria, politici e mondo accademico. Le scuole faticano ad adattare i programmi alle richieste del mercato, soprattutto per le giovani donne. Iniziative come Girls Go STEAM, che offre corsi di fisica dei semiconduttori e programmazione alle ragazze 14–19 anni, mostrano come partnership mirate possano fare la differenza. Il Summit nasce proprio per unire risultati, progetti e attori diversi, e generare cambiamento sistemico.»
Per consultare i dati completi
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