A Pollenzo conferenza nazionale su futuro insetti impollinatori

Roma, 18 set. (askanews) – Il cambiamento climatico, le pratiche agricole intensive e non sostenibili, il degrado e la scomparsa di habitat naturali insieme alla diffusione di monocolture sono alcune delle cause più impattanti per le attività degli impollinatori, tra cui le api, indispensabili per la biodiversità globale e alla base del funzionamento degli ecosistemi. Per questo lunedì 22 settembre a Pollenzo si riuniscono ricercatori, apicoltori, agricoltori e comunità locali per affrontare le sfide legate alla tutela degli impollinatori e della biodiversità in occasione della conferenza nazionale “+Api”. Un’alleanza per la biodiversità – Dalla ricerca alla pratica: un dialogo aperto sul futuro degli impollinatori”.
Dagli impollinatori dipende infatti la riproduzione di oltre l’85% delle piante selvatiche e più del 70% delle colture agrarie. La loro funzione ha anche un valore economico stimato in circa 153 miliardi di dollari a livello mondiale, dei quali circa 26 miliardi in Europa e 3 miliardi in Italia. Secondo la European Red Lists of Bees, in Italia, delle 151 specie di api native sono 34 (pari al 22%) quelle in pericolo. 5 sono potenzialmente estinte, altre 2 specie sono in pericolo critico, 10 specie sono in pericolo, 4 specie sono vulnerabili e altre 13 sono prossime ad uno stato di minaccia.
L’evento è organizzato da Filiera Futura e Fondazione CRC, in collaborazione con Fondazione Agrion e l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Filiera Futura è un’associazione che riunisce fondazioni, atenei ed enti di categoria e dal 2020 lavora in tutta Italia per innovare il settore agroalimentare. Al centro il progetto “+Api. Oasi fiorite per la biodiversità” sostenuto da 14 fondazioni crea spazi verdi ricchi di essenze mellifere e habitat ideali per api e altri impollinatori.
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