Autismo e paracetamolo: cosa c’è di vero nelle dichiarazioni di Trump

Settembre 26, 2025 - 06:30
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Autismo e paracetamolo: cosa c’è di vero nelle dichiarazioni di Trump

Secondo un recente studio dei ricercatori di Harvard e del Mount Sinai, ci potrebbe essere una possibile correlazione tra l’uso del paracetamolo nelle prime fasi della gravidanza e un aumentato rischio di sviluppare autismo nei bambini. Altri studi, tra cui uno svedese che ha analizzato i sati di quasi 2 milioni e mezzo di bambini, non mostrano alcuna associazione tra il paracetamolo e l’autismo.

 

 

Donald Trump, in conferenza stampa, qualche giorno fa si è espresso riguardo l’uso del paracetamolo in gravidanza e i vaccini e un possibile aumento del rischio di autismo.

Da una parte, la Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, SINPIA manifesta profonda preoccupazione per tali affermazioni.

“Tali dichiarazioni, ampiamente riprese dai media, – sottolinea Elisa Fazzi, Presidente SINPIArisultano prive di reale fondamento scientifico, creano disinformazione e contribuiscono ad alimentare insicurezze e confusione su quello che è un problema rilevante per milioni di bambini, adolescenti e famiglie coinvolte nei disturbi del neurosviluppo in tutto il mondo”.

“L’autismo – prosegue la Presidente SINPIAè un disturbo del neurosviluppo complesso e multifattoriale dovuto all’interfaccia tra fattori genetici e ambientali, riconosciuto e studiato da decenni dalla comunità scientifica internazionale. La ricerca ha evidenziato le basi neurobiologiche e genetiche dello spettro autistico e gli intrecci con elementi ambientali, ma non è stato individuato un singolo fattore causale. Non esistono evidenze credibili che colleghino con certezza l’insorgenza dell’autismo solo a cause esterne come i vaccini o farmaci o altri fattori comunemente invocati in narrazioni infondate”.

“Diffondere affermazioni non supportate da dati scientifici e non esprimersi in sintonia con la comunità e i dati scientifici a disposizione – aggiunge Antonella Costantino, past president SINPIAnon solo è irresponsabile, ma rischia di danneggiare seriamente gli sforzi quotidiani di medici, terapisti, educatori e famiglie, che lavorano con impegno per favorire la ricerca, lo sviluppo, l’inclusione e il benessere delle persone con autismo”.

Ma perché il presidente USA se ne uscito con tali affermazioni? Secondo un recente studio dei ricercatori di Harvard e del Mount Sinai, ci potrebbe essere una possibile correlazione tra l’uso del paracetamolo nelle prime fasi della gravidanza e un aumentato rischio di sviluppare autismo nei bambini.

Tuttavia, esistono altri studi, tra cui uno svedese che ha analizzato i sati di quasi 2 milioni e mezzo di bambini, che non mostrano alcuna associazione tra il paracetamolo e l’autismo.
I ricercatori sono giunti a questa conclusione conclusione confrontato fratelli nati dalla stessa madre, di cui solo uno è stato esposto al paracetamolo in gravidanza.
Un altro studio condotto in Giappone su oltre 200.000 bambini, pubblicato quest’anno e basato anch’esso su confronti tra fratelli, non ha trovato alcun collegamento tra l’uso di paracetamolo in gravidanza e l’autismo.
E anche l’assunzione del farmaco in gravidanza, secondo una revisione pubblicata a febbraio, è improbabile che possa aumentare il rischio di autismo nei futuri neonati.
Infine, Trump ha anche annunciato una possibile cura per l’autismo, tramite leucovorin, un farmaco a base di acido folico: in effetti, la Food and Drug Administration ha pubblicato un avviso sul Federal Register annunciando questa nuova terapia sperimentale, ma gli studi, per ora si basano su un esiguo numero di pazienti, per cui non è ancora possibile trarre alcuna conclusione statisticamente rilevante.

 

 

 

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Redazione Redazione Eventi e News