Teseghella: “Scegliamo L’esperienza o il momento”? | Indie Talks

Settembre 26, 2025 - 06:00
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Teseghella: “Scegliamo L’esperienza o il momento”? | Indie Talks

Nella società del tutto e subito anche le esperienze vengono vissute, e soprattutto processate dall’essere umano in maniera diversa a seconda della situazione stesso o del momento di vita in cui quel qualcosa, talvolta di diverso dal solito, accade.

Teseghella parte da questa ambiguità sensoriale per esprimere alcune considerazioni che riguardando sia il suo modo di comunicare attraverso la musica, ma va al di là,  ripercorrendo cosa vuol dire crescere.

Ancora Ancora Ancora è la consapevolezza che si mischia con il rimpianto di vivere l’esperienza nel momento, senza però godersela appieno. Forse era troppo presto siamo andati lunghi, e quello che si è vissuto diventa più presente da ricordo piuttosto che  nell’azione in cui succede.

I giovani, oggi, sono assorbiti da questo paradosso, motivo per cui sono più inclini ad abbracciare la malinconia o a vivere nella nostalgia di un passato dal quale sono stati solamente sfiorati.

TESEGHELLA X INDIETALKS

Quale cosa ti piacerebbe fare AncoraAncoraAncora?

Sicuramente il liceo, tempi che ho vissuto con una spensieratezza rara al giorno d’oggi. Se dovessi paragonarla però ad un periodo un po’ più recente, l’esperienza che ho vissuto durante il giro di aperture a Fulminacci e Gazzelle, il Primo Maggio ed il MiAmi, aveva vibes molto simili. Salivo sul palco senza pensare a ciò che sarebbe successo dopo, anche il giorno dei drop, ero molto felice; ora invece sono più meticoloso in tutto, anche nella scrittura, il che è un bene, però mi piacerebbe convivere di nuovo con quella parte quasi infantile.

Accontentarsi è un pregio o un difetto?

⁠Sono sempre stato una persona che porta avanti mille progetti diversi. Da un annetto a questa parte però ho preferito trovare dei punti saldi, dei perni, su cui costruire la mia routine. Non ho più bisogno di impressionare nessuno, nemmeno me stesso, faccio queste cose che mi piacciono e cerco di migliorare, proprio per andare alla ricerca della versione più pura di me. Penso che anche in una corsa o in una partita di basket al campetto con gli amici, si possano scoprire ambienti mai esplorati della propria persona, un po’ come quando scrivi una canzone. Quindi, secondo me, bisogna accontentarsi delle cose che ci danno l’opportunità di stare bene e allo stesso tempo scavare in profondità.

Per te quanto sono importanti gli eccessi?

Vedo molto spesso persone che vanno alla ricerca dell’eccesso, quasi forzatamente. Purtroppo o per fortuna io sono una persona che di default eccede tanto, specialmente nel rapporto con me stesso, quindi nel rapporto con gli altri cerco di essere il più normale possibile, però è anche vero che sulla linea del limite si scoprono tante cose, io credo di averla già ben superata e anzi persa di vista per quanto sono andato in là con il pensiero.

PH: Ufficio Stampa

Quanto ti fidi del tuo istinto?

Come dicevo prima, inizialmente mi fidavo ciecamente del mio istinto, ad ora cerco di adeguarlo al pensiero lucido. A volte noto però che mi sfuggono delle occasioni perché il processo istinto-pensiero mi ha rallentato, quindi non ti saprei rispondere, perché sono ancora alla ricerca della risposta, più che giusta, adatta al mio carattere.

Cambio di casa, cambio di mood: che cosa vuol dire rischiare?

C’è stato un periodo della mia vita in cui vivevo praticamente in all in. Mi buttavo a capofitto su ogni cosa che aveva un po’ della salvezza che stavo cercando, quindi penso voglia dire questo. Negli ultimi tempi però ho imparato che le decisioni, più si va avanti e più hanno un peso; spesso le conseguenze sono inaspettate e possono smuovere equilibri importanti nelle nostre vite.

C’è un fallimento che ringrazi?

Si certo, sono un grande fan dei fallimenti, specialmente quando sono fallimenti emotivi più che materiali. Tutti gli errori che ho fatto con la musica mi hanno portato a fare di quest’ultima, specialmente con l’attività di autoraggio che svolgo, un lavoro e se fossi entrato prima in questo mondo penso che ne sarei stato divorato, non so con quali conseguenze. Già adesso è molto difficile gestire il tutto, non riesco a pensare ad un me diciannovenne che fa a botte con la bruttezza che c’è in tutti i punti ciechi di questo lavoro.

PH: Ufficio Stampa

La nostalgia invece è legata alla ragione?

La nostalgia è l’emozione che sento di più, nel passaggio tra ragazzo e giovane uomo la mia vita è cambiata drasticamente, ho  perso tanti amici, ho smesso di fare tante cose; ero attratto da tutto, volevo buttarmi in nuove avventure e quindi ho perso un po’ il controllo, adesso sto rimettendo i pezzi a posto, quindi andando a ritroso m’imbatto molto spesso in questa sensazione.

Le canzoni rimangono le stesse, ma con il tempo mutano i sentimenti. Che rapporto hai con i tuoi brani?

Fortunatamente vado fiero della maggior parte dei brani che sono usciti fino ad ora, anche quelli vecchi, perché rappresentano a pieno il momento che stavo vivendo. A volte mi ascolto in auto e rivivo i momenti belli passati assieme a quelle canzoni, è una sensazione magica.

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