Bressan: «Milano deve ridare fiato ed energie ai legami comunitari»


«Si tratta di un’iniziativa della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli che, tuttavia, in qualche modo, vede anche un coinvolgimento della Diocesi per riflettere sulla città che, come ha detto l’Arcivescovo, ha vissuto un momento di lacerazione in seguito anche all’inchiesta sull’urbanistica». Monsignor Luca Bressan, vicario episcopale per la Carità, la Cultura, la Missione e l’Azione sociale, definisce con queste parole la partecipazione della Chiesa ambrosiana al progetto «Laboratorio Milano. Il futuro della città oltre la cronaca, dentro la politica per l’interesse di cittadini e cittadine». Una serie di 6 appuntamenti che si svolgeranno dal 29 settembre ad aprile 2026. Una sorta di “libro” – come è stato definito – con 5 capitoli, un prologo e un finale, scritti dalla Fondazione con una serie di partner quali Camera del Lavoro di Milano, Fondazione Cariplo, Fondazione Corriere della Sera, Fondazione Costruiamo il Futuro e, appunto, l’Arcidiocesi.
Una ferita, certamente c’è stata se si pensa a Milano e alle recenti inchieste che l’hanno riguardata. Quale è il rischio più grande che si corre?
Da una parte, vi è un grande sviluppo urbanistico, ma allo stesso tempo si registra la fatica di tenere unite, in questo stesso sviluppo, le varie dimensioni della città. Il rischio è che la metropoli vada a più e diverse velocità e che vi siano fasce di esclusi che, così, si sentono sempre meno milanesi. Tra i vari corpi e le varie realtà che costruiscono il presente e il domani di Milano – per usare ancora un’immagine dell’Arcivescovo – la metropoli sembra quasi un condominio in cui i singoli inquilini non si parlano più o faticano a comunicare. E questo, come è ovvio, non solo rende difficoltosa la vita, ma impedisce di progettare e di capire insieme cosa cambia e come affrontare il futuro.
Quindi, l’obiettivo è realizzare un tavolo di idee e di confronto tra vari soggetti?
Sì. Occorre avere un laboratorio che permetta a tutti di tornare a stimarsi, quindi a dire che siamo uniti dallo stesso destino.
Lei è anche presidente di Fondazione Caritas. Il 17 ottobre Caritas ambrosiana sarà tra gli enti che presenteranno la ricerca «Dare casa alla speranza», sulla povertà abitativa. Senza dimenticare la scelta dell’Arcivescovo di istituire il Fondo Schuster. Case per la gente. Interrogarsi sugli sviluppi dell’edilizia e dell’urbanistica è uno dei temi cardine su cui giocare il futuro di Milano?
La casa non è semplicemente i muri che la e ci contengono, ma è lo spazio concreto e simbolico, vitale e umano in cui impariamo valori, costruiamo insieme legami, insomma, edifichiamo quel bene comune senza il quale tutti siamo più poveri, anzi, senza il quale non riusciamo a vivere. Per questo è fondamentale porre attenzione a questo tema. Impegnarsi insieme per ricostruire il soggetto “noi”, per ridare fiato ed energie ai legami comunitari, per tornare a essere tutti insieme, a partire dagli ultimi, protagonisti del nostro futuro: questi sono i motivi per i quali la Diocesi partecipa con interesse e passione al “Laboratorio Milano”.
Il 17 marzo 2026 l’incontro organizzato con la Diocesi verterà sulle «Nuove povertà». Un tema che è nel Dna della Chiesa…
L’idea non è quella di sviluppare il solito schema soggetto-oggetto con la Diocesi-soggetto che guarda alle nuove povertà-oggetto, ossia solo come qualcosa da accogliere. Al contrario, si tratta di vedere come le povertà siano anch’esse stesse risorse, perché aiutano a costruire il volto futuro di Milano. basti pensare, per esempio, al Corvetto salito tristemente agli onori delle cronache. Un quartiere dove, in realtà, si sta lavorando da tempo per risolvere le sue tensioni e i suoi problemi con progetti che hanno coinvolto la Caritas, le istituzioni locali, le realtà ecclesiali e del volontariato, l’oratorio. Credo che sia un bel segno che anche realtà come la Fondazione Feltrinelli riconoscano il contributo prezioso che la Diocesi porta per l’edificazione del tessuto sociale.
Qual è la tua reazione?






