Bushy Park: natura reale e storia segreta di Londra

Ottobre 16, 2025 - 12:00
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Bushy Park: natura reale e storia segreta di Londra

A pochi chilometri dal cuore di Londra, oltre la linea sinuosa del Tamigi e accanto ai cancelli dorati di Hampton Court Palace, si estende uno dei luoghi più sorprendenti e poetici della capitale britannica: Bushy Park. Secondo per estensione solo al vicino Richmond Park, questo grande polmone verde di 445 ettari rappresenta uno dei più perfetti equilibri tra natura selvaggia e memoria storica che Londra possa offrire. È un paesaggio di prati infiniti, boschi antichi, canali rinascimentali e viali di ippocastani, ma anche un archivio vivente della storia inglese: da Enrico VIII fino alla Seconda guerra mondiale, da battute di caccia reali a quartier generali segreti.
A differenza di molti parchi cittadini, Bushy Park non è solo un rifugio per gli amanti delle passeggiate o dei picnic: è un ecosistema complesso, in cui vivono liberi oltre trecento cervi e dove ogni angolo custodisce un frammento di passato. I londinesi lo considerano uno spazio quasi sospeso nel tempo, capace di trasmettere la sensazione di trovarsi in campagna pur restando nel perimetro urbano.
Visitandolo, si attraversano secoli di storia naturale e architettonica: dai canali scavati per volere di re Carlo I alla Diana Fountain, una scultura barocca che riflette il cielo nei suoi specchi d’acqua, fino alle tracce del comando alleato che pianificò il D-Day.
Oggi Bushy Park è un luogo di incontro fra biodiversità, sport e cultura. È il teatro delle corse del sabato mattina del celebre Parkrun, delle osservazioni naturalistiche e delle giornate familiari dedicate al Chestnut Sunday. Ma è anche un santuario silenzioso, dove la natura, lasciata libera di vivere secondo i propri ritmi, dialoga ancora con la memoria del potere e della guerra.

Dalle origini alla corte di Enrico VIII

La storia di Bushy Park affonda le sue radici in un tempo molto più remoto rispetto alle residenze reali che lo circondano. Gli archeologi hanno individuato, nelle sue radure e lungo le sponde del Longford River, tracce di insediamenti dell’età del Bronzo e tumuli funerari risalenti a oltre quattromila anni fa. In epoca romana l’area era probabilmente attraversata da una via secondaria che collegava Londinium a Staines, mentre nel Medioevo il terreno, allora coperto da una fitta vegetazione di querce e biancospini, era utilizzato come pascolo e zona di raccolta del legname. Il nome “Bushy”, attestato per la prima volta nei registri del 1604, deriva proprio dal termine inglese bush, “cespuglio”, e rimanda all’aspetto originario di un paesaggio brulicante di vegetazione spontanea.

Cascata a gradoni e vasche in mattoni degli Upper Lodge Water Gardens di Bushy Park, esempio di giardino d’acqua barocco restaurato.
Gli Upper Lodge Water Gardens: cascate, canali e geometrie d’acqua riportate all’antico splendore nel cuore di Bushy Park.

Fino al XVI secolo, il territorio era suddiviso in tre distinti possedimenti: Hare Warren, Middle Park e Bushy Park. Tutto cambiò quando il potente cardinale Thomas Wolsey, cancelliere del re Enrico VIII, acquisì la vicina tenuta di Hampton Court e iniziò a trasformarla in un palazzo di straordinaria magnificenza. La caduta in disgrazia del cardinale nel 1529 portò però alla confisca delle sue proprietà, che vennero subito rivendicate dal sovrano. Enrico VIII comprese il potenziale del paesaggio che si estendeva a nord del palazzo: un’area ampia, fertile e ricca di selvaggina, perfetta per le sue battute di caccia reali, passione che condivideva con la corte dei Tudor.

Fu così che Bushy Park venne recintato e integrato nel complesso dei Royal Parks, diventando ufficialmente riserva di caccia reale. I documenti dell’epoca testimoniano la presenza di mandrie di cervi rossi e daini, introdotti appositamente per garantire al re e ai suoi ospiti un costante approvvigionamento di selvaggina. La caccia, tuttavia, non era soltanto un passatempo: rappresentava uno degli strumenti attraverso cui la monarchia inglese riaffermava la propria autorità sul territorio, controllando le terre e imponendo limiti ai sudditi.

Già nel Cinquecento vennero costruiti lodge e cottage di guardia, oltre a piccoli canali e dighe che servivano a regolare le acque e a irrigare i pascoli. Alcune di queste strutture sono ancora visibili, inglobate in edifici successivi o ridotte a suggestive rovine. L’area cominciò così a prendere la forma di un paesaggio ordinato, dove la mano dell’uomo interveniva per modellare la natura, ma senza cancellarne il carattere selvaggio.

Durante il regno di Carlo I, nel XVII secolo, Bushy Park divenne uno degli spazi prediletti della corte per la caccia e le cavalcate. Il re ordinò la costruzione del Longford River, un canale artificiale lungo circa 19 chilometri che partiva da Bedfont e attraversava Bushy Park per alimentare le fontane e i giardini di Hampton Court Palace. Realizzato in appena sei mesi nel 1638, il canale trasformò radicalmente l’aspetto del paesaggio, introducendo una rete di corsi d’acqua che ancora oggi caratterizza la morfologia del parco.

A cavallo tra il XVII e il XVIII secolo, la progettazione di viali monumentali come la celebre Chestnut Avenue — disegnata da Sir Christopher Wren, l’architetto della Cattedrale di St Paul — conferì a Bushy Park l’impianto scenografico che ancora lo distingue. L’asse prospettico che collega il cuore del parco al palazzo di Hampton Court è dominato dalla Diana Fountain, una scultura barocca realizzata per volere di Carlo I e successivamente collocata al centro di un grande bacino circolare. Nonostante il nome, la statua raffigura la ninfa Arethusa, ma nel corso dei secoli il mito si è confuso con quello della dea della caccia, rafforzando l’immagine di Bushy Park come territorio mitico di foreste, acque e divinità.

Cervi rossi e daini che pascolano tra i prati nebbiosi di Bushy Park con filari di querce sullo sfondo invernale.
La fauna simbolo del parco: cervi liberi nella bruma mattutina, scenario tipico dei mesi freddi.

In questo periodo il parco assunse la forma che conosciamo oggi: un equilibrio armonioso tra paesaggio naturale e architettura, tra selvatichezza e controllo, dove i cervi continuavano a muoversi liberi sotto gli alberi secolari e i sovrani passeggiavano lungo viali geometrici tracciati per esaltare la potenza del trono.

Dal Seicento alla guerra: architettura, canali e vita di corte

Dopo la trasformazione voluta da Enrico VIII e Carlo I, Bushy Park divenne nel corso del XVII secolo un luogo di eleganza e rappresentanza, ma anche un paesaggio in continua evoluzione. I sovrani Stuart, in particolare, considerarono il parco parte integrante della scenografia di Hampton Court Palace, uno dei simboli del potere monarchico. L’architetto Sir Christopher Wren, incaricato di ridisegnare parte del palazzo dopo il grande incendio di Londra, immaginò per Bushy Park un sistema di assi prospettici e canali ornamentali che si armonizzassero con l’architettura barocca della residenza reale. La più celebre di queste creazioni è la già menzionata Chestnut Avenue, un viale di ippocastani che collega direttamente il confine settentrionale del parco con il palazzo, lungo circa un chilometro e mezzo.

Il viale fu tracciato nel 1699 e divenne il percorso privilegiato dei cortei reali, nonché l’accesso scenografico alle cerimonie di corte. Il bacino d’acqua al suo centro, noto come Diana Fountain, completò l’impianto formale, trasformando Bushy Park in un autentico giardino di rappresentanza del potere monarchico. Intorno a questi elementi architettonici si estendevano ampi prati e zone boscate, dove i cervi continuavano a pascolare liberamente, creando un contrasto affascinante fra ordine e natura selvaggia, fra arte e biologia.

Nel corso del Settecento, l’uso del parco come riserva di caccia diminuì gradualmente, anche perché la corte si spostò sempre più verso le residenze urbane di St James’s e Kensington. Tuttavia, Bushy Park rimase strettamente legato alla famiglia reale e continuò a essere gestito come parte dei Crown Estates. Alcune dimore all’interno del parco, come la Bushy House, furono assegnate a membri della nobiltà o a personaggi di spicco della corte. La stessa Bushy House, originariamente costruita nel 1663 per Edward Proger, valletto di camera di Carlo II, divenne nei secoli successivi la residenza di William, duca di Clarence, futuro re Guglielmo IV. Fu proprio lui a introdurre alcune migliorie paesaggistiche, piantando nuovi alberi e favorendo la creazione di sentieri che collegavano le diverse aree del parco.

Con il passare degli anni, Bushy Park acquisì un carattere sempre più pubblico. Sebbene restasse formalmente proprietà reale, il suo uso venne progressivamente aperto ai cittadini e agli abitanti delle località limitrofe di Hampton, Teddington e Kingston. Gli accessi pedonali, in origine rigidamente controllati, furono ampliati e nuovi viali permisero di attraversare il parco da nord a sud. Nel frattempo, gli elementi idraulici — i canali, i bacini e i ruscelli alimentati dal Longford River— assunsero un ruolo anche ecologico, offrendo habitat ideali per uccelli acquatici, pesci e anfibi.

Lungo viale erboso fiancheggiato da alberi maturi a Bushy Park, luce radente e ombre sul prato.
Uno dei viali storici del parco: prospettive infinite tra chiome secolari e prati aperti.

Durante l’età georgiana e vittoriana, l’interesse per la botanica e il paesaggismo portò all’introduzione di nuove specie arboree e floreali. Vennero piantati faggi, olmi, tigli e platani, e alcune aree, come i Woodland Gardens, furono concepite come giardini all’inglese, più liberi e naturali rispetto alla rigidità dei viali seicenteschi. Questi interventi crearono un paesaggio composito, dove convivevano la simmetria barocca e l’estetica romantica del XIX secolo.

Nel frattempo, il parco iniziò a svolgere anche funzioni sociali: divenne un luogo di passeggio per la borghesia, di picnic e di esplorazione naturalistica per le famiglie londinesi. È in questo periodo che nacque la tradizione del Chestnut Sunday, una festa popolare celebrata in primavera, quando gli ippocastani della Chestnut Avenue fiorivano con spettacolari grappoli bianchi e rosa. L’usanza, testimoniata già nell’Ottocento, prevedeva che gli abitanti dei villaggi vicini si riunissero nel parco per picnic, musica e corse di cavalli. Dopo un’interruzione nel Novecento, la tradizione è stata ripristinata e oggi il Chestnut Sunday è una delle feste più amate dai residenti del Richmond Borough.

Durante il Novecento, Bushy Park divenne testimone di eventi cruciali. Durante la Prima guerra mondiale, l’area ospitò un grande ospedale militare canadese allestito presso l’Upper Lodge, a nord-est del parco. Negli anni della Seconda guerra mondiale, invece, Bushy Park fu teatro di un episodio di enorme importanza: nel 1944 vi venne insediato il quartier generale delle forze alleate sotto il comando del generale Dwight D. Eisenhower, incaricato di coordinare le operazioni dello sbarco in Normandia. Il complesso, noto come Camp Griffiss, era costituito da baracche mimetizzate e strutture temporanee, di cui oggi restano alcune tracce e una targa commemorativa che ricorda la pianificazione del D-Day.

Alla fine del conflitto, il parco tornò gradualmente alla sua funzione originaria, ma la sua identità era ormai segnata da questa doppia memoria: quella della natura protetta e della storia militare, conviventi nello stesso spazio. Negli anni successivi, la gestione del sito passò al Royal Parks Agency, che ne curò la conservazione e il restauro dei principali elementi architettonici e naturalistici. Bushy Park divenne così non solo un luogo di svago, ma anche un monumento paesaggistico nazionale, inserito tra i siti di Grade I nel Register of Historic Parks and Gardens.

Ancora oggi, passeggiando lungo la Chestnut Avenue o fermandosi presso la Diana Fountain, è possibile percepire la stratificazione dei secoli: i segni del Rinascimento inglese, la grazia barocca, la sensibilità romantica e le ombre del XX secolo convivono in perfetto equilibrio, come se il parco stesso fosse una sinfonia composta da epoche diverse, ma unite dallo stesso ritmo naturale.

La natura e la fauna di Bushy Park: un ecosistema nel cuore della città

Oltre al suo valore storico e architettonico, Bushy Park è oggi uno dei più importanti ecosistemi urbani del Regno Unito. Protetto come Site of Special Scientific Interest (SSSI), rappresenta un raro esempio di convivenza tra paesaggio antropizzato e biodiversità spontanea. L’ampiezza del parco, i suoi antichi alberi e la varietà di habitat ne fanno un rifugio per centinaia di specie vegetali e animali, molte delle quali sopravvivono qui grazie a secoli di gestione attenta e sostenibile.

Vista aerea di Bushy Park con prati, boschi e viali a nord di Hampton Court, circondato dai quartieri di Teddington e Hampton.
Bushy Park visto dall’alto: l’estensione dei prati e dei boschi incastonata tra i quartieri residenziali del sud-ovest londinese.

L’elemento naturale più riconoscibile di Bushy Park è la sua mandria di cervi, composta da circa 320 esemplari tra cervi rossi e daini. Discendenti diretti degli animali introdotti nel Cinquecento per le battute di caccia reali, i cervi vivono oggi in libertà, muovendosi fra prati e boschi. È grazie a loro che l’erba dei pascoli si mantiene corta e uniforme, contribuendo a conservare un paesaggio aperto e arioso. Tuttavia, il contatto con questi animali richiede rispetto e cautela: durante la stagione del rut, tra settembre e novembre, i maschi diventano territoriali e non vanno mai avvicinati. Le regole di comportamento sono chiaramente indicate all’ingresso del parco, e l’ente che lo gestisce, The Royal Parks, promuove campagne di sensibilizzazione per garantire un equilibrio tra conservazione e fruizione pubblica (Royal Parks official site).

La ricchezza naturale del parco non si esaurisce nei cervi. Le radure, i boschi di querce e ippocastani e i corsì d’acquaalimentati dal Longford River ospitano una sorprendente varietà di specie. Nei Woodland Gardens, ad esempio, sono stati scoperti in anni recenti invertebrati rari, come il minuscolo moscerino Grzegorzekia bushyae, mai documentato prima nel Regno Unito. Questo ritrovamento, segnalato dagli esperti del Natural History Museum, dimostra quanto Bushy Park sia ancora un terreno fertile per la ricerca scientifica e la tutela della microfauna.

La flora del parco riflette la stratificazione dei secoli: i grandi alberi veterani — querce, faggi, olmi e tigli — offrono cavità naturali che diventano rifugio per uccelli e pipistrelli. Alcune di queste querce hanno oltre trecento anni e sono monitorate costantemente dai botanici per garantire la loro salute e stabilità. Gli spazi aperti, invece, sono dominati da erbe perenni e piante selvatiche, come il buttercup, la margherita e la lady’s smock, che in primavera trasformano i prati in tappeti di colori.

Dal punto di vista ornitologico, Bushy Park è un paradiso per il birdwatching. Le sue aree umide ospitano anatre selvatiche, aironi, cigni reali, martin pescatori e picchi verdi, mentre nei cieli si possono osservare poiane e gheppi. I piccoli stagni e i canali secondari attirano anche anfibi e rettili, come la rana comune e la lucertola vivipara. Secondo i dati forniti dal London Wildlife Trust, il parco rientra fra le aree metropolitane con la più alta concentrazione di specie animali diverse, grazie alla combinazione unica di boschi, prati e corsi d’acqua (London Wildlife Trust).

Uno dei luoghi più suggestivi è l’Upper Lodge Water Gardens, un giardino d’acqua restaurato nel 2009 che unisce elementi barocchi e naturalistici. Il complesso, con le sue cascate e i suoi specchi d’acqua collegati da piccoli ponti, rappresenta un raro esempio di idraulica seicentesca ancora funzionante. La sua restaurazione, promossa dal Heritage Lottery Fund, ha permesso di ripristinare un habitat ideale per libellule, pesci e piante acquatiche.

Nel corso delle stagioni, Bushy Park si trasforma: in primavera esplodono i colori dei ciliegi e dei narcisi; in estate il sole filtra tra le chiome degli alberi secolari; in autunno i cervi si sfidano nei prati dorati, mentre in inverno il silenzio domina le radure ghiacciate. Questa ciclicità è parte integrante dell’esperienza del parco, un ritmo naturale che scandisce la vita quotidiana di chi lo frequenta.

Un altro aspetto fondamentale del parco è la sua funzione educativa e sociale. Attraverso i programmi del Royal Parks Learning Centre, Bushy Park diventa un’aula a cielo aperto per scuole, associazioni e famiglie. I visitatori possono partecipare a laboratori di botanica, attività di citizen science e visite guidate gratuite organizzate mensilmente dai volontari dei Friends of Bushy Park, un gruppo locale che dal 1990 si occupa della tutela e valorizzazione del sito (Friends of Bushy Park).

Camminando lungo la Chestnut Avenue o attraversando i boschi del settore ovest, si percepisce una sensazione rara a Londra: quella di trovarsi immersi in una natura non addomesticata, dove l’uomo è solo ospite. Qui la modernità non ha cancellato il legame con la terra, e persino i rumori della città sembrano dissolversi, sostituiti dal fruscio delle foglie e dal richiamo dei cervi al tramonto.

Tradizioni, sport e vita quotidiana nel parco: dal Chestnut Sunday al Parkrun

Sebbene le sue origini affondino nella storia reale d’Inghilterra, Bushy Park è oggi un luogo vissuto intensamente dai londinesi. Non è soltanto una riserva naturale o un sito storico: è uno spazio quotidiano, parte integrante della vita culturale e sportiva della città. In nessun altro parco londinese la fusione tra tradizione e comunità locale appare così spontanea e viva come qui, dove ogni stagione porta con sé feste, sport, musica e un forte senso di appartenenza.

Una delle manifestazioni più antiche e amate è il Chestnut Sunday, una celebrazione primaverile che risale al XIX secolo e che ancora oggi anima il parco nel mese di maggio. L’origine della festa è curiosa: nel periodo vittoriano, quando i trasporti ferroviari iniziarono a collegare Hampton Court con il centro di Londra, centinaia di famiglie raggiungevano Bushy Park per ammirare la fioritura spettacolare degli ippocastani lungo la Chestnut Avenue. Col tempo, il rito si trasformò in un vero e proprio evento popolare, con bande musicali, mercatini, sfilate e picnic nei prati. Dopo un’interruzione durante le guerre mondiali, la tradizione è stata ripristinata negli anni Novanta grazie all’impegno dei Friends of Bushy Park e del Royal Borough of Richmond upon Thames. Oggi il Chestnut Sunday è un’occasione per celebrare la natura e la memoria collettiva, un momento in cui il parco si riempie di vita, colori e sapori che uniscono generazioni diverse (Royal Parks – Chestnut Sunday).

Ma Bushy Park non è solo tradizione: è anche uno dei luoghi simbolo del movimento globale del Parkrun, la corsa gratuita e comunitaria che ha rivoluzionato il modo di vivere lo sport all’aperto. Tutto è iniziato proprio qui, nel 2004, quando un piccolo gruppo di corridori si riunì per una gara amatoriale di 5 chilometri tra i viali del parco. L’iniziativa, ideata da Paul Sinton-Hewitt, si diffuse rapidamente fino a diventare un fenomeno mondiale, con migliaia di eventi settimanali in più di venti paesi. Il Bushy Park Parkrun è oggi il più partecipato del Regno Unito, con oltre 1.000 corridori ogni sabato mattina, di tutte le età e livelli. Non ci sono vincitori né premi, solo il piacere di condividere lo stesso percorso sotto gli alberi, tra il respiro dei partecipanti e il profumo dell’erba umida.

L’attività sportiva è una delle anime più vitali del parco. Gli ampi spazi aperti e i prati ben curati accolgono giocatori di rugby, cricket, calcio e tennis, mentre lungo i sentieri si alternano camminatori, ciclisti e famiglie con bambini. Nei pressi del confine occidentale si trova anche la Hampton Pool, una piscina all’aperto riscaldata aperta tutto l’anno, frequentata da sportivi e residenti. Il clima rilassato e la possibilità di muoversi liberamente in un ambiente naturale rendono Bushy Park un modello di sport inclusivo e sostenibile, in linea con la filosofia dei Royal Parks (Royal Parks – Things to do).

Ma il parco è anche un luogo di scoperta e contemplazione, ideale per chi cerca momenti di quiete o ispirazione artistica. I pittori trovano nella luce che filtra tra gli alberi un soggetto eterno, mentre fotografi e naturalisti vengono qui per catturare le sfumature del paesaggio in continua trasformazione. Gli Woodland Gardens, con i loro ponti in legno, stagni e fiori acquatici, sono tra i luoghi più poetici e silenziosi del parco, perfetti per camminate lente e meditazione.

Le famiglie trovano nel parco spazi per tutte le età: aree giochi, aree picnic e caffetterie immerse nel verde, come il Pheasantry Café, un punto d’incontro storico e punto di partenza per escursioni. Gli eventi organizzati dal Royal Parks Learning Centre trasformano Bushy Park in una aula naturale, dove i bambini imparano a riconoscere piante e animali attraverso attività sensoriali e interattive.

Un aspetto meno conosciuto ma affascinante della vita quotidiana di Bushy Park è il suo patrimonio culturale diffuso: nel parco si tengono concerti estivi, rievocazioni storiche e raduni artistici che mantengono viva la connessione con la sua lunga eredità. Le sculture e i monumenti disseminati nel paesaggio — come la Diana Fountain o la targa che ricorda il quartier generale di Eisenhower — ricordano costantemente come questo spazio sia stato crocevia di vicende umane e simboliche.

Ogni giorno, al tramonto, la luce dorata si posa sui prati e illumina i cervi che attraversano silenziosi la Chestnut Avenue. È in quei momenti che Bushy Park rivela la sua vera essenza: un luogo sospeso fra storia e quotidianità, dove la natura, lo sport e la memoria convivono in un’armonia fragile ma perfetta.

Luoghi e simboli da non perdere: percorsi, viali e memorie

Visitare Bushy Park significa intraprendere un viaggio nel tempo e nello spazio, dove ogni sentiero rivela una prospettiva diversa e ogni monumento racconta un frammento di storia inglese. Sebbene il parco sia vasto e attraversato da decine di viali, ci sono alcuni luoghi simbolici che rappresentano la sua anima più autentica: la perfetta unione tra paesaggio naturale, ingegno umano e memoria collettiva.

Il punto di partenza ideale è la Chestnut Avenue, il grande viale progettato da Sir Christopher Wren nel XVII secolo per collegare Hampton Court Palace con la parte settentrionale del parco. Lungo un asse di quasi un chilometro e mezzo, questo viale monumentale è costeggiato da ippocastani secolari, che in primavera si accendono di fiori bianchi e rosati creando una volta naturale di luce e profumo. Al suo centro, su un’isola circondata dall’acqua, si erge la celebre Diana Fountain, forse il simbolo più riconoscibile di Bushy Park. La statua in bronzo raffigura la ninfa Arethusa, e non la dea della caccia come si crede comunemente, ma il suo nome popolare è rimasto “Diana” in omaggio allo spirito del luogo. L’intero complesso scultoreo fu commissionato da Carlo I, poi restaurato sotto Guglielmo III e infine ricollocato qui nel 1713 per ordine di Carlo Montagu, conte di Halifax. Il bacino riflette perfettamente il cielo, restituendo un’immagine quasi metafisica della relazione fra acqua e luce, natura e arte (Royal Parks – History of Bushy Park).

Proseguendo verso ovest, si raggiungono gli Upper Lodge Water Gardens, un insieme di bacini e cascate barocche restaurate nel 2009 grazie ai fondi del Heritage Lottery Fund. Questo luogo, nato nel Seicento come giardino d’acqua privato, è oggi una delle zone più suggestive del parco: un ambiente silenzioso e ombreggiato, dove la natura si fonde con l’eleganza del disegno paesaggistico. Le piccole cascate, i ponti in pietra e le aiuole simmetriche evocano i giardini rinascimentali italiani, ma immersi in un contesto tipicamente inglese, con salici, ontani e piante acquatiche che crescono liberamente attorno ai canali (Friends of Bushy Park).

Un altro punto di grande fascino è la Bushy House, una villa costruita nel 1663 per Edward Proger, valletto di camera di Carlo II, poi divenuta residenza di illustri personaggi, tra cui William, duca di Clarence, futuro re Guglielmo IV. Oggi ospita parte del National Physical Laboratory, ma conserva ancora l’aspetto originario di dimora di campagna del XVII secolo, circondata da giardini recintati e da una vista privilegiata sui prati del parco. Non è visitabile internamente, ma il suo profilo elegante si intravede tra gli alberi e rimane una delle architetture più affascinanti dell’area.

Non lontano dalla Bushy House, nei pressi del settore occidentale, si trova un luogo carico di storia contemporanea: il Camp Griffiss Memorial, che commemora la presenza del quartier generale delle forze alleate durante la Seconda guerra mondiale. Da qui, nel 1944, il generale Dwight D. Eisenhower coordinò le operazioni per lo sbarco in Normandia, una delle più grandi imprese militari del XX secolo. Oggi una targa in bronzo e alcune lastre di pietra ricordano quel periodo, quando Bushy Park si trasformò da parco reale a centro strategico della libertà europea. È un luogo di grande sobrietà, immerso nel verde, dove il rumore del vento tra gli alberi sembra custodire ancora l’eco delle decisioni che cambiarono il corso della storia.

Per chi desidera scoprire l’anima più naturale di Bushy Park, i Woodland Gardens sono una tappa imperdibile. Si tratta di una serie di giardini paesaggistici disposti attorno a laghetti e piccoli ponti, popolati da anatre, aironi e libellule. In primavera, il sottobosco si riempie di fiori spontanei — narcisi, campanule e rododendri — che creano un paesaggio da fiaba. Qui il visitatore può godere del silenzio, rotto solo dal fruscio delle fronde e dal richiamo dei cervi in lontananza. I giardini sono particolarmente apprezzati da chi ama la fotografia naturalistica e la pittura en plein air, e rappresentano una testimonianza viva della capacità britannica di conciliare ordine estetico e libertà naturale.

Infine, un percorso interessante è quello che parte dall’ingresso di Teddington Gate e attraversa l’intera estensione del parco fino a Hampton Court Gate. Lungo il tragitto si incontrano prati infiniti, querce secolari e piccoli canali che ricordano i paesaggi della campagna inglese. È uno dei modi migliori per comprendere la scala e la varietà di Bushy Park: un luogo dove ogni passo rivela un equilibrio perfetto tra arte del giardino e spontaneità della natura.

Il parco è oggi completamente accessibile, con percorsi adatti anche a persone con mobilità ridotta. I visitatori possono esplorarlo a piedi o in bicicletta, usufruendo delle mappe gratuite distribuite presso i punti informativi. Gli ingressi pedonali sono aperti 24 ore su 24, mentre l’accesso ai veicoli è regolato dagli orari stagionali, generalmente dalle 6:30 alle 19:00 in estate. Le caffetterie interne, come il Pheasantry Café, offrono ristoro e la possibilità di ammirare i cervi che si muovono liberamente a pochi metri di distanza.

Ciò che rende Bushy Park unico, tuttavia, è la sua capacità di essere contemporaneamente luogo storico, riserva naturale e spazio comunitario. Qui convivono i resti di un passato regale, la memoria di un conflitto mondiale e la quotidianità di chi corre, gioca o semplicemente si siede su una panchina ad ascoltare il silenzio. È questa fusione di dimensioni — politica, naturale e umana — a fare del parco uno dei luoghi più significativi della Londra verde.

Domande e curiosità su Bushy Park: storia, regole e segreti del parco reale

Chi visita Bushy Park per la prima volta spesso rimane sorpreso dalla sua dimensione e dalla sensazione di trovarsi in un luogo sospeso tra natura e storia. Ma dietro i suoi viali maestosi e i prati sconfinati si nascondono dettagli e regole che rendono questo parco un ecosistema speciale e al tempo stesso un patrimonio da proteggere. Conoscere queste curiosità e informazioni pratiche aiuta a viverlo nel modo giusto, rispettandone la delicatezza e apprezzandone il valore culturale.

Perché Bushy Park è considerato un parco reale?
Bushy Park appartiene al gruppo dei Royal Parks, un insieme di nove grandi aree verdi gestite dal The Royal Parks Charity per conto della Corona britannica. In origine, infatti, era parte dei terreni di caccia di Enrico VIII, collegati al palazzo di Hampton Court. Ancora oggi il terreno è di proprietà della monarchia, ma è aperto al pubblico e gestito come bene comune. L’ingresso è gratuito, e l’intera area è mantenuta grazie a fondi pubblici, donazioni e volontariato (The Royal Parks).

Quanti cervi vivono a Bushy Park e perché sono liberi?
All’interno del parco vivono circa 320 cervi tra daini e cervi rossi. Si muovono liberamente senza recinzioni interne, in continuità con la tradizione delle antiche riserve di caccia reali. La loro presenza è essenziale per l’equilibrio ecologico: il pascolo naturale aiuta a controllare la crescita della vegetazione e mantiene aperti i prati. È vietato dar loro da mangiare o avvicinarli troppo, specialmente durante il rut autunnale e la stagione dei cuccioli in primavera, quando possono diventare territoriali. Gli operatori del parco ricordano costantemente che, nonostante l’apparenza docile, si tratta di animali selvatici e imprevedibili.

Si può visitare Bushy Park tutto l’anno?
Sì. Il parco è accessibile 365 giorni all’anno, con ingressi pedonali aperti 24 ore su 24. Gli accessi per veicoli e i parcheggi interni seguono orari stagionali, generalmente dalle 6:30 alle 19:00 in estate e fino alle 17:00 nei mesi invernali. Le giornate ideali per visitarlo sono la primavera e l’autunno, quando la natura offre i suoi spettacoli più intensi: la fioritura degli ippocastani e dei narcisi, oppure i colori caldi delle foglie e i richiami dei cervi al tramonto.

Cosa si può fare e cosa è vietato nel parco?
Bushy Park è uno spazio aperto a molte attività: passeggiate, corse, picnic, sport all’aperto, fotografia, osservazione della fauna e persino pittura. Tuttavia, per proteggere l’ambiente, esistono alcune regole precise. È vietato accendere fuochi o barbecue, raccogliere fiori o rami, disturbare gli animali e abbandonare rifiuti. I cani sono benvenuti, ma devono essere tenuti al guinzaglio in presenza dei cervi o durante il periodo della nidificazione degli uccelli. Le biciclette possono circolare solo sui percorsi segnalati, e la balneazione nei canali o negli stagni è vietata. Tutte le informazioni aggiornate si trovano nelle linee guida pubblicate dal Royal Parks all’ingresso dei cancelli principali.

Esistono visite guidate o attività culturali?
Sì, Bushy Park offre un ricco calendario di visite guidate gratuite organizzate dai volontari dei Friends of Bushy Park e dagli educatori del Royal Parks Learning Centre. Questi incontri affrontano temi che spaziano dalla storia reale alle piante autoctone, fino agli uccelli migratori e agli insetti rari. Per le scuole, sono disponibili programmi didattici mirati a promuovere la conoscenza della natura urbana. Inoltre, durante l’anno si svolgono eventi culturali come il Chestnut Sunday Festival, le giornate del Parkrun, i concerti estivi e laboratori di fotografia naturalistica, tutti pensati per valorizzare il legame tra il parco e la comunità locale.

Perché è importante dal punto di vista ecologico?
Bushy Park è riconosciuto come Site of Special Scientific Interest (SSSI), una designazione che ne tutela gli habitat naturali, gli alberi veterani e la biodiversità. Gli esperti del Natural England considerano il parco un “laboratorio naturale” per lo studio dell’ecologia urbana. La varietà di ambienti — dai boschi ai canali, dai prati umidi alle zone d’acqua — permette la convivenza di centinaia di specie. Anche piccoli dettagli, come la gestione del pascolo o la manutenzione degli alberi morti, sono parte di un sistema complesso che punta a conservare gli equilibri naturali senza interrompere la fruizione pubblica (Natural England).

Qual è il periodo migliore per scoprire Bushy Park?
Ogni stagione offre un volto diverso del parco. In primavera dominano i colori e i profumi dei fiori selvatici; in estate il parco è perfetto per picnic e attività sportive; in autunno si vivono i momenti più scenografici, con la nebbia del mattino e il bramito dei cervi che risuona tra gli alberi; in inverno, infine, Bushy Park regala paesaggi di silenzio assoluto, con le superfici ghiacciate dei canali e la luce fredda che esalta le architetture barocche.

Come si raggiunge Bushy Park da Londra?
Il parco si trova a circa 25 km dal centro di Londra, nel distretto di Richmond upon Thames, vicino a Hampton Court Palace. Si può arrivare facilmente in treno da London Waterloo fino alle stazioni di Teddington, Hampton Court o Hampton Wick, tutte a pochi minuti a piedi dagli ingressi principali. Gli autobus 111, 216, 285 e R68 collegano regolarmente la zona con Richmond e Kingston. Per chi preferisce la bicicletta, Bushy Park è raggiungibile tramite i percorsi del National Cycle Network, un modo sostenibile e piacevole per scoprire i paesaggi lungo il Tamigi.

Perché visitarlo oggi?
Forse perché Bushy Park rappresenta meglio di ogni altro luogo la filosofia della Londra verde: una città che cresce attorno alla natura, non contro di essa. Qui, i secoli si incontrano, le tradizioni sopravvivono e la vita moderna si fonde con il ritmo lento della terra. È un rifugio che invita a fermarsi, respirare e ricordare che anche nelle metropoli più frenetiche esiste ancora spazio per il silenzio e la contemplazione.

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Immagini di copertina e interne: By Thomas Nugent, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=110444977, By Jim Linwood – https://www.flickr.com/photos/54238124@N00/32103695116, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=110444884, By Ojw at the English-language Wikipedia, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3797749, By John Thaxter – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=9928756

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