Calabria: sui sentieri dell’Aspromonte illuminati dal sole ogni roccia si trasforma in oro
Il 29 agosto del 1862 i boschi dell’Aspromonte si riempirono di grida, fumo, fuoco e pallottole. I Bersaglieri del regio esercito caricarono contro le migliaia di volontari garibaldini, che dalla Calabria avevano intenzione di muovere verso Roma per renderla italiana.
Giuseppe Garibaldi, l’eroe dei due mondi, venne ferito ad una gamba. Ne nacque una celebre canzone popolare cantata sull’aria di una marcia dei Bersaglieri e ne scaturì uno dei capitoli cruciali dell’epopea dell’eroe del Risorgimento italiano. In quei boschi, territorio di Sant’Eufemia d’Aspromonte, un monumento ricorda l’episodio, indicando l’albero a cui Garibaldi si poggiò dopo essere stato colpito.
Oggi in quei boschi permane un silenzio immobile, interrotto solo dal passo degli occasionali escursionisti che si avventurano lungo i sentieri dell’Aspromonte per scoprirne la bellezza ruvida, integra e naturale che li caratterizza. Destinazione di viaggio affascinante in tutte le stagioni, l’Aspromonte, cuore selvaggio di Calabria, è una terra che in autunno si mostra nel suo volto più scenografico, poetico. Tra gole e torrenti, antichi borghi arroccati e panorami che si aprono fino allo Stretto di Messina, questo massiccio montuoso che caratterizza l’Appennino calabrese offre sentieri scenografici, che sembrano usciti da un dipinto impressionista.
Aspromonte: come arrivare e cosa fare in autunno
Il Parco Nazionale dell’Aspromonte si trova nel cuore della Calabria meridionale e abbraccia gran parte della provincia di Reggio Calabria. Dal capoluogo, in meno di un’ora d’auto, si raggiungono i primi borghi montani come Gambarie, Santo Stefano in Aspromonte e San Luca, porte d’ingresso a un mondo fatto di boschi, panorami e leggende.
L’autunno è la stagione ideale per scoprire l’Aspromonte a piedi: le temperature sono miti, i cieli ancora perlopiù limpidi. La natura, com’è caratteristico della stagione, colpisce tutti i sensi: la vista con i colori delle chiome degli alberi che cambiano di settimana in settimana; l’olfatto con i ricchi profumi del sottobosco, arricchito dai funghi e dalle castagne; l’udito e il gusto con il clamore e i sapori delle sagre nei piccoli paesi.
Oltre alle escursioni, l’autunno in Aspromonte invita alla scoperta dei tanti borghi che punteggiano il territorio: lo splendido e medioevale Gerace, con il Duomo e le sue cento chiese, le viuzze in pietra; Stilo, uno de I Borghi più belli d’Italia, caratterizzato dalla Cattolica bizantina; l’isolata Bova, dove ancora si parla l’antico greco di Calabria e si possono ammirare splendidi panorami. Sono luoghi, questi, dove il tempo scorre più lentamente e, in certi casi, sembra essersi fermato.

In autunno una marcia in più a una visita in Aspromonte è data, infine, dai sapori della sua tavola: il profumo del pane cotto nei forni a legna invade i vicoli dei borghi, il caciocavallo non manca mai, i funghi e le castagne caratterizzano le ricette stagionali e, dall’inizio di novembre, arriva sulle tavole il nuovo Greco di Bianco, il vino passito che è considerato uno dei più antichi d’Italia.
Tre escursioni d’autunno in Aspromonte
L’Aspromonte è una montagna da scoprire passo dopo passo, specialmente in autunno. Dotato di una fitta rete sentieristica, curata e manutenuta dal Parco Nazionale e dal Club Alpino Italiani, il massiccio offre esperienze adatte a tutti: dalle tranquille passeggiate nei boschi alla portata di chiunque fino alle escursioni panoramiche sulle cime più alte, riservate a chi ha un po’ più di allenamento e dimestichezza con l’escursionismo, e ai cammini con più tappe.
Il bello del trekking in Aspromonte durante l’autunno sta nella possibilità di assistere alla trasformazione della natura e al brillare unico della caratteristica luce di questa stagione sulle rocce di granito, che si accendono di sfumature dorate, rossastre. Le chiome dei faggi, inoltre, si vestono di rosso e d’arancio, e il vento che scende dalle vette porta con sé il profumo di resina e terra bagnata.
Da Gambarie al Montalto
È l’escursione simbolo dell’Aspromonte: il Montalto è la vetta più alta del massiccio calabrese, a 1955 metri sul livello del mare. Si parte da Gambarie, principale centro turistico del territorio, e si attraversa una grande faggeta, che in autunno esplode dei classici colori: il giallo, l’oro, il ramato, il bruno.

Il sentiero segue una salita dolce ma costante, fino a raggiungere il crinale. Il dislivello in salita dell’escursione è di circa settecento metri, rendendo l’escursione mediamente impegnativa. Servono circa cinque ore di cammino per completare l’itinerario andata e ritorno.
Dalla cima, la vista è mozzafiato, specie nelle giornate terse e luminose: a nord lo sguardo si posa sulla Sila e sul massiccio del Pollino, verso sud si arriva a vedere lo Stretto di Messina e, con un po’ di fortuna, anche l’Etna che si staglia all’orizzonte. La discesa può seguire un percorso ad anello che tocca il suggestivo Belvedere di Puntone Galera, dove la luce del pomeriggio d’autunno rende ancora più bello il contesto roccioso e boschivo.
Trekking alle Cascate di Maesano
Non lontano dalla già citata Gambarie, all’interno del Parco Nazionale dell’Aspromonte, si trova uno degli spettacoli naturali più suggestivi della Calabria: le Cascate di Maesano, dette anche Cascate dell’Amendolea. Si tratta di tre salti d’acqua che si susseguono tra rocce di granito e felci, in un paesaggio che in autunno diventa ulteriormente magico.

Il sentiero per raggiungere le Cascate parte dalla diga sul fiume Menta, che crea un lago artificiale immerso nei boschi. L’itinerario si dipana lungo un tracciato ben segnato, che scende tra faggi e pioppi fino a raggiungere il punto panoramico sulle cascate, dove dal riparo del bosco si passa ad alcuni brulli costoni senza alberi. Durante il percorso si attraversano piccoli ruscelli e si incontrano scorci di grande bellezza, con giochi di luce che cambiano a ogni passo.
Questo itinerario, più facile del precedente, è perfetto per chi cerca un’escursione a contatto con la natura, ma alla portata di tutti. Il dislivello in salita è limitato (circa 300 metri) e la durata totale non supera le tre ore.
Da San Luca al Santuario di Polsi
Un percorso più lungo, impegnativo e complesso è quello che conduce dal paese di San Luca al Santuario della Madonna di Polsi, uno dei luoghi spirituali più importanti della Calabria. Si percorrono le antiche mulattiere dei pellegrini, attraversando boschi, valloni e pascoli, fino a raggiungere il santuario incastonato tra le rocce.
L’itinerario, che peraltro corrisponde alla quarta tappa del cammino Sentiero Calabria, è mediamente impegnativo. Richiede tra le tre e le quattro ore di cammino nel solo tragitto di andata, per via di una distanza complessiva di circa 13 chilometri. Tuttavia il dislivello in salita è di circa 500 metri, rendendo fattibile anche una escursione di andata e ritorno, partendo presto la mattina.
Oltre alla visita al ricco Santuario della Madonna di Polsi, questo trekking offre la possibilità di ammirare un luogo speciale come la Valle delle Grandi Pietre, un’area che costeggia la Fiumara Bonamico, percorsa dal sentiero, e che è caratterizzata da splendidi e giganteschi monoliti, veri e propri monumenti di pietra realizzati dalla natura.
Ai monoliti sono stati dati nomi affascinanti come Pietra Cappa, Pietra Lunga, Pietra Castello, Rocca San Pietro. La Pietra Cappa è forse il più spettacolare dei monoliti: svetta dalla cima di una collina boscosa, come una sempiterna vedetta: occupa circa quattro ettari di terreno ed è alta 140 metri.

Le pietre sono monumenti naturali attorno ai quali l’uomo ha lasciato tracce della storia: a Pietra Castello ci sono resti di antiche fortificazioni, la Rocca San Pietro è stata scavata in tempi antichi da asceti in cerca di un rudimentale rifugio, vicino alla Pietra Cappa ci sono i ruderi di una chiesa intitolata a San Giorgio.
L’itinerario permette di ammirarne i contorni mentre si risale la Fiumara Bonamico, prima di iniziare l’ascesa diretta verso la Guardia della Mancusa, il punto più alto del percorso, e infine Polsi.
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