Cinque Case Museo di Roma da non perdere

Ottobre 17, 2025 - 14:30
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Cinque Case Museo di Roma da non perdere

Roma è da sempre crocevia, punto di partenza e meta: lo sanno bene i pellegrini del Giubileo che, in questo 2025, si precipitano nella Capitale diretti a San Pietro e alle Basiliche papali, ma è così – in realtà – da secoli. Lo dimostrano i suoi musei, i monumenti, i parchi: segni di passaggi accavallatisi negli anni e rimasti a testimonianza di ciò e di chi Roma ha ospitato.

Sono molte, ad esempio, le Case Museo che troverete in città: abitazioni, stanze e studi d’artista che in passato hanno accolto membra stanche e laboriose e che oggi – non senza fatica – Roma conserva quasi intatte per mostrarvi la vita e l’estro di un tempo. Ve ne consigliamo cinque da non perdere, ma l’elenco è molto più lungo. Dalla casa in Piazza di Spagna in cui soggiornò il poeta britannico John Keats (e dedicato anche a Percy Bysshe Shelley) a quelle di due italianissimi come Alberto Moravia e Luigi Pirandello. Ma c’è anche l’arte con Casa Balla o il cinema con la casa di Alberto Sordi.

Tutte le arti – in un modo o nell’altro – hanno transitato in città, lasciando un segno o l’alcova di chi l’arte era piuttosto impegnato a produrla, ispirato dalle strade e dalla storia della Capitale.

La Casa Museo di Keats e Shelley (Keats-Shelley Memorial House)

Partiamo dalla Casa Museo in cui sicuramente vi imbatterete visitando Roma: ai piedi della scalinata di Piazza di Spagna sorge infatti un edificio che, già all’esterno, racconta del suo passato poetico. Vi basterà infatti sollevare lo sguardo da Piazza di Spagna per scorgere insegne e manifesti che vi indicano già, con facilità, dove dovete recarvi. Al secondo piano di questo palazzo settecentesco, nel novembre del 1820, arrivò infatti John Keats: le condizioni di salute del poeta erano preoccupanti e i medici gli suggerirono di trasferirsi in un posto più mite, proprio come la nostra capitale.

Con lui il pittore Joseph Severne – che lo dipinse anche in queste stanze – e piano piano pochi amici romani. Il tempo di Keats a Roma fu brevissimo: nel febbraio del 1821, il poeta morì infatti di tubercolosi, proprio nella casa ora diventata museo. La sua tomba si trova al Cimitero Acattolico di Roma accanto proprio a quella dell’amico pittore, che pure a Roma visse fino ai suoi ultimi giorni.

La Casa Museo fu inaugurata nel 1909, dopo molti sforzi dell’Associazione inglese Keats-Shelley Memorial (nata nel 1903), il cui scopo era proprio quello di salvare dalla demolizione il palazzo in cui morì Keats. Oggi – come nelle intenzioni originali – conserva la camera da letto del poeta, ma anche opere di Shelley e Lord Byron. In breve, la Casa Museo celebra la seconda generazione romantica inglese con prime edizioni, dipinti, curiosità.

La Casa Museo Alberto Moravia

La Casa Museo di Moravia sposta l’attenzione sui nostri pregevoli scrittori: Moravia era romano di nascita e – fino al 1990, anno in cui morì – visse in un appartamento che si affaccia sul Tevere in una zona della città relativamente tranquilla. Siamo nel quartiere Della Vittoria e Moravia aveva scelto l’ultimo piano di un edificio risalente agli anni ‘30: un luogo sereno, in cui le collezioni e l’arredamento selezionato dallo scrittore sono rimasti intatti.

Dalle opere d’arte ai volumi sugli scaffali, tutto è rimasto immobile nel tempo. E del resto quella di Moravia era una casa da incorniciare: tanti amici artisti gli hanno donato negli anni opere e dipinti, ma non mancano maschere e oggetti raccolti dallo scrittore nel corso dei suoi tanti viaggi in Oriente e in Africa. La Casa Museo – che si trova in Lungotevere della Vittoria, 1 – è visitabile solo il secondo sabato del mese (e solo con prenotazione obbligatoria), per cui programmate bene la vostra visita.

La Casa di Luigi Pirandello

A due passi da Villa Torlonia e da Via Nomentana – in Via Antonio Bosio 13B – trovate l’abitazione di un altro celeberrimo scrittore italiano: sorge qui, infatti, l’Istituto di Studi Pirandelliani e sul Teatro Contemporaneo, noto più comunemente come Casa Museo di Pirandello. Il Museo – o meglio l’Istituto – si trova in un villino costruito negli anni dieci e circondato dal verde: è un appartamento in cui lo scrittore visse dal 1933 al 1946. Nato ad Agrigento, Pirandello – dopo una serie di spostamenti, tra Berlino e Parigi – si trasferì infatti nella Capitale: abitò nel quartiere Nomentano, prima in Via Alessandro Torlonia, e poi in via Antonio Bosio.

È un luogo che – anche solo col suo immaginario – torna negli scritti dell’autore che, del resto, lo aveva arredato con un soggiorno-studio e una biblioteca contenente circa 2000 volumi. Nell’appartamento c’è poi la camera da letto (dove Pirandello morì nel 1936) e una terrazza da cui si vede Villa Torlonia: oltre a libri e manoscritti, sulle pareti troviamo anche dipinti (alcuni firmati dal figlio dello scrittore, Fausto). L’Istituto fu fondato nel 1962 su iniziativa di Umberto Bosco e potete visitarlo scrivendo proprio al Museo: nel caso non abbiate la possibilità di essere presenti a Roma, sul sito ufficiale è disponibile anche una visita virtuale dello studio di Pirandello.

Casa Balla

È fresca la notizia dell’acquisizione da parte del MiC (Ministero della Cultura) di Casa Balla: aperta occasionalmente e temporaneamente in passato, ora l’abitazione del Maestro Futurista si prepara dunque ad entrare nel sistema museale italiano e ad aprire i suoi battenti. Un’occasione unica per visitare – quando sarà – l’abitazione studio dell’artista torinese, che si trova in Via Oslavia 39B a Roma: qui Balla visse dal 1929 al 1959, anno della sua morte. Parliamo di una vera e propria casa d’artista: il pittore arrivò qui nel giugno del 1929 con la moglie Elisa Marcucci e le due figlie Luce ed Elica (anch’esse pittrici).

Inizialmente visto come un luogo impiegatizio (così lo definisce Elica in alcuni scritti), la famiglia provvederà poi negli anni a farlo proprio, trasformandolo in un vero e proprio dipinto vivo. Dalle pareti colorate alle porte dipinte, in questo spazio tutto grida colore e movimento: gli arredi, gli oggetti curiosi, le sculture hanno trasformato questo appartamento in un’opera d’arte a sé stante. Secondo alcuni, sembra incarnare in toto il manifesto sulla Ricostruzione futurista dell’universo, firmato da Giacomo Balla e Fortunato Depero nel 1915. In attesa che apra i suoi battenti in via definitiva e diventi un Museo, controllate che non ci siano eventi speciali che vi permettano di dare un’occhiata.

Casa Museo Alberto Sordi

Poteva forse mancare nell’elenco delle Case Museo romane la villa di colui che ancora rappresenta il romano doc? Aperto in occasione degli eventi della Fondazione Alberto Sordi, l’edificio in cui visse l’attore fu progettato da Clemente Busiri Vici alla fine degli anni Venti e fu acquistato da Alberto Sordi nel 1958. Una curiosità: sembra che Sordi si litigasse la villa con l’amico Vittorio De Sica, che ebbe la peggio. Fu proprio l’interprete de Il Vigile ad abitarvi infatti fino alla morte (avvenuta nel 2003) arredandola con cimeli, dipinti, fotografie ma anche con stanze inedite, come la palestra con il toro meccanico (teatro di innumerevoli serate con amici e colleghi) o la barberia.

La villa si trova in Via Druso a Roma e custodisce anche l’archivio personale di Alberto Sordi, oggi in parte sottoposto a restauro. Un’ultima curiosità: nel giardino della maestosa Villa Sordi, la Fondazione Museo Alberto Sordi custodisce anche la Fiat Tipo e la Fiat 124 appartenute all’attore, ammirabili da chiunque abbia l’opportunità di visitare la villa stessa. Una villa-simbolo, potremmo dire, non solo della carriera dell’attore ma di uno specifico e fruttuoso periodo artistico romano.

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Redazione Redazione Eventi e News