Claudio Domenicali (Ducati): “La MotoGP può crescere come la F1, ampliando pubblico ed engagement
Ducati ha registrato un’impressionante evoluzione negli ultimi anni, tanto sotto il profilo della gamma prodotto quanto nelle sue scelte strategiche, consolidando il suo posizionamento nel segmento premium delle due ruote. A fare il punto su questi successi e sulle prospettive future è Claudio Domenicali, CEO di Ducati, che a Pambianoconews – in occasione del recente lancio della capsule con Piquadro – racconta come l’azienda abbia saputo rinnovarsi e come stia affrontando le sfide di un settore competitivo e sfidante, che però nel 2024 ha visto il player archiviare un fatturato per il terzo anno consecutivo superiore al miliardo di euro.
D’altronde, come tiene a sottolineare il manager, negli ultimi anni Ducati ha investito fortemente nella ricerca e nello sviluppo, rinnovando quasi integralmente la sua offerta. “Oggi la gamma Ducati è giovanissima, tecnologicamente molto avanzata, e in diversi segmenti proponiamo prodotti che – se non sono i migliori – sono sicuramente tra i primi tre al mondo”, spiega il manager, ormai in carica da quasi 13 anni. Un approccio che sta pagando e che ha portato l’azienda a consolidare la sua forza in termini di qualità, con un posizionamento che “offre il massimo che si può ottenere nella produzione europea”.
Il motorsport, in particolare la MotoGP, continua a essere un pilastro fondamentale della strategia di crescita di Ducati. Con l’arrivo del colosso di Liberty Media (la società statunitense ha acquisito l’84% di Dorna Sports, società che detiene i diritti commerciali del Campionato del Mondo MotoGp, ndr) il panorama della competizione sta cambiando, e Domenicali vede un grande potenziale nell’innovazione che il nuovo management potrebbe portare.
“Liberty Media ha fatto un lavoro straordinario in Formula 1, facendo crescere il campionato senza snaturarne l’anima sportiva. Ci aspettiamo quindi che possa fare lo stesso con la MotoGP, soprattutto ampliando l’audience al di fuori del nucleo degli appassionati più stretti. La MotoGP è già cresciuta molto rispetto a dieci anni, ma ad oggi ci sono molte opportunità di crescita attraverso nuovi contenuti e nuove forme di entertainment e di promozione”, spiega, menzionando il chiaro esempio della serie ‘Netflix Drive To Survive’, che raccontano le vicende interne alla F1 ha poi permesso di dare un “boost straordinario” alla visibilità del brand, strizzando molto l’occhio al mercato americano.
“Anche l’approccio che in Formula 1 hanno avuto con la generazione di contenuti social da parte dei piloti è stato molto più libero rispetto alla MotoGP – riflette Domenicali –. In Formula 1, hanno usato i piloti come amplificatori del campionato, dando loro diritti sulle immagini, il che ha fatto crescere ancora di più la visibilità, perché i 20 piloti diventano 20 amplificatori del campionato”. Non è infatti un mistero che uno dei principali driver di crescita — sempre in termini di visibilità — della categoria regina del motorsport sia la grande attenzione dedicata ai piloti, sia dentro che fuori dal circuito, con partnership legate alla squadra o al singolo pilota che ormai si fatica a contare. L’idea che lo stesso modello possa essere replicato nella MotoGP rimane quindi più che valida.
Una delle dinamiche più interessanti che ha interessato la Formula 1 è stato poi l’abbassamento dell’età media degli spettatori e l’aumento del pubblico femminile, un fenomeno che sta iniziando a influenzare anche il settore delle due ruote. “Un modello come la Monster è perfetto anche per una ragazza. Oggi circa il 10% dei nostri clienti è femminile, una quota che ha ampi margini di crescita. Se la MotoGP riuscirà a ampliare ulteriormente il pubblico, l’effetto ricadrà direttamente sul mercato delle due ruote”, afferma Domenicali, evidenziando come Ducati stia già intercettando questi trend.
Tuttavia, nonostante il successo degli ultimi anni, le sfide non mancano. Ducati ha vinto quattro campionati piloti consecutivi con tre piloti diversi e ha dominato gli ultimi sei campionati come costruttore nella MotoGP. Ora, però, il futuro si prospetta più complesso. “Nel 2027 entreranno in vigore nuove regole e si ripartirà da un progetto totalmente nuovo. Il 2026 segnerà la fine di un ciclo, e noi abbiamo l’ambizione di chiuderlo con un buon risultato. Se riuscissimo a confermare la nostra leadership, potremmo considerare completato il nostro ciclo e, chissà, aprirne un altro”, afferma con determinazione.
“Dopo aver vinto il primo mondiale con Pecco (Bagnaia, ndr.) – aggiunge –, mi chiedevano sempre quale fosse la sfida successiva. Io rispondevo che mi sarebbe piaciuto fare un ciclo di cinque anni come quello che ha fatto Michael Schumacher alla Ferrari. Il ciclo di cinque anni è iniziato nel 2022 e si chiuderà nel 2026″.
Tornando invece ‘all’off track’, al centro dell’evoluzione Ducati c’è sempre un forte equilibrio tra emozione e razionalità (“Una scelta che viene fatta sia col il cuore che con la testa”, suggerisce il dirigente), due componenti che definiscono l’anima Ducati. “Il nostro cliente si innamora della bellezza della moto, del design, delle forme. Ma allo stesso tempo sa che sta acquistando un oggetto di grandissima qualità e tecnologia”, afferma il CEO, evidenziando come l’innovazione tecnologica e il design siano i principali driver che hanno permesso all’azienda di crescere e aumentare la propria market share.
Una crescita che non si limita alla qualità dei prodotti, ma che si riflette anche nelle scelte di branding. Ducati si è distinta per la sua capacità di mantenere un marchio coerente, selezionando con cura ogni progetto esterno. “Riceviamo molte richieste, ma il marchio va usato con grande cautela. Ogni progetto deve essere perfettamente coerente per qualità, posizionamento e valori. La nostra strategia si basa sulla tutela del brand e su un’evoluzione che non ne comprometta l’identità”, afferma Domenicali. Questo approccio selettivo è una delle chiavi del successo di Ducati, e guardando all’insieme il business funziona: nel 2024 il gruppo ha viaggiato su una traiettoria positiva, con risultati finanziari all’insegna della solidità.
Come anticipato, la casa di Borgo Panigale ha registrato un fatturato superiore al miliardo di euro (nel 2024 il fatturato era di 1,003 miliardi, di poco inferiore ai 1,065 miliardi raggiunti nel 2023), con ebit di 91 milioni di euro. Mentre nel corso dell’anno scorso sono state consegnate 54,495 moto in tutto il mondo (nel 2023 sono state 58,224) e seppure con una flessione rispetto all’anno precedente, il risultato rispecchia la filosofica del marchio: preservare l’esclusività e il valore dei propri modelli.
Continuando a guardare al futuro, l’obiettivo di Ducati è continuare a innovare e a spingere l’acceleratore sul fronte della sostenibilità e delle nuove tecnologie. “Il futuro è fatto di tecnologia, design e investimenti continui nelle competenze. La Motor Valley è un ecosistema straordinario, un distretto di eccellenza che rappresenta l’Italia nel mondo. Continueremo a far crescere Ducati con la forza delle idee, del talento e della passione”, conclude Domenicali, tracciando una visione ambiziosa per il prossimo decennio.
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