Cop30: nulla di fatto nella notte, per trovare l’accordo sul documento finale si va ai tempi supplementari

Novembre 22, 2025 - 20:00
 0
Cop30: nulla di fatto nella notte, per trovare l’accordo sul documento finale si va ai tempi supplementari

Nulla da fare. Le trattative sono andate avanti fino a notte fonda, ma alla fine le delegazioni dei governi sono andate a dormire senza trovare un accordo sul testo finale di questo vertice Onu sul clima. I grandi esportatori di gas e petrolio come Russia e Arabia saudita si sono opposti a inserire nel documento conclusivo un impegno per l’abbandono dei combustibili fossili e sono arrivati a chiedere che neanche un cenno alla questione venisse inserito nella bozza della presidenza; la Cina, la cui economia è ancora fortemente legata al carbone nonostante i grandi passi avanti sul fronte delle rinnovabili, si è mossa in modo ambivalente; e una trentina di Paesi, soprattutto del Sud globale ed europei (Francia, Germania, Spagna, Belgio e anche Regno Unito ma non l’Italia) hanno messo il veto a un testo che non contenesse neanche un riferimento alla questione dei combustibili fossili e della loro responsabilità nell’aumento delle emissioni di gas serra e del conseguente innalzamento della temperatura globale.

Formalmente, la Cop30 si è chiusa. Ma, come è successo anche altre volte in passato, i negoziatori potranno sfruttare ancora qualche ora oggi per arrivare a un’intesa che incassi il via libera da parte di tutti i soggetti al tavolo. L’alternativa, se no, è la certificazione del fallimento di questo appuntamento a Belém. Un appuntamento che a quel punto si caricherebbe di una doppia valenza simbolica. La prima, quella della vigilia, per la location, nel cuore dell’Amazzonia; e la seconda, in caso di una mancata intesa o di un’intesa al ribasso, quella della chiusura, per il livello di credibilità di alcuni governi nella lotta alla crisi climatica.  

Tra l’altro, il tema della transizione rispetto a petrolio, gas e carbone verso fonti di energia pulite non è l'unico su cui si sono incagliati i negoziati. Anche sui finanziamenti per l’adattamento alla crisi climatica da assegnare ai Paesi più poveri i delegati governativi si sono ritrovati su posizioni distanti. Secondo l'ultimo rapporto delle Nazioni Unite sull'Adaptation Gap, che esamina la differenza tra le misure adottate per far fronte al cambiamento climatico e quelle ancora necessarie, i Paesi in via di sviluppo hanno bisogno di una somma che si aggira tra i 310 i 365 miliardi di dollari all’anno per adattarsi al cambiamento climatico, ma attualmente ne ricevono solo meno di un decimo: 26 miliardi. I 44 Stati più poveri, i cosiddetti Ldc, «least developed countries», hanno chiesto che vengano quanto meno triplicati entro i prossimi quattro anni, fino ad arrivare poi almeno alla cifra di 120 miliardi di dollari. Ma anche su questo l’intesa è risultata tutta in salita. Per non parlare del tema della deforestazione: se sul mancato riferimento ai combustibili fossili i delegati europei hanno alzato un muro, sulle politiche di tutela delle foreste sono arrivati indeboliti dall’annacquamento e dal nuovo slittamento del regolamento europeo contro la deforestazione.

Alla fine, prima di ritirarsi per la notte nei loro alberghi, ai negoziatori non è rimasto che siglare un’intesa almeno sul luogo del prossimo vertice Onu sul clima. Anche su questo sono andati avanti intere sedute con veti incrociati tra Turchia e Australia, e alla fine l’ipotesi di accordo formulata nei giorni scorsi è stata formalizzata in extremis: la Turchia ospiterà la Cop31 nella città turistica mediterranea di Antalya e l’Australia presiederà i negoziati per gli accordi tra i partecipanti. L’appuntamento usuale di “pre Cop” - consultazioni tecniche che di solito si svolgono circa un mese prima del vertice vero e proprio - si svolgerà in una nazione insulare del Pacifico, in linea con l’intenzione originale dell’Australia di co-ospitare l’evento con i suoi vicini. Sarà inoltre sempre Canberra a guidare l’intero processo preparatorio annuale che definirà l’agenda e le priorità della Cop31. Per dare un’idea del clima di fiducia e ottimismo che si respira tra i tavoli negoziali di Belém, il documento votato nella notte precisa che «in caso di divergenze di opinione tra Turchia e Australia, saranno avviate consultazioni fino alla risoluzione della differenza in modo soddisfacente per entrambe le parti».

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia