Dalle onde del mare una nuova energia: l’Università di Napoli lancia il progetto Pivot-Offshore

L’Università di Napoli Federico II e il centro di ricerca Seapower presentano Pivot-Offshore, un innovativo sistema galleggiante per convertire l’energia del moto ondoso in elettricità. Un progetto che porta la ricerca italiana al centro della transizione energetica blu
Il mare non è soltanto una risorsa naturale, ma anche una potenziale centrale energetica inesauribile.
Secondo studi recenti, l’energia teoricamente disponibile dalle onde oscilla tra 16.000 e 30.000 TWh all’anno, un valore che, se adeguatamente sfruttato, potrebbe coprire una quota rilevante del fabbisogno energetico mondiale, stimato nel 2024 in 131.400 TWh, per l’86% ancora derivanti da fonti fossili.
In questo contesto si colloca il progetto Pivot-Offshore, sviluppato dall’Università degli Studi di Napoli Federico II e da Seapower, spin-off accademico specializzato in energie rinnovabili marine.
Pivot-Offshore: tecnologia galleggiante per l’energia delle onde
Pivot-Offshore rappresenta l’evoluzione del brevetto Pivot, realizzato nel 2015 per installazioni costiere. La nuova versione è un sistema offshore galleggiante, capace di operare in mare aperto, lontano dalla costa, riducendo l’impatto visivo e ampliando le possibilità di sfruttamento della risorsa.
Il dispositivo si compone di due corpi galleggianti incernierati: una piattaforma principale – ancorata al fondale tramite linee di ormeggio in tensione – e una boa oscillante idrodinamicamente ottimizzata, che trasforma l’energia delle onde in movimento meccanico. Quest’ultimo viene poi convertito in energia elettrica attraverso un generatore a rotazione unidirezionale.
Il cuore innovativo del sistema risiede nel Power Take-Off (Pto), dove una catena cinematica con raddrizzatore meccanico trasforma il moto alternato della boa in un moto rotatorio continuo, migliorando l’efficienza del generatore e riducendo le perdite energetiche.
Il progetto, coordinato dal professor Domenico Coiro, presidente di Seapower e docente di Ingegneria Industriale presso la Federico II, prevede due fasi principali: nella prima si effettueranno test in laboratorio su un banco di prova per simulare il moto ondoso e verificare le prestazioni della catena cinematica e del raddrizzatore.
Nella seconda, si effettuerà una sperimentazione in vasca su un modello completo del sistema, comprensivo della piattaforma ormeggiata e della boa, per valutare l’efficienza di conversione e la dinamica in ambiente controllato.
Parallelamente, i ricercatori stanno sviluppando un modello numerico del sistema di conversione, utile sia per ottimizzare le prestazioni del dispositivo, sia per realizzare un sistema di controllo adattivo in grado di modificare i parametri operativi (come il carico elettrico del generatore) in funzione delle condizioni del mare.
L’obiettivo è garantire massima efficienza e sicurezza operativa, adattando il funzionamento alle diverse intensità del moto ondoso. I risultati del modello numerico saranno poi integrati nel sistema di controllo del prototipo reale.
L’Italia punta sull’energia blu
Il progetto Pivot-Offshore rafforza il ruolo dell’Italia nel campo delle blue technologies, un settore in forte crescita in Europa. La capacità di generare energia pulita dalle onde offre un duplice vantaggio: contribuire alla decarbonizzazione e valorizzare il potenziale energetico del Mediterraneo, ancora ampiamente sottoutilizzato.
Come sottolinea il professor Coiro, “Pivot-Offshore rappresenta un sistema di conversione efficiente e versatile, con interessanti prospettive per l’avanzamento della maturità tecnologica dei sistemi Wec e per la diffusione dello sfruttamento delle fonti rinnovabili marine“.
Un percorso che guarda al futuro della transizione energetica, dove il mare potrebbe diventare non solo confine geografico, ma motore silenzioso di un’energia pulita e continua.
Crediti immagine: Depositphotos
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