Darién non è una rotta: cosa si nasconde dietro la videoinstallazione

Ottobre 24, 2025 - 14:01
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Darién non è una rotta: cosa si nasconde dietro la videoinstallazione

Darién non è una rotta: cosa si nasconde dietro la videoinstallazione

Come Aristides Ureña Ramos trasforma il Darién Gap, luogo di dolore e coraggio, in un’esperienza visiva intensa. Tra altari costruiti con oggetti raccolti lungo le rotte migratorie e anche immagini che parlano di speranza, questa videoinstallazione ti porterà in un viaggio tra memoria, migrazione e spiritualità, rivelando storie che spesso rimangono invisibili

Grande successo di pubblico e critica

Aristides Ureña Ramos Piero Celona ph press

Aristides Ureña Ramos Piero Celona ph press

Alla XV Biennale di Firenze, l’artista panamense Aristides Ureña Ramos ha riscosso grande successo di pubblico e critica con la sua videoinstallazione Darién non è una rotta (Gli altari del dolore), un’opera che intreccia memoria, migrazione e spiritualità in un racconto di intensa forza visiva e umana.

Un progetto che si rinnova nel tempo

Il progetto, concepito negli anni Novanta e già presentato in prestigiose sedi internazionali come la Biennale di Venezia (1997) e l’ex Istituto Nazionale di Cultura di Panama (2015), si rinnova oggi all’interno del tema di questa edizione: La sublime essenza della luce e delle tenebre.

L’arte come rito e riflessione universale

nicola nuti ph press

nicola nuti ph press

Attraverso oggetti recuperati lungo le rotte migratorie e trasformati in altari e testimonianze audiovisive, Ureña Ramos esplora il Darién Gap, luogo simbolo di dolore, coraggio e speranza. L’opera diventa un rito laico e una riflessione universale sulla condizione umana: la luce dei sogni e dei ricordi resiste all’ombra dello sradicamento. Con Darién non è una rotta (Gli altari del dolore), l’artista riafferma la sua poetica come atto di compassione e consapevolezza, invitando lo spettatore a un dialogo profondo tra arte, memoria e trasformazione.

Una voce significativa dell’arte latinoamericana contemporanea

Aristides Ureña Ramos (Santiago de Veraguas, Panama, 1955) vive e lavora tra Italia e Panama. La sua ricerca, sviluppata in oltre quarant’anni di carriera, unisce memoria storica, critica sociale e sperimentazione visiva, rendendolo una delle voci più significative del panorama artistico latinoamericano contemporaneo.

Tra i tanti ospiti presenti all’inaugurazione c’erano anche il critico d’arte Nicola Nuti, il direttore artistico del Premio Arte dei Vasai Carlo Pizzichini da Siena, il noto regista Rossano Maniscalchi, i fratelli fondatori della Biennale di Firenze Piero e Pasquale Celona, il presidente della Biennale Jacopo Celona, il fotografo e ritrattista Lorenzo Poccianti, l’architetto e disegnatore di mobili Nicola Falcone, il Direttore Moda e Fashion Stylis Luis Maruri Wedemeyer.

A cura della Redazione
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