Dr. Martens, semestre in calo (-0,8%) ma rafforza la redditività
I primi sei mesi del 2025 per Dr. Martens si chiudono in flessione. Il marchio britannico ha archiviato il semestre dell’esercizio fiscale del 2026 al 28 settembre con con ricavi a cambio corrente pari a 322 milioni di sterline (pari a circa 364 milioni di euro al cambio), in calo dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Si tratta di un risultato leggermente inferiori alle attese del mercato che ha registrato un utile ante-imposte rettificato negativo per 9,4 milioni di sterline. Nonostante la perdita, però, il margine lordo è stato positivo (+65,2%), superando il consensus (63,4%) grazie a un mix vendita favorevole, minori sconti e controllo dei costi di input. “Come annunciato a giugno, stiamo passando da una strategia incentrata sui canali a una incentrata sui consumatori. Il nostro marchio è forte, come dimostrano l’aumento del 33% dei volumi di scarpe e il successo del lancio di nuovi prodotti come gli stivali Zebzag Laceless e gli stivali 1460 Rain”, ha dichiarato durante la conferenza stampa di presentazione dei dati il CEO Ije Nwokorie.
L’ebitda è cresciuto del 47,1% raggiungendo 35,9 milioni di sterline (rispetto ai 24,4 milioni del primo semestre dello scorso anno), un incremento ottenuto nonostante il calo dei ricavi, grazie al miglioramento del margine lordo e a un rigoroso controllo dei costi. “Sebbene sia ancora presto, siamo soddisfatti dei progressi compiuti e stiamo vedendo i primi segnali positivi in ciascuno dei nostri quattro Levers for Growth. Questi progressi strategici, insieme ai benefici derivanti dal piano di riduzione dei costi attuato lo scorso anno e alla nostra continua attenzione alla gestione dei costi, stanno portando a un significativo miglioramento dei nostri risultati finanziari, compresa una continua riduzione dell’indebitamento bancario netto”, ha infine aggiunto a commento dei risultati del semestre.
Da un punto di vista geografico, la performance per Dr. Martens ha presentato luci e ombre. Le Americhe hanno registrato ricavi per 117 milioni di sterline, al di sopra delle stime (113 milioni), compensando in parte il rallentamento in Emea che, invece, ha chiuso i primi sei mesi con ricavi pari a 159 milioni di sterline (contro i 166 milioni stimati) e dell’area Asia-Pacifico che a dispetto di un turnover stimato di 50 milioni di sterline ha chiuso a 47 milioni.
Nel continente americano, però il tema più delicato resta quello dei dazi per cui Dr. Martens ha stimato un impatto negativo “high single-digit millions of pounds” per l’esercizio 2026. Per fronteggiare l’impatto dei dazi, l’azienda ha dichiarato di voler assorbire circa metà dell’effetto entro quest’anno e l’intero impatto a partire dal 2027 con contromisure che includono l’aumento dei prezzi negli Stati Uniti, l’orientamento verso vendite full-price e una maggiore flessibilità nel sourcing produttivo.
In generale, i risultati dimostrano che Dr. Martens sta affrontando una fase di “turnaround”, ovvero una fase in cui, sebbene i ricavi siano leggermente calati, il miglioramento del margine, il controllo del debito e la strategia di mitigazione dei dazi rappresentano leve strategiche di ripresa. Tuttavia, la pressione sui mercati principali (soprattutto Emea) e la componente costo-tariffa restano elementi critici da monitorare.
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