Fermato col taser dalla polizia, muore a 42 anni a Reggio Emilia: indaga la Procura, riesplode la polemica

Ancora un morto dopo l’utilizzo del taser da parte delle forze dell’ordine. Dopo i casi avvenuti in pieno agosto a Genova e Olbia, questa volta il caso è esploso a Reggio Emilia.
Qui un 42enne è deceduto all’ospedale Santa Maria Nuova dopo esser stato fermato dagli agenti di polizia che, per immobilizzarlo, hanno utilizzato il taser, l’arma a impulsi elettrici che induce una muscolare momentanea attraverso la somministrazione controllata di impulsi elettrici.
La vittima era stata ricoverata intorno alle 6 di lunedì mattina ed è morto poco dopo. Il fermo era avvenuto circa mezz’ora prima a Massenzatico, una frazione di Reggio Emilia a alcuni chilometri dal capoluogo. Secondo una prima ricostruzione il 42enne, con precedenti, era in stato di escandescenza e forte agitazione: sono intervenuti gli agenti della polizia, forse su segnalazione di qualche residente, nel tentativo di calmarlo.
Di fronte alla reazione, uno degli agenti avrebbe estratto il taser e lo ha colpito con la pistola a impulsi. L’uomo si è accasciato al suolo sentendosi male, la pattuglia della polizia ha richiesto il soccorso medico e una ambulanza lo ha trasportato al Santa Maria Nuova con funzioni vitali già minime. In ospedale, dove era stato ricoverato d’urgenza, è morto poco dopo.
Su quanto accaduto la Procura di Reggio Emilia ha aperto un fascicolo di indagine: fondamentale infatti l’eventuale presenza di altre problematiche di salute nel 41enne che possano aver amplificato gli effetti della pistola a impulsi.
Una vicenda che “rianima” le polemiche sull’uso del taser da parte delle forze dell’ordine. Sulla morte di Elton Bani, il 41enne scomparso il 19 agosto scorso a Genova dopo aver ricevuto quattro scariche di taser, era stato aperto un fascicolo per omicidio colposo.
Chi non ha dubbi sono i sindacati di polizia e carabinieri, con Siulp e Sim che si sono affrettati ad esprimere vicinanza all’agente coinvolto dichiarandosi “fiduciosi che l’azione sia stata condotta in pieno rispetto delle procedure e della formazione ricevuta” e auspicando “che non ci sia il classico atto dovuto”. Più prudente l’Usmia dei carabinieri: “Vicinanza agli operatori intervenuti e cordoglio per il decesso dell’uomo coinvolto. Dovere di tutti attendere gli esiti ufficiali prima di formulare giudizi”.
Dal mondo politico è invece Filiberto Zaratti, capogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra nella commissione Affari costituzionali della Camera, a chiedere la sospensione dell’utilizzo del taser. “Avevamo già chiesto a Piantedosi un intervento di tutela, torniamo a insistere, e non dica il ministro dell’Interno che non esistono problemi, perché significherebbe che le morti non sono un problema”, spiega il deputato.
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