Financial Times: in Spagna la possibile fusione tra Indra ed EM&E solleva dubbi sul conflitto di interessi

Ottobre 6, 2025 - 12:30
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Financial Times: in Spagna la possibile fusione tra Indra ed EM&E solleva dubbi sul conflitto di interessi

Il presidente di EM&E, Javier Escribano, ha difeso l’ipotesi di fusione della sua azienda con Indra, società tecnologica parzialmente controllata dallo Stato spagnolo, respingendo le accuse di conflitto di interessi legate ai legami familiari e societari tra le due imprese. Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico “Financial Times”, Escribano ha dichiarato che l’unione con Indra fornirebbe al gruppo il “muscolo industriale” necessario per competere con giganti europei della difesa come Leonardo, Bae Systems, Rheinmetall e Thales. La fusione darebbe inoltre a Indra una presenza concreta nel settore delle armi letali e un accesso diretto al mercato ucraino. EM&E, specializzata in sistemi d’arma per carri armati, è controllata al 50 per cento dai fratelli Escribano, Javier e Angel: quest’ultimo attualmente presidente di Indra. EM&E detiene anche il 14,3 per cento delle azioni Indra, e Javier siede nel consiglio di amministrazione del gruppo statale. Per gestire il potenziale conflitto d’interessi, Indra ha istituito un comitato ad hoc composto da quattro consiglieri indipendenti, mentre i fratelli Escribano si sono formalmente esclusi dalle discussioni. Tuttavia, due membri del comitato si sono dimessi per “motivi personali” tra luglio e agosto.

Il governo spagnolo, attraverso la Società statale delle partecipazioni industriali (Sepi, che controlla il 28 per cento di Indra), ha dichiarato che rispetterà le valutazioni del consiglio di amministrazione. La fusione, secondo Escribano, non rappresenterebbe un’uscita strategica, poiché i fondatori riceverebbero azioni e non liquidità: “Non vogliamo andare al parco a dar da mangiare alle anatre, vogliamo costruire un campione europeo”. La valutazione di EM&E è stimata tra uno e 1,5 miliardi di euro, con vendite previste in crescita da 355 milioni nel 2024 a 1,3 miliardi nel 2030. Advisor dell’operazione sono Goldman Sachs per Indra, Morgan Stanley per il comitato indipendente, JPMorgan e Santander per EM&E. Il fondo Amber Capital, che detiene il 7 per cento di Indra, si è espresso a favore: “EM&E ha ciò che manca a Indra: impianti produttivi. Il conflitto di interessi è esagerato, l’operazione ha senso e doveva essere fatta tempo fa”.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia