Flessibilità e clausola di revisione, le condizioni dei leader UE al taglio di emissioni del 90 per cento al 2040
Bruxelles – Flessibilità sì, ma “limitata”. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha distribuito le concessioni necessarie perché i capi di stato e di governo dell’Ue rimanessero a bordo per mantenere l’ambizioso target del taglio del 90 per cento delle emissioni entro il 2040. Alla fine, il Consiglio europeo conferma l’impegno, a patto che ammetta alcune ‘condizioni abilitanti’, tra cui la possibilità di ricorrere a un “livello adeguato di crediti internazionali” per raggiungere l’obiettivo e l’inclusione di una clausola di revisione durante il percorso.
Al vertice dei leader concluso ieri (23 ottobre) in tarda serata, il dibattito sugli obiettivi climatici e sull’agenda green dell’Ue è stato decisamente acceso. La premier italiana Giorgia Meloni, prima di partire per Bruxelles, aveva avvertito che non avrebbe sostenuto il target se non accompagnato da un “cambio di approccio”, il suo omologo polacco Donald Tusk, al suo arrivo ha affermato che “le politiche climatiche troppo ambiziose sono un errore e servono come carburante per gli estremisti”. Alla vigilia del summit, von der Leyen – che a luglio ha presentato la modifica alla legge sul clima che fisserebbe il traguardo della riduzione delle emissioni del 90 per cento per il 2040 rispetto ai livelli del 1990 – aveva pregato in una lettera alle capitali di tenere conto delle flessibilità previste nella proposta prima di farla saltare.
In conferenza stampa a margine dei lavori, la leader Ue è parsa soddisfatta: “Per noi era importante il percorso verso la neutralità climatica entro il 2050. Siamo sulla buona strada per il 2030 e ora dobbiamo definire come raggiungere l’obiettivo del 2040 nel modo più pragmatico ma efficiente“, ha spiegato. Significa ammettere che “i 27 Paesi membri hanno situazioni diverse, quindi non esiste una soluzione unica”, e offrire loro “la possibilità di raggiungere l’obiettivo comune scegliendo i risultati nei settori più adatti”.
Nelle conclusioni approvate dai 27, che dettano la linea politica dell’Unione, si afferma quindi che “affinché una così fondamentale transizione abbia successo, deve essere equa e giusta, pragmatica, efficiente in termini di costi e socialmente equilibrata, tenendo conto delle diverse circostanze nazionali e fornendo soluzioni accessibili in tutta l’economia e per i cittadini di tutta l’Unione”. I leader non sono andati molto oltre questo principio condiviso, rimandando la discussione sui dettagli ai ministri nei prossimi Consigli Ue Ambiente.
Rispetto alla possibilità che l’obiettivo possa essere raggiunto attraverso una quota di finanziamenti a iniziative per la riduzione di emissioni in Paesi terzi – la Commissione ha proposto il 3 per cento -, i 27 hanno sottolineato che il contributo dei crediti internazionali deve essere “ambizioso ed efficiente sotto il profilo dei costi”. E la clausola di revisione dovrà essere prevista “alla luce delle più recenti prove scientifiche, dei progressi tecnologici e delle sfide e opportunità in evoluzione per la competitività globale dell’Ue”.
Oltre al passaggio sul clima, le conclusioni del vertice fanno riferimento alla revisione del regolamento per lo stop ai motori endotermici entro il 2035, che dovrà tenere conto “della neutralità tecnologica e del contenuto europeo”, senza però specificare quali combustibili ammettere.
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